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Il celebre super bonus 110 è una proposta rivoluzionaria per molti aspetti. Riesce a conciliare sviluppo economico, ripresa di un settore moribondo come l’edilizia, risparmio energetico per famiglie e risparmio energetico per lo Stato, sostenibilità a lungo termine e indipendenza progressiva dalle fonti fossili, e dai Paesi terzi, vista la scarsità di fonti energetiche nazionali. Ci sono luci ed ombre sull’applicazione della legge e sulle reali possibilità di portare a termine i lavori.

A questo proposito abbiamo intervistato l’Architetto livornese Daniele Menichini, avendo vissuto in prima persona le difficoltà, e difeso strenuamente la bontà della misura, tanto da scrivere al Presidente del Consiglio Draghi per dire la sua.

Tra un Decreto Legge e le sue applicazioni ci sono sempre molte incognite. Quali problemi ha dovuto affrontare l’iter del bonus 110 da quando è stato creato ad oggi?
Generalmente se il Decreto Legge è ben impostato le incognite non sono molte da gestire, nel caso del cosiddetto Decreto Rilancio che ha introdotto gli articoli 119 e 121, non è stato proprio così e ci sono stati costanti aggiornamenti e modifiche che hanno complicato molto il lavoro dei professionisti, delle imprese e la reale possibilità di usufruire delle detrazioni da parte dei soggetti beneficiari che non dimentichiamolo sono i cittadini.

Il motto con il quale si è lanciato il provvedimento è stato quello del “tutto gratis” e la prima difficoltà che abbiamo avuto è stata quella di dover far capire ai committenti che non era così, a partire dalla necessità di anticipare un rimborso per lo Studio di Fattibilità trovandosi spesso a sentirsi dire che c’era un collega o un impresa che lo facevano gratuitamente; questo ci ha aiutato a selezionare i committenti.

Si parla continuamente della spesa enorme che lo Stato sta affrontando per coprire i crediti che permettono alle imprese di realizzare i lavori, e alle famiglie di avere una casa più sostenibile, ma non vengono mai citati i vantaggi. Ci sono dei calcoli che possano dimostrare il vantaggio anche da parte dell’amministrazione pubblica?
Il Governo e le Pubbliche Amministrazioni hanno oramai la cattiva abitudine di definire ogni loro attività un esborso o un costo, senza mai pensare che in realtà questo sia un investimento che porterà ad introiti molto più importanti. Il provvedimento è nato in un momento di profonda crisi legato all’arrivo della pandemia ed all’incognita su come uscirne ed ha giustamente coinvolto il settore dell’edilizia che poteva effettivamente far girare l’economia con il suo indotto.

Un calcolo preciso credo che ancora non sia disponibile ma ci sono delle proiezioni che mettono ampiamente al sicuro il Governo sui rientri. Con la cessione del credito il Governo sostanzialmente si garantisce che le imprese non lavorino in nero, che paghino l’iva, che paghino i contributi dei dipendenti e che paghino le imposte anche perché senza il Documento di Regolarità Contributiva non si ha accesso all’agevolazione; bisogna poi pensare che questa garanzia si amplia perché si toglie lavoro sommerso e si assumono dipendenti sia direttamente nelle imprese edili che in tutte quelle che attorno vi ruotano come la produzione dei materiali, i trasporti ed un elenco infinito.

Il Governo ha sempre pensato che i professionisti fossero evasori e li ha sempre tartassati per una presunzione di colpevolezza e sicuramente con questo provvedimento, mettendolo nella condizione di lavorare al massimo delle tariffe ripristinate di fatto dal Decreto stesso, si garantisce il pagamento di tutte le imposte anche sia dai tecnici che dai fiscalisti. Insomma qui si parla di un’ondata di soggetti coinvolti che garantirebbe allo stato un facile strumento di controllo e incasso … pensate se tutto cade o resta bloccato chi pagherà?

Moltissimi articoli parlano dei vantaggi a favore delle classi più abbienti a svantaggio dei condomini o comunque delle case di fascia bassa. È plausibile questa critica?
Questa è assolutamente una di quelle che possiamo definire fake news, non esiste il vantaggio o lo svantaggio per classi economiche diverse, lo strumento è valido ed uguale per tutti. Purtroppo la distinzione andrebbe fatta invece da un punto di vista culturale perché forse la disuguaglianza tra i più e meno ricchi si crea sotto questo profilo e il resto ne è una conseguenza. Noi abbiamo avuto occasione di lavorare con condomini più abbienti e con condomini meno facoltosi e le domande e l’approccio sono stati quasi sempre simili, forse perché il nostro modo di spiegare le cose era reperibile con un linguaggio universale.

La questione delle truffe all’erario. l’Agenzia delle Entrate ha più volte specificato che la maggior parte delle truffe si concentra nella misura del bonus facciate, mentre una parte della classe politica afferma sia colpa del bonus 110. Chi ha ragione?
Su questo argomento si che sono state fatte calcoli e proiezioni e sicuramente posso confermare che la maggior parte delle truffe è arrivata dagli altri bonus edilizi, specialmente quello facciata che solo con il Decreto Antifrode ha avuto uno stop. Le regole del 110 erano chiare da subito sui massimali di spesa e quindi hanno lasciato poco spazio ai furbetti anche se qualcuno ovviamente ne ha approfittato.

