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Università di Cagliari: finanziato il progetto europeo EXSCALATE4CoV per la ricerca della cura al Coronavirus

Nella corsa contro il tempo per capire come si espande l’epidemia di Coronavirus, l’Università di Cagliari è in prima fila fra le eccellenze mondiali. Nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, il progetto EXSCALATE4CoV (E4C), è stato finanziato dall’Unione Europea. Si tratta di un network internazionale guidato dalla Dompè Farmaceutici S.p.A. in collaborazione con il CINECA e altri gruppi di ricerca italiani, belgi, polacchi, spagnoli, svizzeri e tedeschi. 

Tre milioni di euro per sfruttare le potenzialità di supercalcolo integrate con le migliori competenze scientifiche in ambito life-science presenti in Europa per fronteggiare al meglio e in tempi rapidi situazioni di pandemia di interesse sovranazionale. Il progetto si propone di individuare i farmaci più sicuri e promettenti per il trattamento immediato della popolazione già infetta a cui seguirà l’individuazione di molecole capaci di inibire il meccanismo di trasmissione del coronavirus per contrastare i contagi futuri.

Horizon 2020, che sostiene EXSCALATE4CoV, è un programma di finanziamento creato dalla Commissione europea per sostenere e promuovere la ricerca (ERA). È l’ottavo dei programmi quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, la ricerca finanziaria e l’innovazione. 

Un successo di enorme portata dunque quello dell’Università di Cagliari che, col team di ricerca guidato dal virologo Prof. Enzo Tramontano, sfida il nemico più attuale, quello per il quale non c’è ancora una cura e che ha già fatto registrare quasi 5000 morti nel mondo.

Abbiamo chiesto al Prof. Tramontano l’importanza del progetto in questo momento così cruciale per la popolazione e cosa ci possiamo aspettare.

In questi giorni di isolamento da un nemico invisibile nei quali la popolazione attende, istante per istante, “buone notizie” cosa significa un progetto della portata di EXSCALATE4CoV?

EXSCALATE4CoV è uno dei tre progetti, il più articolato, che l’Unione Europea ha scelto per poter identificare una terapia per l’infezione da Coronavirus nei tempi più rapidi possibile. È una buona notizia perché significa l’EU ha selezionato i migliori gruppi di ricerca di diverse nazioni europee (Italia, Germania, Spagna, Svizzera, Belgio, Polonia etc.) e ha chiesto loro di mettere a disposizione il loro expertise per combattere questa epidemia.

Si stanno già sviluppando farmaci relativi al Coronavirus?

Si il consorzio EXSCALATE4CoV è già all’opera innanzitutto per verificare se dei farmaci già approvati per altri scopi, o in via di approvazione, possano essere utilizzati come agenti terapeutici per questo virus.

Quali i tempi della ricerca?

Se troveremo che dei farmaci già approvati o in via di approvazione, cioè che hanno già superato gli studi che permettono il loro uso nell’uomo in sicurezza, i tempi saranno molto rapidi. Se invece parliamo di nuove molecole, magari più efficaci, ma che non hanno  
ancora superato i test per l’uso nell’uomo, i tempi saranno necessariamente più lunghi.

Che ruolo ha Unica?

Unica (Università di Cagliari) ha partecipato alla scelta di quali proteine virali sia più conveniente studiare per lo sviluppo di farmaci antivirali, cosa colpire del virus per fermarlo. Il suo ruolo principale è lo studio della definizione del meccanismo di azione di molecole che si dimostrerà bloccare il virus. Cioè permetteremo di capire come una molecola blocca il virus e quanto a lungo lo blocca.

Da cosa si parte per individuare molecole che possono essere possibili inibitori del virus?

Il network EXSCALATE4CoV prevede di studiare per via informatica il database di tutti i farmaci già approvati e di altri 500 miliardi di molecole potenzialmente sintetizzabili per verificare la loro potenziale capacità di bloccare il virus. Una volta fatto questo  
enorme sforzo di calcolo, si verificherà in modelli biologici l’effettiva capacità di queste molecole di inibire la replicazione del Coronavirus. Questo sarà il nostro punto di partenza.

In testi antichi sulle pestilenze dei secoli passati si parla di sostanze usate ad esempio per indurre una sorta di reazione dell’organismo con le sostanze più strane, fra queste la cantaridina estratta da particolari specie di insetti. Esistono oggi principi naturali che possono essere utili nella ricerca, in particolare in quella contro il Coronavirus?

Il virus è appena apparso, pertanto ad oggi non mi risulta che ci siano delle sostanze naturali di cui si è dimostrata una efficacia sul Coronavirus. Ci sono alcune sostanze di origine naturali che stiamo valutando ma non possiamo ancora commentare sulla loro efficacia.

Possiamo sperare nell’arrivo della bella stagione?

Purtroppo, al momento non abbiamo specifici argomenti che facciano essere certi che la bella stagione ridurrà la diffusione del contagio: ora occorre affrontare l’emergenza.

Mentre la ricerca va avanti a ritmi serrati la Rettrice dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, è “Orgogliosa del risultato centrato dal gruppo di ricercatrici guidato dal Prof. Tramontano. Sogno un mondo in cui la ricerca scientifica sia valorizzata sempre per l’apporto dato alla conoscenza e alla crescita della società” come si apprende direttamente dal sito di Unica. Un messaggio forte nel quale è evidenziato il fondamentale ruolo delle donne in questo progetto con un team quasi tutto al femminile. Fanno parte del team Alessia Caredda, Annalaura Paulis, Angela Corona, Francesca Esposito, Nicole Grandi, Maria Paola Pisano oltre al Prof. Tramontano.“Sogno un mondo in cui la ricerca scientifica sia valorizzata e finanziata per l’avanzamento che permette alla conoscenza, cioè sempre, e non solo davanti a crisi sanitarie, climatiche o di altro genere” prosegue la Rettrice nel suo messaggio di speranza per la ricerca di oggi e del futuro.

2 thoughts on “L’Università di Cagliari eccellenza nella lotta al Coronavirus

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