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Intervista al Dr. Giancarlo Cimino, sulla idea di malattia mentale dei bambini

Può spiegare ai lettori di mediterraneaonline, che cos’è per lei la “malattia mentale”?

Sono medico pediatra (laurea 1979), ma vedo anche adulti. Ho un orientamento antroposofico (www.medicinaantroposofica.it), il che significa operare con un pieno riconoscimento e dominio di base della medicina convenzionale, ampliandola con concetti e pratiche non in contraddizione con essa. Le “malattie mentali” che sono in grado di seguire autonomamente sono le depressioni reattive, cioè non quelle endogene (le più gravi) e le sindromi psicosomatiche più comuni (problemi gastrointestinali, respiratori, aritmie cardiache su base psicosomatica, l’ampio spettro delle cefalee etc. etc.). Non tratto le psicosi, le sindromi bipolari, le dipendenze. Quindi mi limito, per competenza, ad una psichiatria “minore”. Nei bambini i confini sono più sfumati, fra l’organico e lo psichico, ma certo non seguo né bambini autistici , né le psicosi precoci. Veri e propri bambini classificati come ADHD non ne vedo. Per me parlare di “malattia mentale” è discretamente fuorviante (non uso mai questa espressione in ambito professionale). Preferisco vedere in concreto la storia del paziente e il suo (del paziente) grado di contatto con la realtà che lo circonda.

Ci racconti la sua esperienza e il suo operato. Riteniamo che l’informazione sia l’unica soluzione per assumere maggior consapevolezza sul nostro stato di salute e cosi proteggerla.

La mia esperienza mi dice che è possibile, nelle depressioni minori e negli stati “ansioso depressivi” ridurre o eliminare gli psicofarmaci usati in questi casi, come antidepressivi, sonniferi, benzodiazepine (come Tavor, Valium etc.). NOTA BENE: eliminare gli psicofarmaci NON E’ SEMPRE possibile, le dipendenze da essi sono , talvolta, profonde e radicate. Si vede caso per caso. Se non riesco a progredire, riinvio dallo psichiatra o dallo psicologo per una psicoterapia.

Secondo i principi base dell’omeopatia, come può essere affrontata la malattia mentale?

Con un’accurata anamnesi e con una conseguente buona “gerarchizzazione ” dei sintomi (secondo la rilevanza) (Omeopatia classica).
In medicina antroposofica, oltre all’anamnesi ed agli esami di laboratorio e strumentali convenzionali, si procede ad un’anamnesi “ampliata” che consente di coglier condizioni , diciamo così, di squilibrio , a livello degli organi . Il cervello deve essere trattato, ma anche fegato , milza, reni, polmoni, cuore, perché anche questi organi, che non fanno parte del sistema nervoso, sono in causa nel determinare problemi, che il paziente vive a livello psichico.

Perché la “mente” si ammala?

La mente è un termine ambiguo: meglio, come più sopra ho suggerito, parlare , in contesto divulgativo come questo, di maggiore o minore perdita di contatto con la realtà. Cioè la sofferenza interiore ti allontana dalla tua vita familiare e sociale. La radice di tale sofferenza, che può, naturalmente assumere infiniti gradi individuali d’intensità e di pesantezza del vissuto interiore, va ricercata nella costituzione della persona, e nella sua esperienza di vita, in generale. Ovvero, la mia massima attenzione, in primis, si rivolge al tipo di persona, come costituzione fisica, che ho davanti, cercando di cogliere gli aspetti individuali più originali, e alla sua storia personale. “Il corpo si ammala se la mente soffre, la mente si ammala se il corpo soffre”: sì, potrei anche sottoscrivere affermazioni così generiche, ma poi dobbiamo entrare nello specifico di ogni singola persona.

Rispetto al passato le tecniche di cura di sostegno ai “malati mentali” è migliorato o peggiorato?

Mah! Dopo Basaglia credo, da non specialista psichiatra, che almeno le violenze manicomiali più odiose, quali quelle che furono denunciate attorno agli anni sessanta (vedi il film “La meglio gioventù” oppure il film di Marco Bellocchio “Nessuno o tutti”) e settanta del ‘900 non dovrebbero essere più così frequenti. Quanto all’uso degli psicofarmaci, penso che le statistiche ufficiali parlino di un uso francamente eccessivo…

Quanto costa allo Stato e alle famiglie affrontare e curare attraverso un percorso terapeutico “ufficiale” l’insorgere di una malattia mentale? Il sistema della casa famiglia riesce a gestire tutte le spese per l’aiuto ai malati? Quanto spende lo stato per questo settore?

Non saprei citare dati al proposito, qui ed ora. Sono questioni complesse di economia sanitaria, studiate da epidemiologi e amministratori. Una cosa so: la medicina antroposofica fa risparmiare , secondo una Health Technology Assessment (analisi complessiva di un sistema di cura, in questo caso , la medicina antroposofica) svizzera di qualche anno fa ( Kienle G., Kiene H., Albonico H.Anthroposophic Medicine Utility,Efficacy, Cost- Effectivenes- Schattauer Verlag 2006).

In riferimento ai bambini. Oggi più che mai si tende ad avere paura dei farmaci tradizionali soprattutto se i destinatari sono i bambini. lei che ne pensa?

La paura non serve a nulla. Occorre pensare e valutare i singoli casi, e le singole situazioni, come più volte ho ripetuto nel rispondere a queste domande. Bandire gli apriorismi! Certo, il caso clamoroso dell’ADHD, secondo me va smontato nel suo approccio farmacologico e riportato nell’alveo della pedagogia, ENTRO IL QUALE SI SVILUPPA. Fuor di eufemismi: la prevenzione dell’ADHD è la pedagogia antroposofica (www.rudolfsteiner.it)

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