L’apocalisse Greca
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Atene (Grecia)

Il nuovo piano di austerità votato dal governo greco poche settimane fa ha creato un altro effetto bomba nella popolazione portando migliaia di persone ad incontrarsi nella piazza principale della capitale esternando la loro rabbia in tumulti ed uno sciopero generale.

Il paese peggiore dei Pigs (Portogallo, Irlanda e adesso anche l’Italia, Grecia e Spagna) ha deciso un’altra volta di scegliere la via impopolare per salvare il paese dal fallimento e dall’uscita dalla eurozona, e tutto cio’ ai danni della popolazione. Infatti, i Greci, specialmente quelli che vivono nella capitale, si sentono impotenti e possono solo sperare il meglio per il loro paese. «Non sappiamo quando e come si concluderà tutto, è una questione di vita o di morte», spiega un manifestante occupando il marciapiede davanti al parlamento che frequenta ogni sera a partir dalle 18 assieme ad altri “indignados”. Tutti quanti accusano il governo di avere mentito e aver causato una crisi fondata principalmente sulle bugie da parte dei politici riguardanti il debito pubblico.

Per tantissimi di loro, qualcosa doveva succedere per non solo affrontare, ma soprattutto denunciare, una situazione diventata insopportabile. Intorno al 25 maggio, ispirati dagli Spagnoli in Puerta del Sol, gli Ateniesi hanno deciso di prendere possesso della piazza Syngtagma Square (Piazza della Costituzione) per «riprendere la democrazia nelle nostre mani», afferma Thomas Oikonomou, un altro manifestante che fa parte di Real Democracy (www.real-democracy.gr/en), un gruppo di persone di tutte le età e estrazione sociale che hanno fatto della piazza il loro quartiere generale. Sono gli “indignados” Greci che promuovono la democrazia tramite quotidiane assemblee generali, una stazione radio ed anche una squadra di traduttori. Tutti volontari per una sola causa: la «vera» democrazia.

Thomas si riferisce a Platone e alla sua ricerca della democrazia quando spiega il significato del loro sit-in. Platone paragonava lo Stato ad una barca che dovrebbe essere guidata da capitani esperti perché «governatori ignoranti e incompetenti possono fare ed hanno già fatto disastri per cittadini e stati.» La sua analogia della barca risulta particolarmente appropriata. Lo si vede camminando nelle strade di Atene o parlando con la gente. «Atene è cambiata con la crisi. Ci sono più barboni in giro e per esempio sulla mia strada, c’è una famiglia che stava bene che adesso vive in una casa fatta di carta», dice Alexandros, uno dai traduttori di Real Democracy, ad un turista Italiano che simpatizza con la loro lotta. Non mette in dubbio che una soluzione per salvare il suo paese dalla crisi ci voglia, però pensa che il governo stia peggiorando la situazione quando approva un piano che avrà delle ripercussioni devastanti sia sull’educazione, sulla sanità e sul welfare state senza dimenticare il tasso di disoccupazione che cresce. «Tutto sta crollando, ci sono università che stanno chiudendo. Non si può fare questo, è criminale!» aggiunge Alexandros.

Le loro proteste continueranno tutti i giorni finché qualcosa cambierà come c’è scritto sul loro sito web: «Non c’è ne andremo fin tanto che non se ne andranno.» Come uno di loro dice con disperazione: «Dobbiamo fare questo perché speriamo che forse qualcosa cambierà.»

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