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Immagini invisibili di Shady RezaieNell’immaginario collettivo potrebbe essere un esercizio di magia, ma in questo numero proviamo a rendere visibili ricchezze e schifezze del Mediterraneo.

Nello spirito fino ad ora adottato da mediterranea, ci siamo spesso limitati a scoprire e proporre il meglio della nostra cultura, anche se qualche volta non si può stare zitti di fronte a ciò che invece si vorrebbe nascondere per sempre.

Ci sono luoghi “invisibili” da scoprire, che non esistono perché mai comunicati. Come la tratta dell’antico Trenino verde della Sardegna nel pezzo di Claudia Zedda o un viaggio nello sconosciuto monastero siriano di Mar Musa di Shady Hamady, o ancora un viaggio nel nostro io sconosciuto con la nostra nuova penna Manuela Priolo.

La musica indipendente, o indie come dir si voglia, è di per se invisibile o fa di tutto per esserlo…fenomeno descritto nel pezzo di Ivano Steri.
La grande arte descritta dalla neoredattrice Mariangela Pitzalis: l’invisibile nell’arte di De Chirico, Max Ernst, Magritte, Balthus presenti in una mostra memorabile a Palazzo Strozzi a Firenze, da vedere assolutamente. Ma abbiamo anche l’arte degli invisibili, opere create da artisti disadattati e outsider o Art Brut nella definizione che ne da Jean Dubuffet, da leggere nel pezzo di Laura Zimbardo.

Ragioniamo sul corpo in un pezzo di Carmen Bilotta, che definirei emozionante. Un articolo che affronta il rapporto tra il corpo e la malattia. “Ordinariamente, come nota Sartre, “il corpo passa sotto silenzio”: è, in un certo senso, trasparente, invisibile. Felicemente la salute è stata definita come “la vita nel silenzio degli organi” o come “l’inconsapevolezza del proprio corpo”.

In questo numero indaghiamo il significato stesso di invisibile. Ci siamo fatti molte domande, compito dei filosofi e dei curiosi, quello che siamo in realtà.
Quando possiamo dire di essere visibili? Quando la notizia passa in Tv, magari nella rete e nell’orario più visto? Qualcosa è visibile perché viene pubblicato su Facebook? Qual è il grado di visibilità? Qual è la differenza tra l’essere visibili ed esistere? Il valore di un’opera, di una persona è direttamente proporzionale alla sua visibilità? Se dovessimo fare questo parallelo anche i programmi commerciali, gli spot dovrebbero entrare nelle produzioni di valore..
Scoprire le ricchezze archeologiche del mediterraneo, ossia rendere visibili intere civiltà, intere storie di secoli. Spiegare, dispiegare i vari momenti di una civiltà ha un valore immenso. Ma se questi risultati non sono visibili? E anche se lo fossero, li capiremmo tutti?
Visibile vuol dire anche comprensibile, popolare forse?

Essere visibili crea economia, ma a volte l’essere invisibili ne crea di più. Se pensiamo alla camorra o alla mafia nel bel pezzo di Paolo Sigura.

Le notizie invisibili nascoste da quelle visibili. Ci capita spesso di sentire buone notizie, come quella della scelta della Sardegna per il Progetto Genoma. Un’ottima occasione di visibilità e occasione di sviluppo economico per l’isola. Questa è la notizia ufficiale. Poi c’è un libro, I partigiani del genoma di Lisa Corimbi, che attraverso la tecnica letteraria del Thriller da un’altra versione, al lettore la scelta.

Nel numero di aprile c’è molto altro. La descrizione delle invisibili personalità valorose in Libia, la sparizione di un quartiere storico in Marocco, la kasba di Telouet; e ancora nel pezzo di Meriem Dhouib la visione miope degli occidentali sui Paesi arabi li rende invisibili nella loro vera natura; il brutto è invisibile, di Carla Giannini al giorno d’oggi, senza speranza. Viene accettato solo il bello e solo il “bello” viene comunicato, passa in tv o su internet. Si è presenti ed esistenti solo se si è belli?
Un bellissimo pezzo, poetico e pieno di ricordi di Branka Kurz, bosniaca, che parla dei ponti come tramite tra visibile e invisibile, tra possibilità e realtà.
Si scopre il vero significato del francese «Jouer l’Arlésienne» nel bel pezzo della nostra studentessa della Sorbonne Anais Maes.

Sabina Murru ci regala ancora una serie di immagini che scoprono un mondo molto presente ma che non vogliamo vedere.

Le belle immagini dell’artista iraniana Shady Rezaie in questo editoriale e le opere dell’artista italiana Laura Bottaro.

Tutto ciò che abbiamo scritto cerca di illuminare, di scoprire alcuni aspetti della nostra vita mediterranea, solo uno spunto sulle molte strade che si diramano da un solo tema.

Un numero sulla nostra, bellissima, cultura mediterranea che vi invitiamo a leggere!

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