Etichette australiane
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Articolo di Giulia Macchia

Il design e’ entrato prepotentemente a far parte della produzione vinicola. Non come complemento, bensi’ come anello essenziale della catena.
L’enorme quantità di uve disponibili e la globalizzazione che permette importazioni da un continente all’altro, hanno stimolato i produttori di vino ad affinare le proprie qualità di marketing. Ora ogni bottiglia nasce da un attento studio di packaging e relativa etichetta, che la faccia spiccare sugli scaffali in mezzo ad altre centinaia.
Pionieri furono gli australiani i quali, rei di essersi sempre presi troppo sul serio, iniziarono a creare vini di pregio a cui accostarono etichette fantasiose, nel contenuto e nella struttura.

Le illustrazioni evocano libri di favole per ragazzi, immagini di peccatori danteschi o addirittura inducono al sorriso. ”Thirsty Lizard” (Lucertola Assetata), ”Toad Hollow” (Valletta dei Rospi) fino al reality-wine” 2 Big Brothers and a Big Red Tattoo”(2 Grandi Fratelli ed il Rosso Tatuaggio). Qualcuno, in America, ha osato addirittura una bottiglia dal packaging molto semplice, l’etichetta rosa ovale, ma il nome provocatorio “Bitch” (Puttana).
Sorprendentemente le etichette più fantasiose si abbinano a vini creati con uve di diverso taglio, sicuramente di pregio, ma dal costo contenuto(circa 12 $ a bottiglia).
L’Italia sta applicando la regola a modo suo, creando prodotti che spesso si rivelano interessanti successi commerciali.

La categoria “nomi erotici”, con riferimenti espliciti o solo allusivi: ecco allora vini che si chiamano Ficaia, Passera delle Vigne, Scopaio, Baciami Subito, Bricco dell’Uccellone, o vitigni come il Nero di Troia, la Passerina, il Pelaverga.
Molto gettonata anche la categoria “nomi poetici”, tra cui vale la pena menzionare vini dal nome Come la pantera e i lupi nella sera, Luna Selvatica, I nani e le ballerine, La Quadratura del Cerchio, BoccadiRosa, Morsi di Luce, Mille e una Notte, fino ad un produttore particolarmente ispirato che ha dato vita ad un’intera linea poetica composta da bottiglie che si chiamano Memoria, Elegia, Lirica e Madrigale. Non manca un’ampia sezione che attinge ai “nomi degli animali”: Insoglio del Cinghiale, Grilli del Testamatta, Tramonto d’Oca, Lupicaia, Occhio di Pernice, Bocca di Lupo, Avvoltore, Poggio Bestiale.

Vino ecosostenibile
Bottiglie in alluminio eleganti ed ecocompatibili

Per i più colti ecco i vini con “nomi dal greco e latino”, dal Mater Matuta al Modus, dal Magno Megonio all’Ursa Major, dall’Anarkos all’Elos. Naturalmente non potevano mancare i “nomi in inglese”, forse mirati ad un mercato internazionale: si va dai (relativamente) semplici Wine Obsession o Five Roses, agli originalissimi “Were dreams, now it is just wine” e “Pass the cookies! “ ,”In my next life, I’ll be thin” (lo stesso vignaiolo che produce quest’ultimo ha anche due etichette dal nome Toh! e Uh?).
Lo scopo e’ ovviamente di attrarre un numero sempre maggiore di consumatori, affiancando ad un vino di qualità un packaging intrigante che trasformi il contenitore in un oggetto di pregio da portare in tavola.

Quindi anche la bottiglia vuole la sua parte,pur non dimenticando che il materiale sbagliato potrebbe irrimediabilmente rovinare il prezioso contenuto. Anche in questo, i giovani produttori nostrani si sono fatti avanti superando le ritrosie dei benpensanti di antico stampo. Ecco quindi nascere bottiglie in alluminio e colori fluo, esteticamente eleganti ed ecocompatibili perché riciclabili al 100% oppure completamente candide e fornite di una finta (e maliziosa) cerniera.

La produzione vitivinicola si e’ lasciata dietro le spalle i tempi lenti e ritmati delle stagioni e sta combattendo una guerra moderna in un mercato in cui la concorrenza e’ spietata.
L’Italia partecipa, spesso vincendo gloriose battaglie, anche perché suggerisce un lifestyle moderno e sofisticato, proponendosi non solo come produttore, ma anche come destinazione enogastronomica. Cinzia Canzian e Pier Francesca Bonicelli, produttrici di vino venete, ad esempio, non solo propongono un’etichetta dal nome seducente ed evocativo, Rose’ Ose’, ma vendono la loro gamma di prodotti da un website accuratamente studiato (http://www.levignedialice.it/it/).

Il logo, la storia delle vigne, la gestione tutta al femminile, le fotografie di pregio, la poesia intercalata qua e la’ fanno indugiare lo sguardo ed invitano a lasciarsi andare al piacere di una buona bottiglia e, perché no, a trascorrere un weekend insolito nel loro relais.

Noi Italiani siamo sempre stati Cantastorie, ed ora più che mai siamo pronti a portarle nel mondo insieme ai prodotti della nostra Terra, a dipingere i nostri paesaggi ed i nostri profumi, a regalare un attimo breve ed intenso di felicita’ … fresco e frizzante come una bollicina in un bicchiere.

Giulia Macchia

Founding Editor

www.blissique.com

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