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Una giornata di sole ha inaugurato la fase due della pandemia a Dolianova, cittadina del Sud Sardegna che fino a oggi ha registrato un tasso di contagi pari a zero.

Il quattro maggio è una data importante, e da cronista voglio saperne di più, osservare quel che succede, fotografare e chiedere alla gente come sta, che cosa ne pensa.  Esco da casa munita di mascherina e guanti, ne approfitterò anche per fare un po’ di spesa.

Mi accorgo subito che il traffico stradale è più vicino ai ritmi consueti: automobili, auto gru, ciclisti hanno ricominciato il via vai nelle strade principali, Corso Repubblica e via Roma. Incrocio autisti e passanti, constato che i più indossano la mascherina, si spera che non ci si faccia prendere dall’euforia e che si continuino a rispettare le distanze di sicurezza raccomandate dall’Oms. A colmare in tempi brevi l’iniziale vuoto di dispositivi di protezione individuale, è stata un’idea di Lella Scioni, commerciante di tessuti e tendaggi, che insieme a un gruppo di volontarie e il sostegno finanziario del Comune, hanno cucito e confezionato le mascherine per poi distribuirle gratuitamente a tutti.

 Mentre mi fermo ad ammirare l’albero di limone che costeggia la strada in cui mi trovo, sento una coppia di tortore tubare, il loro verso si unisce al frastuono delle automobili, creando un potpourri di suoni insolito, oltreché bizzarro. Compro il pane e faccio un giro nel centro storico. Da qualunque parte mi volti scorgo file di persone davanti agli esercizi commerciali, anche a quelli di odierna riapertura: informatica, pratiche automobilistiche, cartoleria.  Ce n’è per tutti. Il centro storico non è ampio, le attività commerciali sono per lo più concentrate intorno alla piazza principale, o poco più distanti. Il virus ha cambiato il volto della cittadina.

Scambio quattro chiacchiere con qualcuno di passaggio: se da un lato si fa un respiro di sollievo per le piccole libertà ritrovate, dall’altro c‘è la preoccupazione per lo stato dell’economia e il timore di una possibile ondata di nuovi contagi.

Esco dal centro storico per incamminarmi verso il campo sportivo, vicino alla campagna. Campi di papaveri e margherite fiancheggiano il sentiero.

Intorno al campo d’atletica leggera s’intravvede qualche ciclista, runners e adulto a passeggio con i bambini. Una boccata d’ossigeno per tutti. Osservo quanto sia difficile aiutare bambini e adolescenti a rispettare le misure di distanziamento sociale. Intanto Giulio Milia, insegnante di atletica leggera, m’informa che gli impianti sportivi resteranno ancora chiusi. Oggi ha ricominciato ad allenare gli atleti, in sessioni individuali e all’aperto. Fino a ieri faceva video lezioni da casa.

Reale e virtuale camminano in parallelo, così il mio viaggio nella cittadina. Cerco notizie nel web, nelle pagine e gruppi facebook dedicati a Dolianova.  C’è la foto di un post che mi piace: è l’immagine della scultura di un libro di legno aperto che giace in mezzo al bosco.  Telefono subito all’artista, Francesco Picciau. Chissà come sta, e che cos’è cambiato per lui oggi. “Ho potuto rivedere i miei figli”, la sua risposta. Un po’ di libertà in più. Ma la reclusione è niente in confronto a chi ha visto genitori e amici andar via, possiamo ritenerci fortunati, ripete più volte. L’opera è stata creata quattro anni fa e resterà nel suo orto: uno spazio nella campagna di Dolianova in cui si recava col papà fin da bambino e oggi tutti i giorni da quando è iniziata la quarantena. La scultura è un’incompiuta, ha deciso che “Sarà la natura a completarla. Non dobbiamo restare troppo legati alle cose materiali. Godiamocele nel presente e nella loro evoluzione.  Quando piove i colori s’accendono, e con il sole ha un altro volto ancora. Un giorno si deteriorerà e ritornerà alla terra”. Rallegriamoci delle cose giorno per giorno e accettiamone anche la fine, il suo messaggio.

Scultura di Francesco Picciau

“La sensualità è contro -spiritualità?”, ecco un altro post interessante. Senso di solitudine e distanza fisica hanno investito le nostre vite. Sensualità, piacere sessuale, desiderio, sembrano essere i grandi esclusi della pandemia. Non è proprio così. A venirmi in aiuto è proprio il post sopra citato di Francesca Fadda, psicoterapeuta e consulente sessuale, con studio a Cagliari e Dolianova. Continuo a leggerlo e poi la chiamo. Scopro che proprio in questi mesi ha creato un gruppo su instangram per discutere e riflettere su sessualità, piacere e desiderio. Una strada diversa dai canali istituzionali per parlare e dare risposte a domande e dubbi sul tema, svincolando l‘idea della sessualità da giudizi di valore e dogmi religiosi. Ci sono diversi modi di concepire l’atto sessuale. “Nelle culture orientali, in particolare in alcune filosofie tantriche, la sessualità è considerata sacra, un mezzo di elevazione spirituale”.  In Occidente tabù e stereotipi di genere hanno ancora la meglio, vi è l’urgenza di liberarsi da tali concezioni. Come? Il silenzio e la solitudine di queste giornate sono preziosi per guardarsi dentro, ascoltare il desiderio, che in quanto tale si anima e nutre nella condizione dell’attesa, per conoscerlo e comunicarlo. “Riavviciniamoci con gradualità e attenzione alla vita normale”.  E se è vero che la mascherina nasconde metà del nostro viso, è anche vero che ne mette in risalto l’altra, gli occhi, e quel dialogo fatto di sguardi. 

Scorro ancora la home di facebook, c’è un titolo di giornale che m’incuriosisce: “Il grande cuore dei pendolari del Parteolla”.  Nell’articolo si legge che i pendolari hanno rinunciato ai rimborsi del costo degli abbonamenti di marzo per donare i soldi agli ospedali. “Cinquecento euro circa”, dice Elisabetta Caredda, fautrice dell’iniziativa e responsabile del Comitato pendolari di Dolianova. Un gesto importante. Intanto anche i mezzi di trasporto hanno ricominciato a circolare, “Dispiace però che ci sia preclusa la possibilità di fare una passeggiata a Cagliari”. D’altronde il paese dista pochi chilometri dalla città, e perché ci si può ricongiungere con un parente e non con un amico quando l’eventualità del contagio è la stessa? Non è l’unica a pensarla così.

Pubblicato su www.horealizzatounsogno.it