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Da qualche tempo a questa parte la già gravissima situazione che investe i Lavoratori del Mare da anni è decisamente peggiorata a causa dell’emergenza corona virus che ha messo decisamente in ginocchio i trasporti marittimi e gli uomini che ne costituiscono il motore pulsante.

Si, il Governo ha avuto un sincero e meritato encomio da parte dell’Organizzazione Mondiale della Salute sulla gestione della crisi e sulle contromisure adottate con discernimento e coraggio in ampio anticipo rispetto a tutti gli altri paesi europei e con grande assertività e senso umanitario, d’altronde però va comunque detto che è venuta meno la tutela per i nostri equipaggi: se da un lato l’International Transport Workers’ Federation ha messo sotto accusa Stati membri come Bermuda e Bahamas per aver proibito l’ormeggio a determinate navi battenti la loro bandiera, è altrettanto vero che fino a poco tempo fa  abbiamo assistito al più scriteriato sistema di imbarco passeggeri mai visto in situazioni di questo tipo, mettendo pesantemente a rischio la salute dei naviganti. 

Mentre il Governo era ed è tutt’oggi impegnato a lottare su diversi fronti il Ministero dei Trasporti ha definitivamente fallito nella sua più naturale e logica ragione di esistere in certe circostanze: piuttosto che attuare il regolamento di Boston in fatto di salute di equipaggio e passeggeri, si è consentita la promiscuità tra gli stessi senza verificare che le persone che salivano a bordo fossero o meno portatrici della patologia. Una omissione di vigilanza grave che ha sicuramente contribuito alla diffusione del virus in altre regioni, mettendo a repentaglio il carente sistema sanitario sulle piccole e grandi isole che ha portato, col senno di poi, all’intero blocco della Sicilia. E lo stesso si può dire anche per quanto attiene alla rete ferroviaria rispetto alla liberalità con la quale si è consentito l’acquisto dei biglietti, la sosta in gruppi lungo le banchine e l’imbarco a bordo treno senza alcun controllo di sorta.

Quando si parla di Marittimi non si può non far riferimento alla Marina Mercantile, una delle colonne portanti della nostra economia assieme alla Marina da Pesca, drammaticamente paralizzata, ed alla Marina del Diporto che segue purtroppo le sorti dell’industria del turismo in Italia con un trend che si prevede molto negativo. Un quadro allarmante che con diverse criticità coinvolge e sconvolge indistintamente tutte le matricole della Gente di Mare.

Mediterranea Online, ancora una volta, è riuscita ad avere l’opportunità di intervistare l’on. Luigi Gallo, Presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Scienze della Camera dei Deputati nella XVIII legislatura, per avere miglior comprensione di come le istituzioni intendano dirimere questa situazione.

Con 15 mila morti a livello mondiale e gli oltre 6000 in Italia, Luigi Gallo ha tenuto a sottolineare la gravità di un momento eccezionale come mai si era visto nel nostro paese dalla seconda guerra mondiale e che segnerà irrimediabilmente le nostre vite tanto da poter affermare, non con poca amarezza, che tutto quello che avevamo ieri potremmo non averlo più, in piena sintonia col presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Luigi Gallo infatti sostiene che in una fase così delicata e che vede lo stravolgimento di tutti gli assetti sociali, politici ed economici anche il più legittimo spirito critico e di analisi deve potersi calibrare in funzione di ciò che è necessità e cosa invece è contingenza, per massimizzare un sincero sforzo volto al miglioramento delle cose, poiché sono fin troppi coloro che fanno di un tale accadimento un uso meschinamente strumentale, dimenticando che tutto ciò non era affatto prevedibile.

Lavorando costantemente per quanto costretto a casa, Luigi Gallo invita tutti ad assumere piuttosto un atteggiamento solidale e continua a sostenere la nostra Categoria, battendosi per la semplificazione burocratica e per la formazione, la tutela e la lotta per i diritti dei Marittimi d’Italia.

È trascorso oltre un anno dal 5 febbraio dell’anno passato, data in cui consegnammo assieme a Salvatore Mare ed altri colleghi, il documento sulle criticità del lavoro marittimo grazie al suo impegno. È stato dato un seguito a questa iniziativa?

Non abbiamo mai tralasciato di ricordare che i marittimi italiani vivono una condizione unica come lavoratori in Italia fuori da molte tutele e controlli, tartassati da una legislazione anomala per la formazione ed a causa della burocrazia a cui sono sottoposti. La loro condizione rischia di essere particolarmente discriminata persino nello scenario delle regole che altri stati europei hanno disciplinato per il comparto marittimo nel loro Paese. Perciò in questi mesi abbiamo elaborato e perfezionato, attraverso il documento, tutta una serie di proposte utili al settore che tutt’oggi è al vaglio di diversi esperti, attivando un canale diretto e continuo con il sottosegretario al Ministero dei Trasporti e deputato e deputato per il M5S Roberto Traversi. Abbiamo scelto di agire mediante 3 filoni di interventi per questa legislatura, sia parlamentari che ministeriali: semplificazione e investimenti pubblici sulla formazione, sburocratizzazione e digitalizzazione per cancellare gli ostacoli quotidiani che investono i lavoratori, tutele e lotta alla precarietà.

