Crueza de Mà
Share

Carloforte (ITALIA)

Carloforte si trova in un’isola, nella piccolissima isola di San Pietro. Un posto mediterraneo, già nella sua costituzione. Nella sua storia sono presenti più comunità che nei secoli l’hanno abitata e sfruttata, sia per l’abbondanza di corallo, sia come punto strategico per il trasporto del carbone delle miniere dell’iglesiente. Ad inizio novecento le navi che trasportavano il carbone in “continente” attraccavano a Carloforte, dove aspettavano le tipiche barche a vela latina, che dalla miniera di Ingurtosu trasportavano il prezioso carburante che serviva ad alimentare le fabbriche del nord. L’economia nazionale della prima metà del secolo scorso si è sviluppata anche grazie al carbone del Sulcis. Ma Carloforte nasce prima…

“nel 1738 fu colonizzata dagli abitanti di Tabarka. Un’isola tunisina, colonia ligure di proprietà dei Lomellini, allora signori di Pegli, che allo scopo di sfruttare i ricchi banchi di corallo l’avevano popolata con pescatori quasi esclusivamente pegliesi. I motivi che spinsero i tabarkini ad abbandonare l’isola furono soprattutto l’impoverimento dei banchi di corallo, la limitata estensione dell’isola, che non era più in grado di soddisfare le esigenze di una popolazione che nel frattempo era cresciuta notevolmente, ed inoltre le continue molestie dei corsari e dei Bey di Tunisi e di Algeri.
Fu per questi motivi che conosciuta l’intenzione del Re di Sardegna Carlo Emanuele III, di voler procedere alla ripopolazione della Sardegna ne approfittarono per lasciare definitivamente Tabarka e stabilirsi nell’isola di San Pietro ove si dedicarono alla pesca del corallo, del tonno per mezzo delle tonnare, ed alla produzione di sale” (fonte http://www.carloforte.net/storia.html).

Partire e arrivare in Sardegna ha significato per secoli e millenni, l’uso delle imbarcazioni per attraversare il mare. Prima c’era solo quella possibilità, e in questo modo ancora oggi si sente realmente l’appartenenza all’isola. Siamo in un’isola, la Sardegna, da dove si parte a visitare un’altra isola. Gli abitanti di Carloforte quando prendono il traghetto dicono di andare “in Sardegna”, l’isola più grande, che è quasi un altro stato, un’altra dimensione. C’è un po’ di verità in questa sensazione, le culture sono simili, ma allo stesso tempo ci divide in modo netto la lingua, e la lingua è cultura e civiltà. La Sardegna, nelle sue componenti politiche e intellettuali, sta tentando si scrivere una “lingua sarda comune”, un linguaggio che possa unire tutti i sardi e farli sentire abitanti di un unico popolo. Queste almeno le intenzioni. Ma arrivati a Carloforte tutto questo sembra una follia. Come si fa a parlare in logudorese con un carlofortino? Creare un esperanto per la Sardegna è una vera impresa, vedremo cosa succederà…

Insomma San Pietro è un’isola mediterranea fin dalla sua costituzione. Una mescolanza di popoli, lingue, abitudini alimentari e musicali.

La mescolanza tipica della cultura mediterranea che abbiamo trovato al Festival “Creuza de Mà”, nome che riprende un disco di De André, scritto e cantato in dialetto ligure, e di origini liguri sono i carlofortini. La rassegna di Carloforte chiude la stagione estiva della rassegna Isole del cinema che comprende le altre rassegne in altrettante isole della Sardegna: Tavolara (Una notte in italia), La maddalena (La valigia dell’attore), Asinara (Pensieri e parole).

Creuza de Mà è un festival del cinema, ma non solo. Nella notte di sabato 13 settembre abbiamo avuto la fortuna di assistere al concerto del trombettista Paolo Fresu, accompagnato da un quartetto d’archi, con cui ha suonato musiche da film e per i film. Colonne sonore che suonavano in un posto magico, alla Porta Leone, in cima alla città. Musica anche per le vie della marina, e nelle piazze interne al paese con le donne che cantavano in lingua carlofortina. E ancora: Convegni (Giacomo mameli), master in musica per cinema (Luca Bandirali e Riccardo Giagni con Paolo Fresu & Ferdinando Vicentini Orgnani), video clip d’autore (omaggio ai maestri Trovaioli e Risi) silent movie (Il Monello – per un omaggio al film muto), musica per le strade con la Cine Marchin Band.

I Film si potevano vedere e discutere con la presenza degli autori e dell’organizzatore del Festival Gianfranco Cabiddu, autore di molti successi cinematografici e del celebre documentario Sonos’ e memoria musicato proprio da Fresu.

Una bellissima serata, da consigliare a chi non ha mai visto il festival e soprattutto per chi non è mai stato nell’isola dell’isola di Sardegna.

 

Leave a comment.