Questo mese ci occupiamo di vacanze, un tema che ci prepara all’estate e ai viaggi che sogniamo o ci prepariamo a fare da molti mesi.
Ma cosa vuol dire viaggiare? Non più la classica villeggiatura destinata al riposo o al solo divertimento, il viaggio ha in sé moltissime varianti e possibilità che convivono insieme. La tendenza generale di questi ultimi anni è quella del mescolamento: l’incontro di culture diversissime tra loro.
Quest’ultimo è un fenomeno che possiamo osservare in molte grandi città. Il viaggiatore che visita Barcellona o San Paolo troverà molte similitudini nel modo di vivere o di mangiare, che però non fanno parte della cultura spagnola, né di quella brasiliana. L’incrociarsi di popolazioni e culture in molte parti del mondo fanno del viaggiatore uno spettatore dei fenomeni, senza poterli comprendere e vivere fino in fondo, poiché la cultura tradizionale del paese che visita si contamina continuamente con altre culture.
Le previsioni, a volte catastrofiche, del prossimo futuro sono quelle dell’annullamento di culture locali a vantaggio di quelle globali. Si perderà il possesso delle tradizioni particolari per entrare a far parte di un mondo più grande in cui ci si possa riconoscere e in cui si possa comunicare con lo stesso linguaggio, vivremo in un mondo globalizzato. Cosa vuol dire?
La globalizzazione interessa molti settori: dalla cultura eno-gastronomica a quella della moda, dai sistemi di comunicazione a quelli informatici. Il semplice possesso di una posta elettronica fa sì che possiamo scrivere e ricevere comunicazioni in ogni parte del mondo allo stesso modo. La globalizzazione è un concetto che abbraccia tutte le nostre attività: economiche, culturali e private. La controtendenza alla globalizzazione è la glocalizzazione, l’unione di globale e locale che funziona seguendo il processo inverso alla globalizzazione: portare il locale nel mondo, senza perdere la propria identità. Si vuole contrastare la tendenza all’appiattimento verso un pensiero unico, per esempio la cultura del mangiare veloce dei vari Mc Donald che si è diffusa in ogni città del mondo. Si allarga però la silenziosa opposizione di chi difende la sua naturale lentezza, di chi a Lisbona o a Dublino vuole gustare il suo piatto lentamente e pensare che quelle due ore passate a tavola sono proprio quelle che doveva spendere! Il viaggio, come altre attività ludiche o di lavoro, deve tener conto della globalizzazione delle informazioni. Il sapere è alla portata di tutti coloro che hanno a disposizione un computer e una connessione ad internet.
Chiunque può individualmente e liberamente organizzare il proprio viaggio attraverso la rete esattamente come lo desidera. Si può cercare il volo, la macchina da affittare, le escursioni, i musei aperti, le visite guidate. Una specie di rivoluzione, anche dal punto di vista sociale. Oggi molte più persone hanno accesso ai viaggi, i costi sono molto più accessibili ed è aumentata notevolmente anche l’offerta. Il viaggio ha perso così un po’ del suo mistero raccontato dai numerosi romanzi che ne hanno parlato. Oggi invece, chiunque può pubblicare il suo blog e raccontare il suo diario di viaggio trasformandolo in racconto disponibile in tutto il mondo.
La vacanza oggi è molto più articolata, deve in qualche modo soddisfare alcune mancanze della vita quotidiana. Viaggiamo per colmare una lacuna, per riuscire a soddisfare una parte del nostro ego. Si cerca il viaggio che ci possa arricchire come individui: il viaggio come esperienza. Viaggi che mettono in contatto il proprio “io”, dimenticato nella fretta della città con la natura che invece è immobile da secoli. Forse, e sto azzardando un’ipotesi, si cercano punti fermi in altri luoghi che non siano vicino a noi. Viaggi come fuga dall’ordinario ma anche dalla straordinarietà della realtà che ci tocca vivere tutti i giorni. Si sviluppa così un mercato del viaggio dedicato alla persona. Cresce costantemente l’offerta di viaggi per single, o per chi in solitario vuole mettersi alla prova in un viaggio nel deserto per scoprire come si può sopravvivere senza avere nessun aiuto della tecnologia; oppure viaggi dedicati alla cura di sé. La persona, che viene coccolata e accudita in tutte le sue esigenze e desideri. Perciò, viaggi enogastronomici che mirano a soddisfare i desideri e i gusti più raffinati e far scoprire quelle che sono le specialità della provincia italiana o francese, soprattutto nei piccoli paesi dove ancora si producono gli alimenti conservando le caratteristiche originarie. L’Italia tutta, e la Sardegna in particolare, è una miniera per ogni viaggiatore.
Gli articoli di questo mese affrontano l’argomento con la stessa qualità di come affrontiamo tutti i temi di mediterranea. Si viaggia per conoscere le bellezze artistiche sarde nel pezzo di Serena Maffei. Si parla delle bellezze artistiche e le memorie poetiche di Livorno nel bel pezzo di Silvia Nebbia. Della Tunisia con Veronica Paniccia, del viaggio musicale a Berchidda con Paolo Sigura e Ivano Steri. Del sognare viaggi con Tommaso Palmieri, del viaggio in Sardegna con Sara Palmas, del viaggio a Siviglia con Claudia Zedda. Del viaggio eco-compatibile con il pezzo di Laura Boi. Del viaggio per mostre d’arte contemporanea con Rolan Marino, che ci racconta di Trieste, una città al confine tra la cultura mediterranea e quella mitteleuropea.
Lo spessore degli articoli migliora ogni mese, e in ogni numero percorriamo un passo avanti nel nostro intento di presentare al pubblico una finestra su tutto ciò che succede nei Paesi del Mediterraneo.
Buona lettura