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Il Capo di Stato 2013 di Loredan Gasparini viene realizzato con Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Malbec raccolte dalla vecchie vigna “Le 100 piante”.

Si presenta con un bel colore rosso rubino profondo, voluttuoso come il velluto tanta è la consistenza. Al naso la florealità della viola e della rosa gallica sbocciano nella percezione del fruttato di ribes nero, della confettura di prugna e della ciliegia sotto spirito, poi tabacco e cacao, liquirizia e vaniglia compaiono attraverso un sottofondo erbaceo di sottobosco. In bocca il tannino è ancora teso, per niente cedevole, il sorso rivela una verve più minerale che fresca ma con note retrolfattive di ciliegia, tabacco, confettura di rose, vaniglia e confetto alla mandorla, per una persistenza lunga e decisa. Un vino ancora inespresso nel suo potenziale e che richiederà un’attesa di almeno 5 anni. Nel dubbio uno spezzatino di cinghiale al cioccolato potrebbe essere di consolazione sia per il presente vino che per quello che diverrà, scagionando il bevitore curioso dal peccato di infanticidio per apertura di bottiglia precoce.

Fermentazione alcolica e malolattica svolta in tini di rovere, il Capo di Stato non subisce filtrazioni ed affina tra i 18 ed i 24 mesi in grandi botti di rovere e per il 30% in barrique per un ulteriore affinamento in bottiglia per almeno un anno.

Frutto di uve provenienti da vigneti impiantati nel ’46 sulla collina di Montello per volere dello stesso conte Piero Loredan questo vino riserva, dapprima identificato come “Rosso di Venegazzù” e la cui prima vendemmia risale al 1951, poi perfezionato nella selezione nel ’64, esordisce nel 1967 presso l’Hotel Gritti di Venezia in occasione della Biennale e venne servita a Charles de Gaulle e alla consorte che ne rimasero così entusiasti che il presidente francese ne intessé pubblicamente gli elogi, credendo inizialmente si trattasse di un vino francese. In segno di profonda gratitudine il conte commissionò al pittore Tono Zancanaro la realizzazione di due etichette dedicate ai coniugi, una maschile e l’altra femminile (solo per annate eccezionali) dando dunque inizio alla storia che ha condotto il suo Capo di Stato ad entrare nella guida francese dei “100 Vins de Légende” e dunque nel contesto dei grandi vini a livello internazionale.

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