Paesaggio mediterraneo
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Materia piena, ricca e piena di sorprese questa del paesaggio.
Si parla di paesaggio fisico, spirituale; storico e futuristico; naturale e artificiale; musicale e artistico; letterario e gastronomico. Si scrivono e si leggono cose che aprono mille porte, in ogni campo e disciplina.

Hanno partecipato a questo numero di mediterranea:

Gaetano Cataldo sapori, Carmen Bilotta sapori, Serena Maffei ambiente, Milena Fadda arte, Claudio Basile storie meridiane, Nico libri (poesia), Paolo Sigura economia internazionale, Claudia Zedda libri, Meriem Dhouib libri (poesia), Rosangela Spina storie meridiane, Gaetano Cataldo storie meridiane, Branka Kurtz arte, Daniela Trudu musica, Maria Grazia Sussarellu arte, Fabio Ciminiera musica, Ivano Steri sport, Laura Sanna ambiente, Carla Giannini storie meridiane, Michela Becciu libri, Laura Vargiu arte, Madlen Namro in viaggio, Sara Palmas sapori, Nicola Lecca in viaggio, Antonio D’Agostino storie meridiane, Claudia Zedda storie meridiane, Stefania Spiga in viaggio, Gaetano Cataldo storie meridiane

L’idea è partita da lontano, e per una volta proveniente dalle decisioni politiche…la difesa delle coste equivale alla difesa di un paesaggio, reale, concreto e presente. Preservare il nostro paesaggio vuol dire conservare la nostra cultura e la nostra comunità. E’ normale, d’altronde, che le cose cambino, che ci siano mutazioni nelle società, che si modifichi anche il paesaggio. Ma si può indirizzare il cambiamento nella direzione del miglioramento, non nella violenza costruttiva o distruttiva dei territori.

La storia del paesaggio è relativamente breve, si inizia a parlarne in modo esplicito nel campo dell’arte con l’invenzione della prospettiva. Il paesaggio dipende dal punto in cui si guarda. E’ anche una questione filosofica: modificando o allargando la prospettiva di pensiero si vede un paesaggio diverso. Ecco, può essere una questione mentale, culturale oppure una questione pratica, di vita quotidiana come avviene ad esempio ai palestinesi, costretti a vedere solo muri, solo il cielo, in alcune città abitano ai piani inferiori dei palazzi, sotto gli appartamenti degli israeliani che invece godono di una prospettiva e un paesaggio molto diverso. Il paesaggio come metafora di libertà o di potere.

Il racconto di viaggio è legato anche alla conoscenza che facciamo del paesaggio: la differenza dei mezzi di locomozione determina la differenza di percezione del paesaggio, viaggiare a piedi è molto diverso. La lentezza del viaggio permette di conoscere e assaporare in modo diverso il paesaggio. Il viaggio in aereo, in treno, in barca.

In letteratura si possono citare i romanzi italiani del Verismo, dove si racconta il paesaggio nei minimi particolari, si dipinge attraverso le parole. La letteratura cambia negli anni anche la concezione generale del paesaggio, anzi crea il concetto stesso di paesaggio. Che diventa patrimonio di una comunità una volta che diverse discipline se ne occupano: letteratura, pittura, cinema, fotografia, filosofia, geografia, architettura. “In questo senso il paesaggio non coincide con la realtà materiale (quindi con il territorio), in quanto l’azione dei mediatori socio-culturali e della soggettività umana determinano un effetto di produzione di senso. In altre parole: il paesaggio comprende sia la realtà, che l’apparenza della realtà. Da questo punto di vista il paesaggio è anche un potente linguaggio: non esiste un paesaggio senza rappresentazione di esso, ed è attraverso questo passaggio che la società manifesta le proprie aspirazioni e partecipa al processo di scambio (statico o dinamico) dei mediatori socio-culturali.” wikipedia

Nel rapporto tra sapori e paesaggio si scopre un mondo bellissimo. Il paesaggio delle coltivazioni non è più solo una questione di pittori, fotografi o registi. Diventa esigenza aziendale: ci sono cantine in toscana che progettano l’impianto di vigneti anche in base all’effetto paesaggistico che producono. Il paesaggio dei sapori poi rappresenta anche l’idea che abbiamo personalmente, derivante dalle esperienza personali. Il paesaggio dei sapori dipende dai nostri viaggi, dagli incontri, dalle conoscenze dirette o indirette sui cibi. I cibi, sappiamo, rappresentano un territorio, e un paesaggio, come la riscoperta degli orti urbani come luogo di incontro e trasformazione del paesaggio. Il viaggio dei sapori, scoperto attraverso il cammino di Santiago vi appassionerà senza dubbio.

Non mi resta che augurarvi buona lettura!

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