Nei bonus che non hanno un limite di spesa ogni voce di capitato è lievitata in maniera incredibile, creando un mercato edile drogato nei prezzi che si è provato a giustificare con il caro materiali e con l’irreperibilità degli stessi. Se volessimo dire quali bonus edilizi hanno mangiato crediti e limitato la possibilità dell’accesso oggi al 110, possiamo effettivamente dire che sono stati gli altri ma non quest’ultimo provvedimento. Per esempio io non avrei incluso la cessione del credito al bonus casa o ad altri bonus assestati ed in crescita e che avrebbero lasciato risorse disponibili a provvedimenti temporanei.

Dal punto di vista energetico, quanto risparmio in termini di kilowatt si può produrre dotando almeno un terzo delle abitazioni italiane dei miglioramenti derivanti dal 110?
Questa è una domanda difficilissima a cui rispondere perché non credo siano state fatte delle precise stime ma posso parlare un po’ della nostra esperienza con la premessa che l’efficientamento energetico non va trattato solo in termini di minor consumo degli edifici vecchi ed energivori, ma in generale, come una riduzione dell’impatto ambientale e preservazione delle risorse oltre alla riduzione dell’emissione di C02. Un edificio ben calcolato e ben efficientato costruito negli anni 70 può andare a ridurre la necessità di energia (gas o elettrica) fino al 50% e di conseguenza ridurre le emissioni di C02 di altrettanta percentuale, non è un numero a caso o una boutade ma un effettivo calcolo che a volte si spinge anche oltre quando si riescono a mettere in piedi tutte le tecnologie a disposizione partendo dalla dotazione di produzione a bordo di energia ed acqua idrotermosanitaria.

Al giorno d’oggi è sempre più palese che essere indipendenti dal punto di vista energetico significa essere indipendenti dal punto di vista geopolitico. Come mai questo fatto tarda così tanto ad emergere?
Gli interessi sul tema energetico e del fossile sono appunto incredibilmente tanti ed a vantaggio economico di pochi e il nostro paese è sempre stato compresso su più fronti dai paesi più forti e non ha mai realmente avviato un percorso di transizione ecologica. Voglio fare un esempio, quando si è iniziato a parlare di energia rinnovabile si è pensato di incentivare la realizzazione di campi fotovoltaici e anche la piccola diffusione puntuale ma si è dovuti arrivare ad una direttiva dell’Unione Europea per sancire che bisognava anche pensare ad efficiente gli edifici e farli consumare meno. L’approccio è stato quello dell’avere a disposizione uno stock infinito di sole e vento e quindi il problema era risolto così.

La realtà dopo 9 anni da quella direttiva è quella che stiamo vivendo oggi, quella di una profonda crisi energetica che evidenzia ancora la dipendenza da fonti di energia tradizionale. Si parla troppo di Transizione Ecologica ma su questo si fa molto molto poco e mentre se ne parla si vanno a stringere accordi politici con produttori di fonti fossili per convertirle in energia nel nostro paese attraverso le centrali o le singole utenze; si da al PNRR su questo aspetto un ruolo fondamentale pur sapendo che in realtà sarà fallimentare perché non si possono in pochi anni colmare le lacune di un passato incurante del futuro. Gli obiettivo 2020 dell’Horizon non sono mai stati raggiunti, gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu lo saranno altrettanto ed è già stato palesato, figuriamoci una proiezione al 2050 che è il punto di non ritorno. La politica dovrebbe fare moltissimo su questo argomento ed invece è capace di fare solo green washing.

Infine quali sono le ultime notizie riguardanti le proroghe, le regole in generale, per portare avanti i lavori nei condomini e nelle case singole? A vostro parere si possono ancora iniziare oggi i lavori per il 110 per un condominio per esempio?
Tutte le domande erano difficili ed avrebbero meritato 4 volte lo spazio per una risposta più approfondita e generale, ma questa è davvero quella che ci mette in crisi perché la nostra vorrà essere una risposta ottimistica e non catastrofica, proviamo a darla. Le regole sono importanti ma andrebbero semplificate andando a ridurre la burocrazia ed aumentare i controlli grazie alle società di check e validazione che si interfacciano direttamente con Agenzia dell’Entrate ed Enea, non devono più essere chieste proroghe perché anche queste sono state un bug del sistema che ha procrastinato cose che dovevano essere concluse entro certi tempi; per le case singole oramai il termine dei presentazione delle CILAS è scaduto lo scorso 30 giugno ed è stata sancita la non volontà di dare proroghe oltre le scadenze del 30 settembre e del 31 dicembre 2022.

Per quanto riguarda i condomini assolutamente con 16 mesi davanti le cose si possono fare e lo spazio c’è quindi vorrei essere ottimista, certo bisognerebbe invitare a portare a conclusione tutti quei lavori che hanno già avuto un iter nelle assemblee, nelle contrattualizzazioni, nell’inizio dei lavori imminente ed evitare di mettere altra carne sul fuoco; questa scelta dovrebbero farla con coscienza prima di tutto gli amministratori, i professionisti e le imprese consigliando bene i cittadini.

Il Governo ha la grande responsabilità di far ripartire il meccanismo che ha volontariamente tenuto bloccato per prendere tempo e scoraggiare più possibile i cittadini ad intraprendere questo percorso, lo spauracchio potrebbe favorire chi ha perseverato ed è stato seriamente intenzionato a riqualificare il proprio edificio e non chi ha visto la solita scorciatoia per sprecare denaro pubblico. Ognuno ha la sua responsabilità e deve ammetterlo facendo anche un passo indietro davanti allo sblocco dei crediti ed alla sburocratizzazione da parte del Governo.

Se tutto rimarrà fermo cadremo in una profonda crisi economica e sociale che nessuno avrà la capacità di governare senza aiuti … ecco come un investimento del Governo si trasformerà in costo sociale.

https://danielemenichini.myportfolio.com/

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