Indennità di Navigazione non percepita in busta paga dagli equipaggi costretti a bordo per causa maggiore senza tutele sindacali né sanitarie. Di per contro l’impossibilità di garantire l’avvicendamento costringe la forza lavoro a restare a casa senza alcun sostegno economico, per non parlare dei diportisti che con buona probabilità perderanno l’ingaggio per questa stagione. Cosa si sta facendo?

Per chi lavora, in questo momento di emergenza, è previsto un bonus di 100 euro netti. L’importo sarà corrisposto direttamente nella busta paga di marzo ed è da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro. Il premio è attribuito, in via automatica, dal datore di lavoro, che lo eroga se possibile con la retribuzione relativa al mese di aprile, inoltre non concorre alla formazione della base imponibile, ai fini delle imposte dirette. È solo un segnale simbolico ma vogliamo fare di più. Tuttavia è inutile negare che la pandemia che ha investito l’Italia produrrà conseguenze economiche e sociali che fino a ieri erano inimmaginabili. Dovremmo prepararci a momenti duri per tutti, per ogni cittadino, lavoratore e impresa e fare degli sforzi sovraumani per uscirne tutti insieme. Basta pensare che abbiamo appena varato un’altra legge di bilancio e nonostante ciò serviranno altre risorse. Abbiamo convinto Europa e BCE ad interventi eccezionali ma anche questi non basteranno. Cambierà tutto e la nostra forza sarà costruire un sistema di welfare solido e diffuso per garantire reddito a tutti i cittadini senza farli scivolare nella povertà. Abbiamo bisogno di una nave che ci accompagni fuori dalla tempesta, una nave su cui dovremmo fare tutti un po’ di sacrifici.

In realtà ci sarebbe anche il fondo nazionale marittimi ma sono molto nebulosi i meccanismi di attribuzione e sembrerebbe che i lavoratori che hanno maggiormente bisogno di questo ammortizzatore sociale ne siano tagliati fuori, malgrado tutta la Gente di Mare abbia contribuito a costituire un tesoretto stimabile, con buona probabilità, sui 30 milioni di euro e lasciato praticamente ed ufficiosamente nelle mani di Confitarma…

Sul fondo abbiamo aperto una istruttoria presso il Ministero dei Trasporti e potrebbero partire approfondimenti anche in Parlamento. Il M5S vuole utilizzare al meglio queste risorse per i lavoratori marittimi, risorse che ad oggi non sembrano appunto aver seguito criteri di trasparenza adeguati.

Nella lettera del 17 Marzo, indirizzata al ministro dei trasporti Paola de Micheli, il presidente di Confitarma Mario Mattioli, che probabilmente occupa illegittimamente tale carica per un evidente conflitto di interessi a causa dell’Imat di sua proprietà, ha avanzato delle richieste che in sintesi potrebbero così riassumersi: Cicero pro domo sua. Cosa ne pensa? Non abbiamo dato già troppo agli armatori?

Le imprese stanno facendo le loro legittime richieste come tutti in questo momento, le piccole imprese, come le partite IVA e i vari professionisti. E’ chiaro che non basterebbe il budget di una intera Europa per le richieste arrivate alla sola Italia. Ogni categoria verrà aiutata per quanto possibile, ma nulla sarà più come prima. In questo momento la nostra priorità è non far scivolare le persone in povertà assoluta, non far perdere il lavoro a chi in questo momento si trova occupato e per questo sono stati stanziati 1,3 miliardi per la cassa integrazione ordinaria e in deroga, bonus di 600 per le partite IVA e crediti fiscali per gli affitti, sospensione dei mutui e dei termini fiscali

E riguardo alla chiusura dei centri di formazione?

Il Ministero è stato molto tempestivo a riguardo. Ho inviato la richiesta di prorogare la validità dei certificati di addestramento ed è stata subito recepita. Le Capitanerie di Porto di iscrizione dei marittimi in possesso di un certificato di competenza scaduto o in scadenza, nel periodo dal 4 marzo al 30 aprile, devono rilasciare d’ufficio la proroga. Ad ulteriore conferma dell’attenzione che il M5S sta avendo per il cluster marittimo, considerato fondamentale per il rilancio del sistema Italia.

Non trova ridicolo che un certificato di competenza, acquisito davanti ad una commissione d’esame ed emesso dal ministero dei trasporti, debba essere posto in scadenza e legato in maniera fittizia anche ad i corsi di addestramento? Insomma un po’ come annullare il diploma o una laurea a seconda del tempo che si dedica all’esercizio di una data professione ed agli eventuali corsi di aggiornamento, non trova?

Vogliamo riformare questo settore. Sto coinvolgendo il Ministero dell’Istruzione e l’Università affinché questo settore non resti nelle mani delle speculazioni private pur nel soddisfacimento degli standard internazionali. E’ un obiettivo di legislatura.

