Didon faisant construire Carthage ou l'Ascension de l'Empire carthaginois
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di Ouejdane Mejri Presidente dell’associazione PONTES dei tunisini in Italia

“Era a Megara, sobborgo di Cartagine, nei giardini di Amilcare”, così Flaubert inizia a raccontare magnificamente le vicissitudini di una storia d’amore, di intrighi mortali e di salvezze divine, così si potrebbe raccontare la “città nuova” (dal fenicio Qart Hadath), quella che finì per soccombere all’incessante appello di Delenda est Carthago! (“Cartagine dev’essere distrutta!”).

Servono vari momenti di riflessione per imparare a riconoscere nei vestigi di Cartagine, quel suo passato leggendario in cui i mondi punici, romani e successivamente vandali, cristiani e arabi hanno fatto la storia di quella che fu la prima potenza economica del Mediterraneo. Prendete il tempo di vagare tra le ville opulente, gli incantevoli palazzi dei Bey e i giardini sempre vivi che costeggiano il mare per scoprire alcune rovine bellissime e altri angoli nascosti di una storia impressionante. Entrate come si entra in un’area sacra a cielo aperto in quel giardino così sereno da non lasciar trasparire la sua tragica funzione.

Il Tophet era il luogo in cui l’invocazione delle divinità e delle loro grazie arrivava al suo parossismo; per salvare la città e garantire la sua eternità, ai dei Baal-Hammon e Tanit, i Cartaginesi non risparmiarono anche ciò che di più caro e prezioso possedevano: la vita dei propri figli. Un popolo che sfidò Roma ma che finì per arrendersi e la sua città subì una distruzione tale che oggi ci sembra impensabile crederci. Bisognerebbe camminare tra i sentieri ombreggiati da alti platani per raggiungere le terme romane che fronteggiano una delle baie più strategiche del Mare Nostrum, per capire quanto la magia di questo luogo sia stata decisiva per la sua rinascita dalle proprie ceneri.

Le più belle rovine romane in Tunisia sono altrove, ma a Cartagine continuano a spuntare qua e là vestigi che narrano l’apporto successivo dei popoli che hanno conquistato e arricchito questa prima capitale della Tunisia. È qui che San Luigi, re di Francia, morì ed è sulla collina di Byrsa che oggi potrete avvistare da ben lontano, avvolta da un’aura particolare all’ora del tramonto, la sagoma della Cattedrale edificata a nome del Santo Cristiano che la leggenda locale vorrebbe fosse in fin di vita convertito all’islam. Prendete il TGM, treno storico che nasce dalle guerre di influenza tra francesi, italiani e inglesi nella Tunisia del fine dell’ottocento per percorrere quei famosi diciannove kilometri che separano Tunisi dalla punta del golfo della Marsa. Passerete tutti i sobborghi di Cartagine, attraversando Salammbô, Byrsa, Dermerch, Hannibal, Santa Monica attuale residenza del presidente della Repubblica e finalmente Amilcar. Scendete alla fermata di Sidi Bou Said e dall’alto della collina mistica, sorseggiate un tè alla menta approfittando dalla brezza fine ma energica che vi arriva dal mare.

Con un unico colpo d’occhio potrete avvolgere la sontuosa Cartagine nata dalle volontà di Elissa, principessa fenicia che scappò dall’odio fraterno per edificare con astuzia e coraggio un luogo tutt’oggi portatore di fascino e di magia.

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