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La cantina MaremmaAlta si trova in pieno nel distretto vitivinicolo di Monteregio, precisamente nella piccola località Casteani nel comune di Gavorrano.

Già frequentato dagli Etruschi, Il territorio di questo piccolo borgo toscano, abitato da poco più di 8000 abitanti e famoso per i ricchi giacimenti di pirite sfruttati sino agli inizi degli anni ‘80, si estende tra la pianura della Maremma grossetana, il versante settentrionale del complesso del Monte d’Alma e l’estremità sud-orientale delle Colline Metallifere, per un’altitudine variabile tra i 15 ed i 530 metri sul livello del mare.

È qui che avviene il cambio paradigmatico di Stefano Rizzi, uomo del vino da circa 40 anni, che decide nel 2006 di diventare viticultore e fondare la sua azienda nel 2006, dopo una vita manageriale che lo ha portato ai vertici di Winebow, azienda leader nella distribuzione di vini prestigiosi negli States.

Esordendo con una conduzione biodinamica sia in vigna che in cantina, i vini di Stefano Rizzi sono risoluti come il loro produttore, non scendono a compromessi e vogliono esprimere un valore qualitativo inedito e fuori da ogni narrativa scontata, su un territorio che invece ha tanto ancora da raccontare e vuole farlo in maniera sincera e a modo suo. L’azienda agricola è decisamente armonica col paesaggio nel suo aspetto esteriore ma gli ospiti vengono investiti al suo interno di un calore soffuso, di arredi di buon gusto e dei tantissimi quadri, degli scaffali ricolmi di tomi di ogni sorta e di una preziosa collezione di pipe, a dimostrazione dello spirito raffinato e poliedrico di Stefano.

Raggiungere MaremmaAlta significa abbandonare il caos cittadino, attraverso un percorso sinuoso costellato da cipressi, ulivi secolari e girasoli, fino a raggiungere il vicino bosco della tenuta, sentire lo scroscio delle acque di un vicino torrente, degustando i vini presso quella che lo stesso Stefano ama definire “trattoria rurale”.

Ecco tre assaggi dei vini di territorio di MaremmaAlta….

Vermentino Le Strisce Maremma Alta, Monteregio di Massa Marittima Doc 2018

Indossa una veste dal color giallo dorato che riverbera pienezza ed acidità, grazie alla danza di luce che la anticipa prim’ancora del sorso. Piacevole intensità nelle lente lacrime e negli archi abbastanza stretti. Presenta profumi complessi e di una intensità che non trabocca dal calice ma che pretende di essere pazientemente ricercata: note finissime da idrocarburo, poi la salvia, il burro di nocciola, il miele di acacia e lo zafferano. In bocca è umami più che sapido, insomma un vino saporito, succosissimo per l’acidità che per niente ha disatteso quanto percepito all’esame visivo, e con una buonissima estrazione glicerica. In retro-olfattiva note agrumate tra il limone ed il pompelmo, rintocchi di nespola, ritorna lo zafferano, la salvia e il burro di nocciole. Affinamento sur lie per un vino mediterraneo di grande complessità e longevità.

Spaghettoni alla chitarra mantecati al Bleu d’Auvergne, con noci, pepe di Sichuan e battuto di gamberi rossi.

Ciliegiolo Maremma Alta, Igt Toscana 2021

Per quanto sfoggi già ancora un colore rosso rubino ed appaia in odore di gioventù, mantiene una piacevole intensità cromatica, pronta a virare verso tonalità più evolute e, roteando il calice, presenta una grande consistenza. Profumi da ciliegia ed amarena, ribes nero, pepe nero, tabacco essiccato ed una fragrante, per quanto non troppo essiccata, connotazione floreale da pot-pourri. Sorprende il sorso voluminoso, tale da riempire e da appagare il palato da subito. Si ammassano in un unicum materico acidità, tannino ben integrato ed una nota sapida, a dimostrazione sì di una necessaria attesa ma anche di un insospettabile equilibrio. Torna in bocca la frutta e le spezie, con un tabacco che volge in tè nero. Vino che ben traduce lo spirito del Ciliegiolo in purezza tout court e dalla buona la persistenza aromatica intensa.

Cacciucco alla livornese.

Guardamondo riserva, doc Monteregio di Massa Marittima 2018

Questo Sangiovese in purezza già all’esame visivo si affetta col coltello, presenta un colore rubino cupo, vividissimo e quasi impenetrabile vividissimo. Nel calice anch’esso, così come il primo vino, vive di luce propria, con archi ampi e lacrime quasi fuori tempo massimo. Frutti di bosco, marasca selvatica e confettura di ciliegie e lamponi, cannella essiccata, tabacco e pepe nero. Un morso più che un sorso, appagante e materico. Tannini levigati, piacevolissima freschezza e buona sapidità per una persistenza impressionante.

Gnocchi di pane al cinghiale.

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