A causa del corona virus e per fugare rischi di contagio è stata limitata l’operatività della cassa marittima. Come procedere?

Con la nota del Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria presso il Ministero della Salute Mauro Dionisio, si è stabilito di dover prorogare di tre mesi anche le scadenze dei certificati di visita biennale. Senza tali provvedimenti un numero cospicuo di lavoratori del mare non avrebbe avuto alcuna possibilità di arruolamento. Ho inoltre affrontato il tema col Presidente dell’Inps che ha promesso un approfondimento. LE procedure burocratiche dovranno essere snellite con un vero investimento alla digitalizzazione su cui stiamo spingendo. Quest’anno sarà comunque indetto un bando di concorso Inps che dovrebbe portare all’assunzione di 1.869 persone. In tutto dovrebbero essere 5.500 le new entry all’istituto di previdenza entro al fine del 2020 che dovrebbe rinforzare e ringiovanire il personale di tutto il sistema Inps, comprese le unità che si occupano dei lavoratori marittimi.

Come anticipavo nell’introduzione vi è stata una serie di mancanze e una scarsità di controlli per quanto attiene a tutta la filiera dei trasporti, in special modo il trasporto passeggeri, creando gravi rischio di contagio tra gli equipaggi e verso le destinazioni delle varie tratte marittime. C’è qualcosa che il Mit avrebbe potuto fare per evitare tutto ciò mentre il governo era evidentemente impegnato su altri fronti?

Il tema è nazionale. L’emergenza ha investito l’intero paese. E’ una calamità naturale imprevedibile a cui si sta dando una risposta straordinaria da parte delle istituzioni, dei medici, delle forze dell’ordine e di tutti i cittadini che stanno attuando misure di grossa responsabilità e dando vita anche ad importanti catene di solidarietà. Non c’è un solo operatore, parlamentare o istituzione che non sia operativo h24. In questo momento tutti i lavoratori, come tutti i cittadini italiani se hanno i sintomi si devono mettere in quarantena e suggerisco per i marittimi allo sbarco di mettersi in quarantena anche in luoghi separati dalla loro famiglia per ulteriori 14 giorni, se ce ne è la possibilità, per ridurre i contatti con i propri cari. E’ una raccomandazione che faccio comunque a tutti i lavoratori impegnati fuori la propria regione di residenza e per i pendolari settimanali che operano in regioni o in comuni dove i contagi sono più alti. Il governo è impegnato in prima linea e i disagi non potevano essere contenuti, nessuno stato nel mondo avrebbe potuto fare meglio. Non è la fase delle recriminazioni, da questo incubo ne usciamo solo insieme, aumentando lo spirito solidaristico tra noi e tra cittadini e istituzioni.

In che misura si sta tentando di attutire il crollo del settore Pesca?

La pesca, come tutti i settori in questo momento, è e sarà in difficoltà anche per i prossimi mesi. Per questo abbiamo previsto un primo intervento chiamato #CuraItalia a cui seguirà un nuovo intervento ad Aprile con investimenti previsti in tutti i settori per i mesi successivi. Oggi abbiamo fornito risorse alle regioni per integrare il salario di diverse categorie di lavoratori, compreso il settore pesca. Inoltre per le piccole e medie imprese sono stati stanziati 1,5 miliardi per dare liquidità alle imprese con un fondo di garanzia statale anche per chi non può fornire garanzie personali alle banche, e ciò potrà avvenire anche a fronte di titoli di debito emessi dalle imprese. Un fondo di 100 milioni è inoltre dedicato a coprire gli interessi passivi sui finanziamenti bancari per l’arresto temporaneo delle attività di pesca.

È da diversi giorni che lo Stato comunica l’esigenza di personale medico, come giusto che sia. E se le dicessi che noi marittimi con le nostre competenze, tra corsi di sopravvivenza e salvataggio, corsi antincendio, gestione della crisi, leadership, primo soccorso sanitario e medical care, vorremmo dare man forte agli infermieri ed agli operatori della protezione civile, cosa mi risponderebbe?

Ben Venga. Aspetto una vostra disponibilità pubblica. Il Paese in questo momento ha bisogno di risorse umane che si impegnino tutte sul fronte del contenimento del contagio. Tuttavia bisogna coinvolgere professionalità perché dei cittadini pochi esperti delle procedure e con nessuna competenza medica o professionale adeguata potrebbe solo complicare la situazione.

Vorrebbe lasciare un suo personale messaggio ai Marittimi d’Italia che per terra e per mare vivono questo grave momento di difficoltà?

Non ho bisogno di lanciare messaggi ai Marittimi d’Italia sono persone temprate dal loro lavoro e dalla loro vita e sapranno più di tutti avere lo spirito giusto per affrontare questa emergenza nazionale insieme, ascoltando la sofferenza di tutti i cittadini e dell’Intero Paese per trovare forza e speranza e uscirne collaborando continuamente come una vera Nazione come l’Italia sa fare.