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Il tema di questo mese è “La ricchezza del Mediterraneo”, un’idea che trae ispirazione da più motivazioni.
Il Mediterraneo è una zona geografica che è tra le più ricche al mondo. Ricchezza economica, finanziaria, ricchezza di risorse naturali. Petrolio in primis, di cui detiene la maggior parte delle scorte mondiali, in Iran o in Iraq, solo per citare alcune zone.
Ricchezze culturali, se consideriamo che la nostra civiltà occidentale è il frutto di millenni di scambi e stratificazioni di culture che hanno sempre vissuto nel Mediterraneo.

Il pensatore di Auguste Rodin
Il pensatore di Auguste Rodin

Il patrimonio del pensiero. Dalla Grecia della scuola filosofica di Platone, Socrate, Aristotele, alla grandezza di Avicenna (il padre della medicina moderna) o Averroè (importante filosofo islamico, che difese la libertà e l’indipendenza della ragione speculativa nei confronti della religione), senza contare l’importanza della lingua latina che unì in un unico stato tutto il Mediterraneo, e molto oltre.

L’unità linguistica del sapere portò dei risultati interessanti. La possibilità di studiare il tutte le università europee e scambi culturali molto più semplici. Anche se il numero di studenti che seguivano le orme di Erasmo da Rotterdam, (i predecessori degli Erasmus di oggi), era molto limitato, era incredibile la possibilità di dialogare con la stessa lingua con tutti i professori d’Europa.
Si tentò in altre occasioni di ripetere quella dimensione con l’invenzione di una lingua comune per tutti, l’Esperanto. Ma fu impossibile da mettere in pratica artificialmente, perché le lingue del Mediterraneo, e di tutto il mondo, sono organismi autonomi. Non possiamo fermare o limitare il progresso di una lingua o la sua scomparsa.

La ricchezza linguistica contemporanea è ancora forte, e stranamente più si cerca l’unità politica dell’Europa e del Mediterraneo, più si cerca di difendere a tutti costi la specificità linguistica di ogni regione. Sardegna e Paesi Baschi, solo per fare un esempio conosciuto da tutti. Ma ci sono problemi anche nella parte sud del Mediterraneo. Pensiamo al popolo Saharawi che combatte ogni giorno per la difesa della lingua e della sua cultura, oltre alla sua sopravvivenza e per avere uno Stato libero e indipendente.

L’unità linguistica mondiale è assicurata oggi dalla lingua inglese, che ci permette di parlare e scrivere con ogni popolo del mondo. Tutti studiamo l’inglese come seconda lingua, questo è avvenuto grazie alle politiche colonialiste del passato e dalla potenza economiche di oggi, che parlano tutte inglese: Inghilterra, Stati Uniti, India, Australia. In molti articoli di giornali si parla degli Stati Uniti come un secondo Impero Romano, anche in questo semplice fatto: un’unica lingua, un’unica cultura.

Queste piccole esplorazioni sono solo alcune delle ricchezze culturali che ancora costituiscono la sostanza della cultura europea. Ma, fortunatamente c’è molto di più. In questo numero abbiamo indagato la ricchezza artistica, quella gastronomica, quella delle diverse possibilità di viaggi, quelle dell’ambiente, e delle infinite storie che caratterizzando il nostro presente. Abbiamo analizzato la guerra israelo-palestinese dal punto di vista della disparità economica tra i due popoli. Due popoli, perché per ora esiste un solo Stato, Israele, e un popolo che attende un riconoscimento politico vero, Palestina. Guardare le guerre dal punto di vista della ricchezza vuol dire analizzare un punto di vista più realistico. Le guerre di religione sono pretesti che nascondono un interesse economico. È sempre stato così, dai tempi delle crociate fino alla convinzione delle guerre giuste di Bush.

La ricchezza è sempre opposta alla povertà, non c’è da fare un’analisi filologica delle parole. È una verità inconfutabile. Ma in questa occasione ci occupiamo di sottolineare quale enorme ricchezza abbiamo intorno a noi. Tutti i Paesi che circondano il Mare Nostrum hanno contribuito alla costituzione della cultura occidentale, così come la vediamo ora. Anche se la tendenza a globalizzare il pensiero unico potrebbe essere un pericolo, siamo ancora sicuri che la grandissima parte della nostra cultura si fonda sullo scambio e contaminazioni di culture diverse che è stato, e continua ad essere il Mediterraneo. Questa, è infine la più grande ricchezza.

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