Baradili
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Decremento demografico, bassi tassi di natalità, invecchiamento della popolazione in Sardegna: espressioni che ritornano spesso nei giornali e nelle televisioni, a testimonianza della difficile situazione che sta attraversando l’Italia.

La Sardegna non fa eccezione al quadro nazionale ed è facile leggere, sulle testate giornalistiche, qualche articolo che documenta il problema dello spopolamento. In un’emorragia demografica che sembra inarrestabile, i primi centri a rischiare la definitiva scomparsa sono comuni come Baradili.

Ai più, in particolare a chi vive fuori dalla Sardegna, questo nome dirà poco o nulla. Ma Baradili è un centro che detiene un primato, che lo ha reso famoso nelle elaborazioni statistiche: con i suoi 84 abitanti è il comune meno popolato dell’isola.

Il sensazionalismo demografico è ormai il principale motivo di interesse mediatico per il paese. Ma, in realtà, il suo territorio ha un patrimonio storico millenario: tante risorse immateriali, spesso lasciate in secondo piano da testate giornalistiche e portali web.

Baradili, qualche cenno al patrimonio culturale…

Il comune dell’Oristanese è infatti a poca distanza da Barumini, una zona di grande rilevanza storica. Non sorprende scorgere, nei dintorni di Baradili, i resti archeologici di Nuraxi Cibixina, Nuratto e Nuraxi Candeu.

Chi si è già interessato del patrimonio culturale di Baradili ha sottolineato in particolare l’importanza di Nuraxi Candeu, un nuraghe monotorre dal quale è possibile ammirare il famoso complesso di Su Nuraxi di Barumini.

Nelle vicinanze di Nuraxi Candeu c’è anche una fontanella, risalente all’età nuragica ma ricostruita qualche secolo fa. Le acque che raccoglie sono usate dalla locale parrocchia di Santa Margherita, una struttura religiosa più volte restaurata, le cui prime notizie risalgono all’inizio del Seicento.

Il patrimonio culturale di Baradili non si ferma certo a qualche edificio o resto archeologico. Quella del borgo sardo è, infatti, una storia millenaria, difficile da ripercorrere in poche righe. Certo, per chi desidera avere subito qualche informazione sul passato di Baradili, è possibile consultare il sito istituzionale del comune.

Ma, se si lasciano da parte gli smarthphone e i tablet, si può rivivere la storia direttamente sul territorio. Le zone aride del paesaggio collinare si alternano a mandorleti, vigneti e oliveti, dai quali gli abitanti producono dolci, vini e oli. Queste coltivazioni testimoniano i continui interventi dell’uomo, anche nelle zone meno popolate dell’Isola.

Il territorio di Baradili ci permette di rivivere il passato, che possiamo così guardare e toccare con mano. Ma il patrimonio culturale di un luogo, si sa, è qualcosa che va oltre i sensi della vista e del tatto. Le tradizioni di un paese sono anche i suoi odori e sapori: l’occasione ideale per dimostrarlo è una visita all’annuale Sagra del Raviolo, intitolata Sul Filo del Gusto.

Si tratta di un evento culinario, che, attraverso l’assaggio di un piatto tipico, ci porta alla (ri)scoperta della migliore tradizione enogastronomica dell’Isola. Organizzata per la prima volta nel 1995, la sagra è uno dei principali appuntamenti per la valorizzazione dei prodotti del territorio. Nel corso degli anni è stato girato anche qualche video promozionale, come quello che potete vedere qui sotto.

I problemi del comune sardo

Il patrimonio storico di Baradili è stato messo in ombra, sotto l’aspetto mediatico, dai problemi demografici. Una questione allarmante, in particolare se prestiamo attenzione alle elaborazioni statistiche. Qualche esempio? La popolazione è in costante calo dal 1951 e gli abitanti hanno un’età media piuttosto elevata (47,6 anni). I giovani al di sotto dei 14 anni sono, del resto, la componente nettamente minoritaria del comune.

Ma lo spopolamento non è l’unica difficoltà del paese. Qualcuno ha cercato di andare al di là del sensazionalismo demografico, descrivendo in un post altri problemi del comune:

  • la chiusura delle scuole locali da qualche decennio
  • l’assenza di negozi alimentari
  • la mancanza di servizi essenziali come una banca e un ufficio postale

Una situazione difficile, alla quale è legata un’altra questione non sottolineata dall’autore: la tendenziale preferenza, da parte degli operatori locali, per un turismo stagionale ed estivo. Ciò è confermato dalla presenza del Parco Acquatico Ilidarab, una delle principali occupazioni turistiche della zona.

Concentrarsi su pochi mesi di attività è un’occasione economica mancata, in particolare per un comune come Baradili, collocato al centro di attrazioni turistiche di grande rilevanza: i resti archeologici di Barumini, le unicità faunistiche della Giara di Gesturi e il Complesso Forestale del Monte Arci.

Sono, queste ultime, un insieme di risorse che potrebbero stimolare nuove possibilità di sviluppo, favorendo un turismo più destagionalizzato. Ma per cogliere una simile occasione non sono sufficienti le infrastrutture fisiche.

