Maschere africane
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Iglesias – Cagliari (ITALIA)

I misteri delle società segrete della Sierra Leone raccontate in una mostra di maschere e idoli di pietra che questa primavera approderà al Lazzaretto di Sant’Elia dopo essere passata dal T Hotel e da Iglesias. Quest’ultima tappa è durata oltre un mese, con i manufatti esposti negli spazi del chiostro di San Francesco dall’associazione di volontariato Love Bridges, che da anni opera nel Paese africano. Le maschere e i nomoli stones (degli idoli di pietra) sono i protagonisti dell’esposizione che ha avuto il suo battesimo lo scorso settembre nelle sale del T-Hotel a Cagliari con la partecipazione di alcuni rappresentanti del Paese africano.

La mostra mette in luce un aspetto particolare della cultura sierraleonese, quello delle società segrete. In Sierra Leone gli uomini partecipano alla società Poro e le donne a quella Bundu o Sande (a seconda delle tribù): si chiamano società segrete perché i loro riti devono essere celati agli occhi di chi non ne fa parte, siano essi bambini, l’altro sesso o i non iniziati. Tutti i componenti della tribù conoscono la loro esistenza e il loro scopo ma un uomo non saprà mai quali siano i riti iniziatici della società femminile (e viceversa) che avvengono durante momenti di passaggio della vita dei componenti della tribù che hanno una valenza sociale: nascita, morte, superamento dell’adolescenza, matrimonio. Il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta è una fase particolarmente delicata che richiede riti complessi e prevede l’isolamento dei ragazzi e delle ragazze per un periodo durante il quale imparano elementi medici e magici e le regole della vita adulta prima di essere reintrodotti nella tribù ricoperti di argilla bianca che simboleggia la rigenerazione. In questi rituali la maschera è l’elemento simbolico che consente alle forze invisibili di manifestarsi agli uomini e a questi di esercitare un qualche controllo su di loro: la maschera conferisce una giustificazione extra umana al potere dei funzionari permettendo agli spiriti di incarnarsi in essi. Assai differenti per foggia e funzioni le maschere sono presenti in tutte le celebrazioni: dai riti dedicati agli antenati ai funerali, dall’agricoltura alle fasi di passaggio della vita, persino nell’amministrazione della giustizia.

I nomoli stones sono gli altri protagonisti di questa esposizione. Sono questi dei piccoli idoli di pietra ritrovati nelle grotte o sottoterra che gli attuali abitanti della Sierra Leone non riconoscono come propri manufatti e per questa ragione ritengono di origine divina. Hanno forma antropomorfa ma, in verità, riprendono nelle acconciature e nei tatuaggi aspetti delle tribù attuali ed è dunque probabile che siano un prodotto di civiltà sviluppatesi nell’area secoli fa. La maggior parte risale al VII-VIII secolo, ma ancora in piena età moderna se ne producevano: alcuni di essi riproducono armature portoghesi del XVI secolo. Essendo ritenuti di origine divina sono spesso sistemati in luoghi simbolici come tabernacoli e altari e usati nei riti di iniziazione, in quelli dedicati agli antenati, a protezione della casa, dell’acqua e del raccolto.

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