Tempio di Nettuno di Pozzuoli
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Napoli (ITALIA)

I maggiori eventi della serata finale del Malazè erano vicini spazialmente. Uno nel carcere femminile di Pozzuoli, dove una parte delle detenute, che avevano previamente frequentato un corso di cucina, affiancate da chef campani, hanno preparato” la Cena Galeotta”. Il ricavato della cena è stato devoluto in beneficenza per acquisti destinati alle zone comuni per le detenute dello stesso carcere.

Data la novità, evento con il tutto esaurito sin dai primi giorni della rassegna.
Il secondo evento, ma non per ordine di importanza, ha avuto luogo quasi a fianco all’istituto giudiziario, nel tempio di Nettuno in via Terracciano. I ruderi del tempio, come il terreno circostante proprietà di un privato, sono molto ben conservati e la sera luci collocate sapientemente ne valorizzano la bellezza.

Entrando dal mare nel porto imperiale di Pozzuoli, Il Tempio di Nettuno, che si ergeva ricco e maestoso sulla collina, era stato eretto anche allo scopo di impressionare il viaggiatore, mostrando la ricchezza e opulenza della città. Ora anche gli stessi puteolani ne ignorano spesso l’esistenza, e toglierlo dall’invisibilità (per questo il titolo: alla scoperta dei luoghi invisibili) è il proposito della associazione Pozzuoli Crea. L’associazione, sorta da poco meno di un anno, ha scelto questa sede per due spettacoli, uno di monologhi teatrali la domenica, l’altro evento, il martedì sera, era invece un concerto di mandolino, mandolone e chitarra, con un repertorio che spaziava da Pergolesi al Ragtime con puntate struggenti con tanghi di Astor Piazzolla, che hanno entusiasmato e sedotto tutti i presenti, me inclusa.

Uno dei temi cari all’associazione, come mi ha raccontato con passione il suo presidente, Salvatore Ceraldi, oltre a musica e concerti, (un appuntamento già fissato è per il 27 agosto 2011) è la gastronomia. Per questa edizione di Malazè, è stato protagonista il cibo di strada, o come si dice oggi perché suona meglio, il finger food. Ma non quello raffinatissimo e elegante da rivista patinata, bensì quello autentico come si conosce in tutta la Campania. Per esempio il tarallo con il pepe, la pizza piegata in quattro a portafoglio, la graffa con lo zucchero a granella, il ped’e musso, (la zampa del maiale), il cartoccio con la frittura di pesce azzurro, i maccheroni con parmigiano come venivano venduti una volta per strada dai mercanti ambulanti, e come spesso venivano rappresentati nelle stampe ottocentesche. Intorno al palco principale c’erano grandi riproduzioni di queste stampe, che mostrano gli ambulanti nel passato. Alcune tavole mostravano pietanze ormai introvabili, ma la maggior parte di loro vengono ancora offerte sui loro carrettini dagli ambulanti, che si sentono ancora adesso in certe strade del centro storico, con le loro grida tipiche di richiamo, che li annunciano e li associano alla loro merce.

Tutti ricordi legati a una cultura gastronomica povera ma saporita, perché i poveri non hanno certo i mezzi per ingredienti raffinati, ma alla gioia del mangiare gustoso non rinunciano.
Cibo di strada nel Tempio di Nettuno di Pozzuoli: un perfetto finale a tema per
Malazè. L’evento archeoenogastronomico dei Campi Flegrei.
Arrivederci quindi al Malazè 2011.

Informazioni sempre su www.malaze.org

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