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Il 27 ottobre è stata inaugurata presso l’ottocentesca Villa Ferretti la nuovissima sede distaccata dell’Università Federico II di Napoli a Bacoli.

È un passo di grandissimo rilievo socio-economico e culturale per tutto il comprensorio dei Campi Flegrei, tanto più che il nuovo ateneo, oltre ad essere un vero e proprio tesoro architettonico, costituisce un radioso simbolo di riscatto civile nei confronti della malavita: infatti, costruita a fine ‘800 nell’area sottostante al Castello Aragonese di Baia da una ricca famiglia di armatori genovesi, negli anni successivi è stata sotto il controllo della camorra, finché nel 1995 non venne sequestrata al boss malavitoso Giuseppe Costigliola. Dal 1997 è patrimonio architettonico dello Stato, grazie ad una sentenza del Tribunale di Napoli che ne decise il suo riutilizzo a fini sociali. Al suo interno, dopo essere stata finalmente sottratta alla criminalità organizzata, Villa Ferretti vede da qualche decennio manifestazioni culturali, matrimoni civili e spettacoli di ogni sorta; dotata di un grandissimo parco e di una spiaggia privata, disponibile per la balneazione a tutta la comunità gratuitamente, oggi possiamo dire che Villa Ferretti ospita il primo ateneo vista mare, affacciando su un litorale tra i più belli, proprio nell’area del Parco Archeologico Sommerso dei Campi Flegrei.

All’apertura dell’evento “L’Ateneo a Bacoli” è stata quindi inaugurata la sede del complesso universitario federiciano di Villa Ferretti con i saluti di Matteo Lorito, magnifico rettore dell’università partenopea, quindi di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei ed infine di Josi Gerardo della Ragione, sindaco di Bacoli. Con la presenza di istituzioni politiche e le massime cariche religiose e militari sono intervenuti anche Carmela Capaldi, Andrea Mazzucchi, Gennaro Ferrante e Marco Pacciarelli, professori di studi umanistici dell’Unina.

Queste le parole del primo cittadino bacolese:

Ecco la prima sede universitaria di Bacoli. È quasi pronta. Ed è già uno spettacolo. Villa Ferretti, bene confiscato alla camorra. Ospiteremo tanti studenti, professori, ricercatori. Sarà palcoscenico di convegni, lezioni, studi. E resterà un parco aperto a tutti. Con spiaggia pubblica. Mare splendido. Alle pendici del Castello Aragonese. E del Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Sarà la nostra cattedrale della cultura. Una casa aperta alla comunità. Un orgoglio. Vogliamo che diventi un presidio stabile per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. – continua – A partire da quello archeologico sommerso. Insieme all’Università Federico II di Napoli. Coinvolgendo la Soprintendenza dei Beni Culturali ed il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Abbiamo tolto le impalcature, concludendo la prima parte dei lavori pubblici. Ci avviamo alla conclusione. Avviando anche le opere per la protezione della Villa dal mare. In sinergia con le istituzioni. Insieme, stiamo facendo cose bellissime. Per la nostra amata città. Un passo alla volta”.

Insomma, grandi prospettive per il distaccamento flegreo dell’Unina dove, assieme agli studi ed alla ricerca sull’archeologia subacquea, verrà mantenuta la vocazione di polo culturale e meta per il tempo libero, elementi questi ultimi che ne escono certamente rafforzati e valorizzati ulteriormente. Inoltre, alle materie attinenti all’archeologia marina, ci saranno anche corsi di studio sulla digital humanities computing: in pratica è un campo di studi che nasce dall’integrazione di procedure computazionali e sistemi multimediali con le discipline umanistiche, relativamente alla rappresentazione dei dati, alla formalizzazione delle fasi di ricerca e alle tecniche di diffusione dei risultati. Tale rapporto tra le due componenti si esprime non solo a livello applicativo, ovvero nell’impiego di strumenti informatici per rendere più veloci ed efficienti le ricerche delle discipline umanistiche, ma anche a livello metodologico, ovvero nell’integrazione di approcci al fine di generare nuovi paradigmi di elaborazione dei dati. Partendo dalla valorizzazione dell’ecosistema attorno al quale ruota l’umanista digitale, saranno molteplici le declinazioni ed i campi di applicazione: dagli studi ai corsi alle ricerche ai workshop ai seminari alle manifestazioni culturali, Villa Ferretti sarà anche un centro congressuale. Le ricadute del processo di transizione digitale saranno incidenti in diversi ambiti del patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, dagli studi linguistici, filologici e letterari, sino a quelle sulla storia delle arti figurative, la stessa archeologia, l’informatica umanistica, la musicologia e la biblioteconomia, il tutto rapportato all’interazione uomo-macchina.

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