Stop alla povertà
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Questo mese la redazione di mediterranea si occupa del tema “La povertà e l’esclusione sociale”, dedicato all’omonimo tema dell’anno della Comunità Europea.

L’Europa è un insieme coeso di Paesi, un esperimento ormai maturo, ma ciò nonostante l’esperienza è ancora debole. Sì, perché se i dati dicono la verità, ci sono più di 6 milioni di persone sotto la soglia di povertà in Europa, e non dipende dai nuovi ingressi dei Paesi dell’Est. Ciò vuol dire che i Paesi più ricchi non garantiscono un livello minimo di sussistenza a tutti i loro cittadini, non sanno debellare la povertà assoluta. Come è possibile?

Quando un emigrato africano arriva in un ricco Paese europeo non immagina di trovare persone indigenti, persone che hanno bisogno d’aiuto, esattamente come ne ha bisogno lui.
E no, di solito si fanno migliaia di km per trovare Paesi che difendono lo Stato sociale, che garantiscono la sussistenza a tutti i loro residenti. Posto che ci troviamo in un periodo difficile dell’economia mondiale, a noi consumatori non sembra che i governi stiano per fallire. Ossia, la catastrofe non si è verificata, gli Stati hanno continuato tranquillamente a funzionare, tanto che in due mesi gli annunci cambiavano radicalmente tono. Si passa da “il Paese attraversa un momento difficile, a causa della crisi mondiale” a “la crisi è passata, siamo fuori dal tunnel”. Ora, questo fenomeno si è verificato in più Paesi e sotto diversi governi, senza distinzione di bandiera. Vorrei a questo punto sapere a che livello si è verificata la catastrofe, e a che livello poi ci si è trovati fuori dal tunnel. Perché si fa fatica a capire la sottile differenza tra oggi e due mesi fa…

La povertà è un tema, un argomento che sta fuori dalle agende politiche mediterranee, e europee in generale. Come mai si parla di disoccupazione e non si parla di povertà, come mai si parla di consumi e non si parla di indigenza. Il mercato, si dice, viene stimolato dai consumi. Vero. Infatti, l’Istat dichiara che la povertà assoluta in Italia è diminuita, ed è aumentata quella relativa nelle regioni del nord e del centro. Al sud rimane tutto uguale, poveri prima, poveri oggi.
Ma i consumi scendono, e di conseguenza i poveri aumentano: si calcola che l’aumento della povertà sia strettamente legato alla diminuzione dei consumi. Sarà.

L’Italia si regge sul risparmio, siamo un popolo di imprenditori e di risparmiatori. Ma si regge soprattutto sui risparmi delle famiglie. I figli, laureati e non, non sono morti di fame solo grazie all’aiuto dei genitori. Il lavoro è diminuito nei settori importanti e strategici, come la ricerca, la scuola, l’Università, l’industria, resistono i lavori legati al settore dei servizi e le commesse agli enti pubblici.

L’analisi sbrigativa dell’economia italiana serviva solo per aprire un dibattito, una discussione, un ragionamento che possa evidenziare le famose “zone d’ombra” della nostra società. In Italia come negli altri Paesi europei del Mediterraneo, si soffre molto la stagnazione degli investimenti, la dislocazione delle attività produttive in Paesi più convenienti, si soffrono le continue ruberie e sperperi.
La sponda sud del Mediterraneo invece sta conoscendo un periodo di grande vivacità economica, si trovano a non dover affrontare una crisi finanziaria globale perché da sempre fuori dai circoli mondiali della finanza. Paradossalmente non essere Paesi ricchi li ha favoriti, oppure sono stati più previdenti ed oculati di molti altri, come il caso della Grecia solo per fare un esempio recente.
La povertà, come la ricchezza sono percorsi prevedibili a volte. Affidarsi alla fortuna dei mercati finanziari senza pensare allo sviluppo del mondo reale della produzione si è rivelato un errore. Internet, il mondo virtuale per eccellenza può essere ancora una volta uno strumento per sconfiggere la povertà, e aumentare le condizioni minime di vita. Una delle cause primarie della povertà è l’ignoranza, la mancanza di formazione adeguata e di informazioni utili.
La Costituzione italiana recita “La legge non ammette ignoranza”, per difendere i propri diritti e riuscire ad approfittare degli aiuti dello Stato sociale, ci vuole impegno e informazione. Chi non arriva alle fonti di informazione è tagliato fuori dalla possibilità di poter usufruire dei propri diritti, e questo è un delitto. Chi ha coltivato la sua intelligenza, chi ha studiato, chi è pronto a presentarsi al mondo vince. Oggi non è vero che ci sono meno possibilità, a guardar bene ce ne sono molte di più.

Quante persone potevano permettersi di studiare all’Università trent’anni fa? Sicuramente molte meno di oggi, ma veramente pochissime. Le condizioni modeste di una famiglia erano d’ostacolo al completamento degli studi. Oggi esistono così tanti aiuti per chi vuole veramente studiare, è impossibile non riconoscerlo, perlomeno in Sardegna: borse di studio, alloggi, contributi affitto.
La cultura, come evidenzia bene il pezzo di Laura Zimbardo, è uno degli strumenti dello sviluppo economico, nelle zone povere di Palermo come in tutto il Paese. Noi parliamo sempre di comunità: piccole, nazionali e internazionali. Ma l’ignoranza, la non capacità di reperire ed usare le informazioni, è causa di povertà universale. Dove c’è ignoranza e povertà, tra le altre cose, regna indisturbata l’economia delle varie mafie. La povertà è controllata dal potere sommerso della delinquenza, ma è anche utile alla conservazione del potere da parte dei politici, come ci illustra bene l’onorevole Amalia Schirru nella lunga intervista concessa alla nostra nuova redattrice Veronica Matta.

Questo numero è ricco di spunti di riflessione, è ricco di idee e di racconti. Molte Storie meridiane, dal racconto della tunisia di Meriem Dhouib, a quello di Talla di Laura Sanna, un senegalese scampato all’espulsione e quindi alla povertà, grazie all’inclusione sociale da parte dei suoi amici sardi. Si parla di economia con il pezzo sempre puntuale e ben fatto di Paolo Sigura. Si parla di musica che lotta contro la povertà, nel pezzo di Ivano Steri e in quello di Manuela Marigliano.

Di sapori legati alla condizione sociale, nel pezzo-tesi di Veronica Matta; di viaggi con il pezzo agro-dolce di Carla Dotzo che ci parla del mondo lavorativo degli insegnanti. Di Palermo parla anche la nostra nuova redattrice Laura Gatto, e di Calabria Teresa Grano. Di Cagliari ci parla Claudia Zedda con i Piccioccus de corbi. Tommaso Palmieri parla di un mondo che conosce molto bene, Gli immigrati respinti, verso la povertà. Nuove povertà dei laureati italiani nel pezzo di Marta Capiluppi. Consumi che confondono la nostra visione del mercato, nel bellissimo pezzo di Carmen Bilotta. Si parla di ambiente e povertà, nel pezzo della nuova penna di mediterranea Maria Melania Barone. Si parla di libri con Condominio occidentale, bellissimo libro della poetessa e scrittrice Paola Musa.

Ma non è ancora tutto, verranno altri pezzi da inserire e da leggere con vera passione civile!

Buona lettura!

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