GAS
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Chiunque abbia un pizzico di sensibilità per i temi legati al rispetto ambientale si sarà posto qualche dubbio ogni volta che, dietro il carrello del supermercato, si accinge a riempirlo per fare la consueta scorta settimanale o mensile.
Far quadrare i conti e contemporaneamente rispettare alcune regole basilari della sostenibilità ambientale non è un obiettivo semplice da centrare, anche per i più attenti sostenitori del cosiddetto “consumo critico”.

Talvolta è semplice fare la scelta giusta: ad esempio per quanto riguarda l’acqua minerale sarebbe meglio evitare di acquistare un prodotto che abbia percorso su gomma l’intera Italia dalle Alpi alla nostra città; per fare un acquisto sostenibile è sufficiente scegliere acqua di sorgente locale.
Se si vuole fare una scelta ancora più radicale e dare un taglio a imballaggi e bottiglie di plastica, basta bere l’acqua che sgorga dal rubinetto di casa, sicuramente potabile e, a seconda della città in cui si vive, anche di ottima qualità.

Talvolta però acquistare rispettando i criteri della sostenibilità è molto più difficile. Pensiamo ad esempio all’olio extravergine di oliva: per rispettare la regola del chilometro zero, ovvero per privilegiare la scelta del prodotto locale, si può ingenuamente pensare che basti acquistare un olio prodotto nella propria regione. Se però si legge attentamente l’etichetta potrà capitare di scoprire che le olive sono state lavorate nella nostra regione, ma coltivate genericamente in Italia.

Curiosando più approfonditamente negli scaffali si troverà anche l’olio extravergine completamente locale, dall’oliva alla spremitura, ma si scoprirà anche che una scelta del genere mal si concilia con l’obiettivo di far quadrare i conti mensili.
Per risolvere dilemmi come quello dell’olio di oliva e introdurre i principi del chilometro zero, della scelta biologica e dell’equità e solidarietà degli acquisti, sono nati e continuano a diffondersi in tutta Italia i GAS, Gruppi di Acquisto Solidale.
Sul loro portale di riferimento scopriamo che esistono GAS in tutta Italia, 686 secondo il portale, ma come spiega lo stesso sito internet, tanti gruppi esistono senza essere stati censiti e il loro numero è in continua crescita.

Per utilizzare la loro stessa definizione, un GAS è un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro.
Tra i principi alla base di ogni gruppo vi è la ricerca di prodotti locali e stagionali, per favorire il contatto diretto con il produttore e combattere la logica della grande distribuzione che porta sulle nostre tavole in tutte le stagioni prodotti sempre più insapori, uguali nel gusto e nella forma.

Come si tiene a precisare sul portale, nella sezione dedicata alla stampa, i GAS non nascono per far risparmiare i loro soci, ma per costruire una diversa economia basata su nuove forme di solidarietà nei confronti dei produttori, il cui lavoro è valutato sulla base del principio della giusta retribuzione e non sulle regole del mercato improntate su un crescente ribasso.
Il risparmio può essere però un effetto del nuovo modello di consumo proposto che mira ad accorciare la filiera e dunque i passaggi tra produttore e consumatore.

Per chiunque sia incuriosito da questo nuovo modo di fare la spesa e intenda associarsi a uno dei tanti GAS sparsi in tutta Italia suggeriamo di consultare l’archivio dei GAS per scoprire se nella propria città esiste già qualche gruppo attivo o magari per organizzarne uno nuovo.

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