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Lo scrittore del libro culto Padre padrone, Gavino Ledda vince il Premio Pavese 2022 per la sezione poesia per la sua opera, ormai introvabile, Aurum tellus.

Le motivazioni del premio

Per la sezione poesia, introdotta lo scorso anno, il Premio Pavese 2022 è stato assegnato a Gavino Ledda, “come Cesare Pavese autore di un poema tellurico e cosmogonico, erede nella materiata asprezza, e sorgiva forza, di quegli esseri che hanno «un sentore muschioso di bestia e di pipa»”. Avviato sin da piccolo alla vita di pastore, Ledda consegue la licenza elementare, da privatista, nella matura adolescenza e, sempre da privatista, quella media durante il servizio militare. Dopo il diploma al liceo classico e la laurea in Glottologia, diventa assistente di Filologia romanza e Linguistica sarda a Cagliari. “La lingua di Gavino Ledda è ‘falce’, ben arrotata, che taglia le zizzanie del mondo nella cadenza eterna della fatica e del ritmo che la adempie”. Una lingua in cui “l’impasto di nome e cosa vibra ancora […] del mot originario, “motto-parola” e motte– zolla, che smotta e si strappa alla crosta”.

Gli altri riconoscimenti del Premio Pavese 2022, presieduto da Alberto Sinigaglia, sono stati attribuiti a Norman Gobetti (traduzione), Iperborea (editoria), Ludovica Maconi e Mirko Volpi (saggistica) e Michele Mari (narrativa).

Un riconoscimento importante per lo scrittore di Siligo, paese dove vive tutt’ora. A 83 anni un premio alla carriera poetica, che ripaga i suoi studi approfonditi sulla lingua italiana e sarda. Naturalmente il suo debutto letterario, l’autobiografia “Padre padrone”, resta ancora oggi un capolavoro. Libro tradotto in 40 lingue, diventa film attraverso le mani dei fratelli Vittorio e Paolo Taviani vincendo la Palma d’oro a Cannes nel 1977. Non male per chi ha vissuto come servo pastore fin all’adolescenza, la volontà vince su qualunque ostacolo.

Chi è Gavino Ledda

Nato a Siligo, 83 anni, ha cominciato a studiare a 20 anni, fino ad arrivare alla laurea in Glottologia alla Sapienza di Roma. Il successo letterario alla fine degli anni settanta con la sua opera Padre padrone, non ha però mai trascurato la poesia, con opere come Aurum tellus (Scheiwiller, Milano1992). Negli ultimi anni si è avvicinato anche al mondo del cinema. Ha diretto e interpretato il film Ybris. Nel 2020 ha recitato nel film Assandira, di Salvatore Mereu come protagonista, tratto dal libro di Giulio Angioni.

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