Romeo Scaccia
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Cagliari (ITALIA)

Volge al termine la dodicesima edizione di “Forma e Poesia nel Jazz”, la rassegna che anche quest’anno ha portato a Cagliari nomi più o meno noti del panorama jazz italiano che si sono esibiti al Teatro Alkestis, all’F.B.I. di Quartu S.Elena, al Teatro Alfieri e al Teatro Massimo, recentemente inaugurato.

Sabato 23 maggio è stata la volta di Romeo Scaccia, giovane pianista nato ad Addis Abeba, ma cresciuto a Cagliari dove si è diplomato al Conservatorio, che si è esibito al Ridotto del Teatro Massimo con Pianosolo.

Una serata davvero coinvolgente e divertente grazie alla straordinaria bravura del giovane artista ed anche alla sua irresistibile simpatia e alla facilità con cui, tra un pezzo e l’altro, riesce a conversare con il pubblico introducendo i temi dei pezzi o raccontando qualche aneddoto.
Un concerto insolito, molto lontano dalla serietà e dall’atmosfera impostata degli eventi classici, ma neanche puramente jazz. Romeo Scaccia infatti ha una formazione classica molto evidente, ma ama spaziare tra vari generi proponendo pezzi per la maggior parte propri, talvolta innestati con temi famosi della tradizione jazz, è il caso ad esempio di Tango, fusa con Got a match di Chick Corea.
Scaccia ama anche il pop e lo dimostra regalando al pubblico una cover, la celeberrima Hallelujah di Leonard Cohen, interpretandola in maniera veramente emozionante.
Molto curioso il pezzo che ricrea le atmosfere delle danze sarde in chiave jazz, sembra davvero di vedere i danzatori sardi in costume che si esibiscono durante una festa. Il concerto è chiuso dal ritorno alla musica classica con un’insolita fusione tra Il volo del calabrone di Rimskij-Korsakov e la Marcia Turca di Mozart, Il volo turco, come egli stesso lo introduce, che conquista definitivamente il pubblico.
Romeo Scaccia propone dunque uno stile profondamente personale e difficilmente inquadrabile all’interno di un genere, uno stile che al di là dei contenuti musicali si arricchisce della teatralità e fisicità dell’esecuzione e della simpatia dell’artista che ci tiene a spiegare quale idea stia dietro ad ogni pezzo e quali immagini intenda evocare. E allora capita che un brano sia introdotto da un haiku giapponese o che tra una parte e l’altra del pezzo intitolato Ostinato Scaccia si interrompa per spiegare che la parte A della composizione si ispira alle danze dei Dervishi e alla loro tensione verso l’assoluto, mentre la parte B esprime l’incapacità di raggiungere l’annullamento in Dio e la conseguente delusione.
Emozionante il momento in cui ripropone il tema per solo piano de La Grazia, colonna sonora del film muto omonimo ispirato ad una novella di Grazia Deledda, di cui firma la composizione e orchestrazione di tutte le musiche.

Tra gli ultimi appuntamenti di “Forma e poesia nel jazz” sono certamente da segnalare il concerto del 27 maggio all’Alfieri dove si esibirà il trio Fabrizio Bosso, Luca Mannutza e Lorenzo Tucci e la chiusura del festival, il 29 maggio, con un omaggio a Leo Ferrè durante il quale si esibirà tra gli altri Paolo Fresu.

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