HANGARBICOCCA
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E’ in pieno corso il 29° Festival Milano Musica che, dal 15 ottobre al 23 novembre, si svolge all’insegna del cammino, inteso come rifiuto delle strade battute e ricerca incessante di nuovi percorsi artistici.

Il titolo del Festival, “Caminantes”, evoca il verso di Machado “Viandante, non esiste cammino, il cammino si compie nell’andare”, a cui si ispira anche Luigi Nono nell’opera orchestrale “No hay caminos, hay que caminar… Andrej Tarkowsky”.

Il Festival, realizzato in collaborazione con il Teatro alla Scala, nel trentennale della scomparsa del compositore, rilancia il messaggio noniano che, in un momento di difficoltà per il comparto dell’arte dal vivo, diventa cogente e inderogabile. Il tema “Creazione artistica come bene pubblico e necessità sociale” è stato del resto approfondito, coinvolgendo i compositori ospitati nel Festival, nel corso di una tavola rotonda organizzata nel Ridotto dei Palchi “A. Toscanini” del Teatro alla Scala, in collaborazione con la Fondazione Claudio Abbado. La programmazione, con cinque commissioni e due co-commissioni internazionali, propone quattordici concerti di musica da camera, sinfonica, elettronica e di teatro musicale dislocati fra sedi classiche come il Teatro alla Scala e Palazzo Reale, e spazi non convenzionali ma di grande interesse acustico come il Pirelli HangarBicocca o Santeria Toscana 31. Oltre a importanti lavori di compositori della tradizione novecentesca, si assiste a ben tredici prime esecuzioni assolute e tre prime esecuzioni italiane di opere di importanti compositori contemporanei, che vedono affiancati interpreti emergenti e grandi nomi della più illustre tradizione concertistica.

Incontro il Maestro Alvise Vidolin, figura storica della musica italiana, regista del suono e esecutore di live electronics per grandi compositori come Berio, Nono, Donatoni, Sciarrino e molti altri, in uno degli ampi spazi del Pirelli HangarBicocca, sotto gli imponenti Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, per il concerto inaugurale di Milano Musica.

Alvise Vidolin

Il concerto ha registrato il sold out. Pensa che in un futuro prossimo l’ascolto della musica contemporanea ed elettronica potrebbe essere più generalizzato?

“Che lo spazio sia gremito è indubbiamente incoraggiante, anche grazie a un’offerta del Festival molto variegata e differenziata, fatta di nuove idee che non possono che generare nuovi stimoli. Questo vale anche per molte altre realtà che creano un certo fermento in tutta Italia”.

Si nota anche la presenza di esecutori molto giovani. Anche questo è positivo?

“Certamente. Le nuove generazioni sono molto affascinate dalla tecnologia e hanno voglia di sperimentare con l’elettronica, ma questo entusiasmo talvolta non tiene conto delle ricerche precedenti, col rischio di andare a ripercorrere strade già battute”.

Come si può ovviare a questo rischio?

“Spesso mi rendo conto che non solo il grande pubblico, ma anche gli stessi allievi di Musica elettronica, hanno grosse lacune nella conoscenza e nell’ascolto della Storia della Musica, mentre invece sarebbe necessario arricchire la voglia di esplorare i nuovi mezzi musicali con uno studio accurato dei percorsi storici che li hanno generati”.

Cosa pensa, in un momento storico difficile per la fruizione della musica dal vivo, dell’ascolto attraverso la tecnologia, per esempio in streaming?

“Siamo senza dubbio in un momento di transizione riguardo alle modalità di ascolto della musica, grazie ai progressi tecnologici, ma anche a causa delle tristi vicissitudini di questi tempi. Ma secondo me il concerto deve rimanere il luogo centrale della musica, che è innanzitutto un momento di socialità in cui anche l’ascoltatore è parte attiva del contesto musicale. Lo vediamo anche in questo concerto, dove lo spettatore è avvolto dall’elettronica, che favorisce un’immersione totale nella musica”.

L’ascolto isolato è dunque limitativo?

“Sì, lo considero incompleto dal punto di vista musicale: spesso per me ascoltare una musica registrata funziona se ho vissuto direttamente l’esperienza di fruizione dal vivo e quindi la posso in qualche maniera ricordare. Se ascoltassi per la prima volta la musica solo registrata probabilmente mi perderei degli elementi che sono strutturali”.

Ha paura che con i nuovi Dpcm la musica dal vivo, e l’arte in genere, verrà penalizzata?

“Temo questo, ma non certo perché credo che si voglia deliberatamente colpire l’arte o la musica. Indubbiamente i concerti di musica colta sono sempre sottoposti a grandi cautele e hanno normalmente una fruizione ordinata, quindi il rischio di contagio è molto contenuto. Però credo sia difficile per il governo fare decreti differenziati per generi musicali o esperienze artistiche diverse, quindi inevitabilmente il momento collettivo, se continua questa crescita esponenziale di contagi, va drasticamente contenuto”.

Maggie S. Lorelli e Alvise Vidolin

I CONCERTI

Giovedì 15 ottobre, ore 20, anteprima aperta del Festival nella Chiesa di San Fedele: il violinista Francesco d’Orazio esegue di Luigi Nono “La lontananza nostalgica utopica futura. Madrigale per più caminantes con Gidon Kremer” per violino e otto nastri magnetici. In programma anche “Mortuos Plango, Vivos Voco” di Jonathan Harvey per suoni concreti elaborati al computer. Alvise Vidolin alla regia del suono.

