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Poster di Religious
Poster di Religious

di Stella

In ogni epoca della nostra storia parlare di censura, ma soprattutto darne una definizione ben precisa, è stata un’impresa ardua. Nelle sue molteplici forme la censura ha attraversato culture ed epoche diverse, è religiosa e laica, di destra e di sinistra, maschile e femminile, vecchia e giovane.

Fa parte della nostra natura umana è presente in ogni forma di potere, politico, economico, culturale e religioso. Non ha colore politico ma è un sistema che riesce laddove il potere, politico, sociale, economico e religioso, per restare tale, deve perpetuare se stesso, altrimenti non avrebbe ragione di esistere. Si sviluppa nella povertà e prospera nella società opulenta; è esplicita nelle dittature e si mimetizza nelle democrazie, si gonfia a dismisura e si fa invisibile.
La consuetudine è quella di far risalire la nascita della censura come strumento preventivo volto a impedire la diffusione di idee” nocive” o di impedire che messaggi ritenuti moralmente scorretti, offensivi, volgari possano raggiungere il pubblico o farlo in modo indiscriminato.

La censura è presente in molte religioni. L’esempio storico per antonomasia della censura religiosa è specificatamente cattolica è l’indice dei libri proibiti, redatto a seguito del Concilio di Trento e abolito solamente nel 1966. Secondo alcuni dato il contesto storico, questo specifico esempio è da ritenersiun caso di censura politica più che religiosa.

Se parliamo di Islamismo vediamo che vieta la riproduzione della figura umana nell’arte accetta solo elementi floreali e decorativi nella pittura.

Se vogliamo citare una censura più recente possiamo parlare di un film uscito nelle sale cinematografiche negli ultimi tempi dal titolo “Religulous”. La locandina del film è rappresentata con tre scimmie che ironicamente simboleggiano le tre grandi religioni monoteiste. Nel film viene affrontato il tema della religione faccia a faccia è un film che promuove il dubbio tra i fedeli cercando di scrollare i fondamenti delle credenze. Un documentario dissacratore sulla religione e sulle sue implicazioni attraverso il mondo. Il titolo Religulous è la contrazione delle parole “Religion” e “Ridiculous“.Questo ha avuto una scatenata censura cattolica rappresentata con delle nere strisce adesive con scritto ATEO NO e VERGOGNA incollate nella locandina del film.

In questo caso la censura ha avuto un risvolto negativo perché ha fatto parlare molto di più del film attirando l’attenzione soprattutto di quelle persone che possiamo chiamare “ surrogati dei fedeli, ”cioè tutti quegli individui che hanno una fede blanda sia per ignoranza, sia per superficialità, sia per comodità o semplicemente per egocentrismo. La censura che dice NO e BASTA non è costruttiva, anzi è distruttiva nei confronti della verità. La verità va accompagnata da spiegazioni e argomentazioni valide e aperte al confronto. Ecco perché la censura in molti casi non è positiva.
Il film può essere definito dissacrante, ma è vero che porta al dubbio e il dubbio porta ad avere certezze, molte volte le nostre verità non corrispondono a quelle degli altri, questo non deve sconvolgere nessuno né scandalizzare.

Uno degli slogan del film è: “Usate la ragione non la religione “ questo perché spesso e volentieri le censure vengono fatto solamente con la ragione. È importante sottolineare che la ragione non esclude la religione e la religione non esclude la ragione, non sono due linguaggi ermeticamente sigillati, senza punti di contatto ma aspetti di una stessa realtà.
Tante volte il problema delle religioni monoteiste è la poca apertura, tolleranza e interpretazione. Non dobbiamo essere a senso unico, ma prendere le diverse strade che le diverse culture, scienze, tradizioni ci offrono, per aprirci in un mondo di mille colori. La via principale deve seguire sicuramente ragione, religione, intelligenza ma soprattutto il cuore delle persone, di qualunque cultura, religione, colore politico e della pelle possano essere, in quanto la censura è quel atteggiamento di chiusura, inibizione culturale dovuta a dogmatismo di una realtà che non riconosciamo.

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