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Ci occupiamo questo mese di un tema di un’attualità stringente. Tema che avevamo scelto già da tempo e con piacere presentiamo ai lettori di mediterranea. Un numero di attualità per l’inquinamento devastante che l’enorme perdita petrolifera di un pozzo sottomarino in Alabama sta provocando, solo per fare un esempio. Poi l’Europa bloccata nel suo sviluppo commerciale e turistico per l’eruzione di un vulcano in Islanda.

O ancora per disastri ambientali a causa delle discariche abusive e indifferenza dei governi, regioni, provincie, comuni, comunità. A partire dal più grande organismo politico al piccolo gruppo sociale esiste un problema ambientale, (poiché di problema si tratta).

La Fondazione Anna Lindh quest’anno si occupa per il Premio Euro Med per il dialogo tra le culture 2010, del tema “Il dialogo interculturale per la sostenibilità ecologica”. Ora, posto che il termine sostenibilità ecologica porta ad una possibile contraddizione, ossia l’ecologia è già di fatto sostenibile, non può esistere un’ecologia non sostenibile.

E forse la parola “sostenibile” vuole dirci che esiste una relazione possibile tra l’uomo e la natura, sostenibile da entrambe le parti. Bisogna giocare ad armi pari con la natura, dialogare per trovare soluzioni accettabili, quelle perfette non esistono!

Il filosofo tedesco Hans Georg Gadamer, morto alla veneranda età di 102 anni, bevendo sempre il suo vino preferito, continuando a parlare con i giovani e pensando che il dialogo fosse la chiave di ogni vita felice, ci dava lo spunto importante per considerare la natura come una parte indispensabile della nostra esistenza individuale. Siamo continuamente pressati dalle pre-occupazioni, e non dalle occupazioni. Si perde tempo ed energie prima delle occupazioni che dovremmo portare a termine. Questo per dire che occuparsi, essere dentro le cose è molto importante per l’uomo, lo è ancora di più per il rapporto tra l’uomo e la natura. Considerare la natura come una pre-occupazione, ossia come un problema da affrontare, e non invece un dialogo e un’azione continua, mette in evidenza la poca importanza data all’argomento.

L’ermeneutica nel pensiero di Gadamer, è una filosofia pratica, nel senso aristotelico del termine. L’interpretazione porta ad un’azione, ed è l’esperienza umana di volta in volta a migliorare la capacità di decidere la soluzione migliore. Questo succede quando il dialogo diventa il “mezzo” per raggiungere i risultati, il dialogo tra pari. Considerare l’altro come mio pari e ragionare con lui è un segno di intenzione di costruire un futuro comune. Quando il dialogo è vero produce il risultato del cambiamento, poiché gli interlocutori non sono più gli stessi di prima. Le persone cambiano perché cambia il punto di vista individuale, ossia si è diversificata la prospettiva e si deve ragionare su altri parametri. Insomma, la politica, (quella vera) deve riuscire a costruire un progetto diverso nei confronti della natura attraverso il dialogo vero. E’ l’unica strada per arrivare ad un cambiamento duraturo, l’applicazione delle regole non basta.

L’articolo di Carmen Bilotta racconta in modo perfetto, un’esperienza bellissima di dialogo tra culture e collaborazione per la difesa dell’ambiente.

Il nord e l’estremo sud dell’Italia uniti da un lavoro comune: integrazione culturale e difesa dell’ambiente. Tutto questo ce lo racconta da Palermo la nostra Laura Zimbardo con la passione e bravura di sempre.

C’è bisogno di una visione globale dei problemi ambientali, sia dal punto di vista inter-governativo come nei progetti dell’Unione Europea e dell’Unione per il Mediterraneo, sia considerando un problema ambientale necessariamente legato ad altri problemi. Non si può pensare che una falda acquifera inquinata sia un problema isolato all’acqua della falda. L’inquinamento colpisce l’acqua della sorgente, il fiume che viene alimentato, i terreni circostanti, i prodotti agricoli che sono coltivati nei campi, gli animali che mangiano l’erba, e in ultimo gli uomini che mangiano i prodotti agricoli.

Le priorità dei governi, come spiega benissimo Antonello Ardu nel suo bel romanzo “Dossier Hoffmann”, sono quelle dell’approvvigionamento energetico, non quelle dello smaltimento dei rifiuti o scorie inquinanti. Il bisogno di fonti energetiche determina il modello di sviluppo attuale, che è molto lontano dall’essere considerato sostenibile ecologicamente, ed è insostenibile anche dal punto di vista economico. I costi dell’energia poi si riversano sui consumatori finali, che in realtà sono quelli che determinano il mercato.

Si parla tantissimo di energia alternativa ai combustibili fossili o all’energia nucleare, e tutti sono d’accordo sul fatto che le energie pulite non possono soddisfare tutti i bisogni di una nazione, ma possono farlo a livello individuale. Se tutte le famiglie fossero dotate di pannelli fotovoltaici si taglierebbe una grossa fetta di consumi, ed è forse questo che si cerca di evitare.

I disastri ecologici, ma soprattutto la convenienza economica alla produzione di energia solare ad esempio, stanno facendo cambiare idea alle grosse multinazionali e ai governi come nel caso del Marocco, descritto da Laura Vargiu, o come il gigantesco progetto tedesco Desertec nell’articolo di Paolo Sigura, o ancora il bell’articolo di Claudia Santa Cruz sul lavoro di ricerca dell’Università di Udine sui pannelli termici solari, e nel pezzo della nostra Marta Capiluppi “Energia ecologica”.

Si può pensare alle scoperte scientifiche importanti come l’AirPod, la prima auto ad aria compressa al mondo nel pezzo di Davide Maffei.

Oltre al discorso della produzione, è fondamentale pensare alla diminuzione dei consumi: sono due aspetti dello stesso problema. Si può evitare l’inquinamento anche nel campo dello spettacolo? Leggete come si fa nel pezzo di Ivano Steri, oppure nel pezzo molto bello di Carla Giannini sul movimento per la decrescita felice.

Si può parlare di ambiente anche attraverso l’arte, come fa Serena Maffei considerando la natura “il più pregiato quadro d’autore”. C’è bisogno di educazione ambientale e ne parliamo con la nostra Meriem Dhouib che ci parla della Tunisia.

Si può anche fare la spesa ecologica per uno sviluppo economico sostenibile, sia da parte dei produttori, sia da parte dei consumatori nel pezzo di Sara Palmas, o fare un pic nic sostenibile rispettando le regole della difesa dell’ambiente nel pezzo di Elisabetta Cozzi.

Abbiamo il pensiero sull’ambiente, che diventa parola poetica, nel testo di Branka Kurz. In quello di Veronica Paniccia consigli utilissimi. E la storia meridiana non poteva mancare nel bel pezzo di archeologia di Claudia Zedda, che ci parla di una Dea molto importante. Un pezzo che arriva dalla Guinea Bissau, non certo mediterranea come posizione geografica ma mediterranea per il pensiero sull’ambiente nel pezzo di Edmond Lino Cabral D’Oliveira. E ancora organizzare un viaggio ecologico ed economico, nell’articolo di Anais Maes.

Non perdetevi una visita alla galleria di foto di Sabina Murru RIFIUTando.

Un numero ricco di spunti di riflessione e di notizie pratiche per difendere il nostro pianeta.

Vi lasciamo in allegato nelle immagini, dieci regole consigliate da GNU, un nostro amico ecologista…

Buona lettura

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