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La capacità di Identità Mediterranea e di Gaetano Cataldo, suo fondatore, è stata non soltanto quella di riunire 26 cantine provenienti da tutti i distretti vitivinicoli della Campania ma di mettere in rete gli attori dell’enogastronomia regionale, dimostrando che perseveranza, spirito di appartenenza al territorio, creatività e gioco di squadra possono davvero procurare una sana inversione di tendenza e ricreare un senso armonico nel fare le cose.

Complice di queste piccolo miracolo, in un’epoca dove vige il disinteresse generalizzato, l’apatia, il pregiudizio ed il campanilismo, è stata sicuramente la forza di una piccola associazione di farsi spazio tra mille difficoltà, di avviare un dialogo costante e paziente con tutti gli attori del territorio, dalle persone semplici alle istituzioni fino agli imprenditori, raccontando ardentemente un sogno ed una visione che sono diventati sogno e visione condivisi.

A rappresentare per la bottiglia celebrativa, realizzata assieme al winemaker Roberto Cipresso, il mondo cerealicolo e quindi l’eccellenza pastaia campana non poteva che esserci un’azienda di tradizione che provenisse da un territorio di vocazione.

A Gragnano, da oltre 100 anni la sapienza e i gesti antichi di 3 generazioni di mastri pastai si mescolano alle pure acque sorgive locali e al migliore grano duro 100% italiano, per portare sulle tavole del mondo, precisamente in 35 paesi, il gusto unico della Pasta di Gragnano Igp. Trafilata al bronzo ed essiccata lentamente a bassa temperatura, la pasta Di Martino profuma di grano, è tenace in cottura e trattiene i sughi alla perfezione grazie alla sua superficie porosa. Con i suoi oltre 100 formati da sperimentare in cucina, per innamorarsi di mille e più sfaccettature di gusto, il Pastificio Di Martino riesce a sposare perfettamente le ricette della gastronomia della Campania.

La storia di questa famiglia è fortemente radicata nella tradizione pastaia: si pensi che Giuseppe Di Martino, il capostipite del pastificio, nel lontano 1907 ed all’età di 10 anni, iniziò a lavorare in un pastificio il cui proprietario non aveva figli maschi a cui tramandare la sua sapiente esperienza, diventandone dapprima “capo d’arte della pasta corta” e, successivamente, dopo aver appreso l’arte dell’essicazione, al tempo su appositi stenditoi, divenne “impastatore”, qualifica che al tempo voleva dire direttore generale del pastificio.

A quel punto, il proprietario del pastificio, rendendosi conto che Giuseppe si destreggiava con maestria in tutte le fasi della filiera, decidere di cedergli le azioni e così, nel 1912, nacque il pastificio DI Martino, rilevando la proprietà di quello che fu il pastificio Cipolla-Lauritano.

A quei tempi la pasta veniva venduta anche sfusa e quindi avvolta nella tipica carta blu che contraddistingueva l’intera categoria alimentare. La pasta era consegnata in scatole di latta o, più spesso, in cassette di legno, con le quali veniva anche esportata all’estero. Nel 1915 il Pastificio G. Di Martino fu il primo a passare il Canale di Panama, perché i migranti italiani in America ben conoscevano la qualità della sua pasta. Inoltre, l’ubicazione di Gragnano, vicinissima al mare, facilitava il trasporto marittimo verso altri continenti.

Credits: Alessandra Farinelli Shooting per Pastificio dei Campi/Firstonline

Oggi Giuseppe e Giovanna Di Martino, nipoti del fondatore, sono pastai di terza generazione, portano avanti la vocazione dei loro predecessori con identica passione e valori, improntando la produzione sulla qualità, l’artigianalità, l’innovazione e la valorizzazione della cultura territoriale attraverso il marchio Pastificio Di Martino. Proprio grazie a questa grande attenzione per il territorio e per la sostenibilità la famiglia Di Martino ha saputo dimostrare il suo legame più sincero con questa terra sposando proprio progetti di valore come appunto Mosaico per Procida, aiutando Identità Mediterranea a raggiungere gli obiettivi perseguiti, tra cui donare alla municipalità dell’isola i fondi necessari per l’iscrizione per ben due annualità nell’elenco delle Città del Vino e non solo.

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