Sabato 17 ottobre, ore 20.30, concerto inaugurale al Pirelli HangarBicocca. ZAUM_percussion (Simone Beneventi, Carlota Cáceres, Matteo Savio, percussioni, artisti in residenza a Milano Musica per il triennio 2018/2020) e i tre pianisti Maria Grazia Bellocchio, Anna D’Errico e Aldo Orvieto propongono la prima esecuzione assoluta dei lavori per trio di percussionisti ed elettronica “De Rerum Natura” di Claudio Ambrosini e “Vuoi che nel fuori” di Marco Momi, insieme ai brani per tre pianoforti “Ostinato n. 6” di Adriano Guarnieri e “Tecniche per la misurazione dell’infinito” di Ambrosini. Alvise Vidolin e Luca Richelli alla regia del suono.

Domenica 18 ottobre, ore 11, a Palazzo Reale, il flautista Matteo Cesari e l’ensemble Suono Giallo sono protagonisti di un concerto monografico dedicato a Salvatore Sciarrino, fra le cui opere si segnala la prima esecuzione assoluta di “Un tibetano a Parigi (nuovi skyline da respirare)” per flauto solo.

Domenica 18 ottobre, ore 20, al Teatro alla Scala la pianista Mariangela Vacatello interpreta due dei “12 Studi per pianoforte” di Claude Debussy, la prima esecuzione della versione definitiva dei “Trois études pour piano” di Marco Stroppa, “Miniatures” di Yan Maresz, lo “Scherzo II” di Georges Aperghis per pianoforte, entrambi in prima esecuzione assoluta, per finire con “Kreisleriana” di Robert Schumann.

Lunedì 26 ottobre, ore 20, al Teatro Elfo Puccini, mdi ensemble (Sonia Formenti, flauto; Paolo Casiraghi, clarinetto; Lorenzo Derinni, violino; Paolo Fumagalli, violino, viola; Giorgio Casati, violoncello; Luca Ieracitano pianoforte; Joo Cho mezzosoprano), diretto da Yoichi Sugiyama, interpreta “Il mare azzurro… ritraendosi” di Giacomo Manzoni in Prima assoluta, “Hay que caminar soñando di Luigi Nono, “La fine è senza fine” di Lorenzo Troiani e “L’ultima sera” di Franco Donatoni.

Venerdì 30 ottobre, ore 20, Conservatorio “G. Verdi”, Maurizio Pollini esegue i “Drei Klavierstücke” op.11 e i “Sechs kleine Klavierstücke” op. 19 di Arnold Shoenberg, “… sofferte onde serene…” per pianoforte e nastro magnetico di Luigi Nono, di cui il pianista è dedicatario insieme alla moglie Marilisa, e la Sonata di Beethoven op. 106 “Hammerklavier” di Ludwig van Beethoven.

Venerdì 6 novembre, ore 20, Auditorium San Fedele, il Quatuor Diotima (Yun Peng Zhao, violino; Constance Ronzatti, violino; Franck Chevalier, viola; Pierre Morlet, violoncello) interpreta “Flowers#3 (dripping)” di Francesca Verunelli in Prima esecuzione italiana, il Quartetto n. 3 di Béla Bartók e “Fragmente-Stille, an Diotima” di Luigi Nono.

Lunedì 9 novembre, ore 20, ancora all’Auditorium San Fedele, proiezione di “Stalker” di Andrej Tarkovskij con acusmonium. Dante Tanzi alla regia del suono.

Giovedì 12 novembre, ore 20, ancora mdi ensemble in quartetto (Lorenzo Gentili-Tedeschi e Lorenzo Derinni, violini; Paolo Fumagalli, viola; Giorgio Casati, violoncello) propone il lavoro di Giorgio Netti “Ciclo dell’assedio” in Prima esecuzione integrale in Italia: )place per quartetto d’archi, rinascere sirena per trio d’archi, inoltre per due violini e tête per violoncello solo (senz’arco) e voce preregistrata. Giuseppe Silvi, ingegnere del suono.

Lunedì 16 novembre, ore 20, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Tito Ceccherini propone “Un sourire” per orchestra di Olivier Messiaen, “Tre quadri”, Concerto per pianoforte e orchestra di Francesco Filidei, Co-commissione Milano Musica, Casa da Música di Porto, International Festival of Contemporary Music “Warsaw Autumn”, “In cauda III” di Franco Donatoni per orchestra, Prima esecuzione in Italia, per finire con “Le chant du rossignol” di Igor Stravinskij. Solista: Maurizio Baglini.

Sabato 21 novembre, ore 17, e domenica 22 novembre ore 10.30 e ore 17, presso la Casa degli Artisti, il pianista Ciro Longobardi esegue di Olivier Messiaen “Catalogue d’oiseaux”, esecuzione integrale nel corso dei tre concerti, introdotti da Ciro Longobardi.

Lunedì 23 novembre, ore 20, al teatro Elfo Puccini, Teatro della voce propone “Parole da Artaud. La voce e lo spazio”, Cinque dialoghi in prima assoluta: “Il suffit de se laisser aller à être” di Simone Cardini; “Si pone la questione…” di Andrea Mattera; “L’infime dedans” di Luca Ricci; “En plein” di Daria Scia; “[Σ]” di Mateo Servián Sforza. Ideazione e coordinamento a cura di Laura Catrani e Gabriele Manca. Trio SAX_ELEC_VLC (Tel Aviv): Jonathan Chazan (sassofono), Dennis Sobolev (chitarra elettrica), Dan Weinstein (violoncello). Sahba K. Amiri, Elsa Biscari, Roberta Fanari, Irina Ghiviér, soprani. Laura Catrani, regia. Francesco Torrigiani, regia luci e supervisione.

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