Quando poesia e musica si intrecciano e diventano teatro
Ricordo che quando ho conosciuto Beppe Giampà, musicista e artista poliedrico piemontese, al Salone del libro di Torino di qualche anno fa, ho avuto subito la sensazione di avere a che fare con uno spirito gentile, con il garbo tipico della sua terra, ma con una determinazione e passione per la cultura non comuni.
Già in quell’occasione mi parlava con occhi brillanti dei suoi progetti, bellissimi, in cui la letteratura faceva l’amore con la musica, in una congiunzione quasi carnale come nella letteratura del suo conterraneo Cesare Pavese.
Perciò quando lo stesso Beppe mi contattò qualche tempo dopo – precisamente nell’estate 2015 – per raccontarmi del progetto di crowdfounding che sarebbe partito nel successivo ottobre, dal nome “DELLA FATAL QUIETE”, celeberrimo principio del sonetto più amato scritto dal mio poeta preferito non ho avuto dubbi e ho pensato: sono con te.
Sì, perché come sappiamo bene di questi tempi riuscire a realizzare un progetto legato alla poesia è un vero lusso. Un lusso che diventa minoranza e che spesso nel sistema editoriale commerciale tritacarne attualmente presente nel nostro Paese non ha dignità di rappresentanza.
Anche l’idea di recuperare filologicamente i nostri poeti tra Ottocento e Novecento, quelli studiati a scuola come lo stesso amatissimo Foscolo, e Leopardi, Carducci, Pascoli, ma anche quelli a volte più controversi come il tormentato Campana, per trasformarli in teatro e musica, è un’idea coraggiosa ma non certo data in principio come vincente.
Invece stavolta la minoranza ha vinto a piene mani.
Il progetto di crowdfounding si è addirittura concluso in anticipo, a dispetto del carattere poco commerciale del prodotto proposto, con il supporto del popolo della “rete” che ha sposato la cultura e ha reso virale una discreta creatura di nicchia.
Le dieci poesie, divenute canzoni e contenute nel CD realizzato, sono il risultato forte e delicato insieme della bravura del cantautore piemontese e meritano di essere assaporate anche in contesti diversi: dall’ascolto quasi mistico in solitudine, alla condivisione a carattere didattico per riportare nelle scuole un nuovo interesse verso lo studio della poesia, considerata quasi obsoleta nell’impianto recente della letteratura italiana.
Adesso, per DELLA FATAL QUIETE, è il momento di rispondere al ruolo di alfiere culturale che gli è stato affidato, attraverso una forte campagna di diffusione del CD e una serie di concerti dal vivo.
Ora che poesia e musica hanno vinto risalendo una corrente contraria è ancora più necessario sostenere questa iniziativa in tutte le sedi, anche scrivendone.
Lo stesso Beppe Giampà ci ricorda che alla base del suo progetto c’è la forte convinzione che “non esiste alcun futuro senza la forza della memoria” e anche il forte desiderio di proporre un’opera a carattere didattico e divulgativo su alcuni dei punti fermi scolastici che hanno segnato molti di noi che hanno un po’ di anni alle spalle, attraverso l’unione con il forte potere emotivo della musica.
Un cammino che parte poesia, diventa musica e si trasforma in teatro.
Nulla si crea, nulla si distrugge – tutt’al più “rugge” – ma tutto si trasforma ci insegna Beppe Giampà passando da Eraclito, attraverso un cammino di memoria che ci giunge da lontano verso il futuro.