Il territorio necessita, inoltre, di migliori infrastrutture virtuali: siti mobile friendly, miglior posizionamento nei motori di ricerca, attività mirate di Social Media Marketing. Questo aspetto, poco approfondito dalle testate giornalistiche, è uno snodo fondamentale per migliorare il futuro di Baradili.

La situazione del digitale: qualche esempio

Proviamo a cercare la parola chiave “Baradili” sui motori di ricerca: il primo risultato che vediamo, naturalmente, è il sito istituzionale del comune. È un portale dalla struttura semplice, ma di difficile utilizzo nei dispositivi mobili.

Possiamo constatarlo con un qualsiasi smartphone: ogni volta che apriamo il sito, siamo costretti a zoomare le dimensioni del testo, troppo piccole per essere leggibili. Se, invece, vogliamo verificarne la compatibilità al mobile con uno test specifico, osserviamo che il portale è inadatto per i cellulari.

 

Test ottimizzazione mobile del sito di Baradili
Test di ottimizzazione mobile del sito comunale

 

Si tratta di un aspetto estremamente critico per due ragioni:

  • il mobile-friendly è un fattore di posizionamento nei motori di ricerca, come ufficializzato ormai da tempo dalla stessa Google
  • la crescita delle connessioni via smartphone, accertabile in un qualsiasi report sull’argomento

Chiunque abbia interesse nella promozione di Baradili, deve essere consapevole degli scenari futuri: le ricerche via mobile cresceranno esponenzialmente nei prossimi anni e qualunque sito, ad iniziare da quelli istituzionali, è tenuto ad avere contenuti ottimizzati per i piccoli schermi.

In caso di mancata conversione al mobile, il rischio di un portale web è quello di scomparire dai motori di ricerca, quando lo cerchiamo da un cellulare. Il pericolo è concreto, in particolare da quando Google ha separato i due indici di ricerca per desktop e mobile.

Quella del mobile-friendly, del resto, è una precondizione fondamentale per rendere più coinvolgente l’esperienza lato utente. Altrimenti chi digita dal cellulare la parola chiave “Baradili”, ad esempio, è probabile che abbandoni la ricerca quando si troverà davanti ad un sito di difficile navigazione.

Scommettere sul mobile è il principale modo, se non il solo, per aumentare l’interesse degli utenti web sul comune sardo. In caso contrario si rischia che le tendenze di ricerca continuino ad avere lo stesso andamento dell’ultimo decennio: aumento delle percentuali nella stagione estiva e crollo negli altri momenti dell’anno.

La situazione del digitale non è migliore neanche nei social network. Lo stesso comune di Baradili non ha creato una pagina Facebook o un account Instagram e Youtube. Esiste un profilo Twitter, ma lì non è mai stato postato nulla.

 

Social network

 

Il quadro social non cambia in meglio neanche per le attività culturali. Prendiamo il caso della Sagra del Raviolo: l’evento ha due account, uno Facebook e l’altro Twitter, ma entrambi non condividono più contenuti sull’appuntamento enogastronomico da due anni.

Qualche attività social è rintracciabile nella pagina Facebook del Parco Acquatico Ilidarab, anche se i contenuti sono condivisi prevalentemente in estate (a causa della natura stagionale del centro ricreativo).

Il territorio di Baradili, in linea generale, sembra utilizzare poco i social network per comunicare e promuovere le attività della sua zona. Agendo in questo modo, gli operatori locali perdono due grandi possibilità legate ai social:

  • raggiungere, in maniera più immediata, le persone direttamente interessate al territorio di Baradili
  • essere attivi in piattaforme, come quelle social, dove gli utenti trascorrono sempre più ore del loro tempo libero

Navigando in rete, del resto, non mancano gli articoli che spiegano perché gli operatori locali, in particolare quelli della pubblica amministrazione, debbano approfittare delle opportunità legate ai social network.

È da sottolineare un vantaggio in particolare: la comunicazione in tempo reale degli appuntamenti culturali più importanti nel territorio. Ma, per attuare una simile attività, non basta leggere qualche Vademecum adottato dal Ministero della Funzione Pubblica.

È fondamentale formare persone specializzate nel settore social: esse potranno assumere il ruolo di accompagnare il territorio di Baradili in un futuro, che, stando alle elaborazioni statistiche, è sempre più digitale.

 

… in conclusione?

 

Combattere lo spopolamento con l’arte o vendendo le case a un euro è una scelta che può avere successo nell’immediato. Ma, per sperare in una ripresa demografica nei prossimi decenni, è fondamentale che comuni come il più piccolo della Sardegna offrano qualche prospettiva di crescita economica.

In caso contrario le altre iniziative, come le due appena citate, saranno destinate al fallimento perché non accompagnate da strategie di lungo periodo. Nelle scelte future non dovrà essere più escluso il ruolo della comunicazione digitale, una componente ormai fondamentale per qualsiasi opera di valorizzazione del territorio.

1 thought on “Il più piccolo comune della Sardegna: quale futuro?

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