Cattelan collection
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di Stefano Marchei

Siamo in un periodo di incertezza finanziaria, il mercato è stagnante, le borse crollano a picco e molti risparmiatori riscoprono i cosidetti beni di rifugio. L’arte è uno di questi, è un bene che, così come l’oro, si muove in maniera opposta rispetto agli investimenti tradizionali, fornendo maggiore stabilità e risultando perciò particolarmente proficuo in periodi di crisi come quello di oggi.

La crisi attuale è diversa anche da quella del 2001, quando anche New York già a Novembre riapriva le grandi aste; probabilmente sarà molto più lunga e l’economia globale è complessivamente più debole. Lo scorso 5 Ottobre si è chiusa l’asta di Sotheby’s (una delle maggiori case d’asta insieme a Christie’s) a Hong Kong con 2/3 dei lotti invenduti, mentre per contro il giorno prima vendevano un’opera di Cai Guo-Quing, artista cinese, per 1,8 milioni di euro. Normalmente gli esperti sostengono che a soffrire sarà soprattutto una parte del l’arte contemporanea, mentre i grandi nomi del moderno rimarranno piuttosto stabili. Josette Mey di Artprice sostiene che “non conviene allontanarsi ora dal mercato, ma tenersi lontano dalle opere più care (…) e seguire gli artisti entrati nelle collezioni dei grandi musei”.
Complessivamente l’arte non ha subito grosse perdite come magari il 50-60% della Borsa di Wall Street, anche se comunque l’investimento non è mai qualcosa di facile e le variabili sono molte e a volte incalcolabili. Alla tipica domanda “arte classica o contemporanea?” gli esperti consigliano il primo caso perché i valori di mercato sono generalmente stabili, anche se comunque bisogna sempre informarsi su ciò che si compra, guardare le quotazioni delle altre opere dello stesso artista etc..

L’arte contemporanea è più incerta, dipende molto dalle mode, dai galleristi e dal momento, perciò l’acquisto è più rischioso, anche se a volte sono consigliate opere di artisti facenti parte a grandi e consolidati movimenti. Può capitare anche di investire su artisti emergenti che nel giro di pochi anni potrebbero far salire le quotazioni delle proprie opere e a volte l’investimento non è neanche molto consistente, ma questo può essere sia molto redditizio che rischioso, ma se si ha qualche centinaia o migliaia di euro da investire può essere un buon passo.

Alla fine l’acquisto di opere d’arte, oltre ad essere un’investimento per il futuro, può essere semplicemente l’assecondamento di un gusto personale, il piacere di esporre in casa un’opera che appaghi gli occhi e la mente, un’oggetto che oltre ad arredare possa nutrire la nostra fantasia e immaginazione. Ovviamente l’acquisto di opere d’arte non è mai facile e necessita di un’accurata documentazione e ricerca; il consiglio è quello di visitare gallerie e affidarsi al consiglio di non uno, ma più esperti, in modo da farsi un’idea propria e cercare di comprare il meglio, un po’ come quando si compra una casa o un terreno. Bisogna leggere riviste, consultare esperti, guardare quotazioni di mercato e avere, infine, un pizzico di fortuna.

Per maggiori informazioni consiglio la lettura di Come comprare l’arte contemporanea. Manuale dei Collezionisti di L. Buck e J. Greer, oppure di visitare siti come www.deviantart.com o www.autars.it.

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