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L’Alenta si ispira all’omonimo torrente che attraversa la cittadina di Ponte ed è frutto della Falanghina, scelta ardita per una vendemmia tardiva che ben dimostra quanto la tenacia e la risolutezza di Nifo Sarrapocchiello siano fattori determinanti per il conseguimento di vini territoriali d’eccellenza. Le vigne si trovano su un sito a prevalenza calcareo-argillosa con presenza di marna, le viti hanno un’età media compresa tra i 20 ed i 25 anni, vengono allevate a spalliera con densità media di impianto di circa 4500 piante per ettaro ed una produzione che non supera le 6000 bottiglie.

Sfatati grazie a grande meticolosità i rischi di ammuffimento indesiderato, fisiologico per la Falanghina, le uve vengono raccolte a mano al culmine della surmaturazione verso la terza decade di ottobre per un totale di 1,5 kg per pianta; una volta diraspate vengono pressate in modo soffice con conseguente macerazione prefermentativa di circa 12 ore e successiva fermentazione del mosto in inox a temperatura controllata.

Il risultato è di un giallo dorato di voluttuosa ed ammaliante consistenza. Profumo di fiori gialli e di miele di erica, ananas, non uno qualsiasi, ma l’ananas pan de azucar tra i più maturi e zuccherini, pesca nettarina e pera, poi cedro ed albicocca candita, latte di mandorla, alloro, ginestra e salvia. In bocca riesce ad essere avvolgente nelle morbidezze e piacevolmente sapido allo stesso tempo con sufficiente e ben integrata freschezza; le note fruttate, specialmente della pesca e dell’albicocca sono confermate in retronasalità e vi si aggiungono sprazzi agrumati, mentre il miele da erica volge in corbezzolo nell’espressività finale ammandorlata. L’Alenta costituisce una superba dimostrazione di quanto un bianco, complesso ed elegante, possa superare la prova del tempo. Risotto al gorgonzola con noci, salvia ed albicocca pellecchiella del Vesuvio.

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