Congresso di Lilliu
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Articolo di Marco Murgia

Cagliari (ITALIA)

Dal 23 al 28 novembre scorsi, si è tenuta in Sardegna la XLIV Riunione Scientifica dell’Istitituto Italiano di Preistoria e Protostoria.

Il convegno ha avuto luogo a Cagliari, Barumini e Sassari e, insieme ad una foltissima compagine scientifica di relatori di prim’ordine, ha registrato la partecipazione di numerosi studenti universitari, unitamente ad un significativo afflusso di pubblico.

Nell’ex Regio Arsenale di Cagliari, da anni sede della Cittadella dei Musei, gli organizzatori hanno egregiamente assolto ad un compito tutt’altro che facile riuscendo a conseguire, è doveroso riconoscerlo, già in prima istanza e malgrado le limitate risorse economiche e tecniche a disposizione, almeno tre importanti obiettivi che meritano di essere schematicamente riassunti:

– conservazione della giusta visibilità pubblica dell’evento – anche in prospettiva territoriale -, collocandolo suggestivamente presso il polo museale del centro storico del capoluogo sardo malgrado gli spazi limitati, presso il sito di Barumini, patrimonio dell’umanità e a Sassari sede dell’altro ateneo sardo più impegnato nel settore preistorico;

– garanzia che il messaggio scientifico scaturente dalle relazioni dei partecipanti potesse effettivamente giungere a tutti i presenti installando all’uopo, un sistema di video conferenza complessivamente adeguato per creare la necessaria osmosi tra le sale coinvolte dalla manifestazione. Una significativa attenzione verso gli aspetti della comunicazione realizzata ricorrendo anche alle competenze di giovani appartenenti all’ambito universitario stesso;

– immediata disponibilità dei contenuti scientifici salienti della riunione, attraverso la pubblicazione di un primo corposo volume di relazioni generali organizzate, è importante ricordarlo, secondo la scansione prescelta dall’organizzazione: paleolitico, mesolitico e neolitico, eneolitico, età del bronzo, età del ferro, arte, uomo e ambiente, risorse e tecnologia, contatti e scambi, metodologie.

La Riunione Scientifica ha poi trovato una sua naturale prosecuzione a Barumini, nella giornata di mercoledì, dopo le visite a Su Nuraxi ed al Nuraxi ‘e Cresia, con gli interventi che sono proseguiti nel pomeriggio portando al limite della capienza la vasta sala conferenze della struttura polifunzionale di recente realizzazione a Barumini.

Se è davvero impossibile, senza scontentare qualcuno, ricordare lo spessore scientifico dei partecipanti, intervenuti sia con relazioni che con poster, non ci si può assolutamente esimere dal ricordare che la giornata inaugurale ha visto l’apertura degli atti con una Lectio Magistralis di Giovanni Lilliu, archeologo per antonomasia e costante punto di riferimento per l’intero mondo dell’archeologia nazionale e internazionale.

La prof.ssa Giuseppa Tanda, Coordinatrice del Comitato Organizzatore, instancabile propugnatrice dell’approccio interdisciplinare all’archeologia, ha senz’altro avuto modo di constatare, attraverso le relazioni dei partecipanti e dai sempre vivaci dibattiti ad esse seguiti, quanti passi avanti abbia compiuto la ricerca in tale direzione. In questo splendido e fecondo contesto scientifico non deve però sfuggire quanto sottolineato dalla Coordinatrice stessa, docente presso l’Ateneo cagliaritano, nella premessa al volume primo degli atti della riunione.

Riconoscendo la grande spinta e lo sviluppo intervenuti nel settore archeologico, vengono infatti stigmatizzate le occasioni perdute. L’enorme mole, ad esempio, dei reperti che giacciono nei depositi dei musei, negati alla ricerca archeologica così come sottratti alla fruizione pubblica. E, ancora una volta, il grido di allarme investe l’inadeguata programmazione in un settore che, malgrado il sensibile progredire degli studi, risente gravemente anche delle difficoltà e dei conflitti esistenti tra i diversi enti interessati, emerge spesso una sordità istituzionale che non lascia sbocchi occupazionali e affossa le legittime aspettative di vita e di lavoro di chi, più o meno giovane, scegliendo di percorrere le vie del passato è accompagnato da una cronica e diffusa condizione di precarietà.

Nel sottolineare che la riuscita dell’evento è certo il frutto di efficienza e sapienti scelte organizzative, non resta che augurarsi di rivedere presto in Sardegna analoghe importanti occasioni di confronto scientifico in un ambito così vasto e affascinante come quello archeologico. Sassari, ha poi visto la giornata conclusiva delle relazioni della Riunione Scientifica nella giornata di sabato, con stimolanti interventi sui contatti e sugli scambi nell’antichità, seguiti da un’ultima sessione dedicata alle metodologie.

Sul solco di quell’immagine emblematica che vedeva gli archeologi riuniti in cima al nuraghe Losa in occasione del convegno del 1926, non sono comunque mancate anche questa volta le opportunità di un proficuo confronto sul campo, trascorso nella giornata di domenica, insieme a momenti conviviali, attraverso quattro distinti itinerari che prevedevano visite guidate presso importanti siti archeologici del sassarese, del nuorese, dell’oristanese e del Sulcis-iglesiente.

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