Bollani - Veloso
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Cagliari (ITALIA)

La serata all’Anfiteatro romano di Cagliari è una di quelle da ricordare negli eventi memorabili, da mettere nel miglior posto dei ricordi. Il concerto, eseguito nello spazio millenario dell’Anfiteatro, organizzato da Sardegna Concerti, è sicuramente l’evento musicale più importante dell’estate cagliaritana.

In realtà però i concerti erano tre
Stefano Bollani solo, accompagnato da un’orchestra di musicisti brasiliani e italiani. Caetano Veloso solo, accompagnato dalla sua chitarra acustica.

Il finale con Bollani e Veloso insieme, accompagnati dall’orchestra, che si arricchiva pezzo dopo pezzo di nuovi musicisti chiamati a suonare per l’occasione. Caetano Veloso e Stefano Bollani fanno il loro primo concerto insieme a Umbria Jazz il 12 luglio scorso, la seconda e unica data italiana è stata quella di Cagliari, e questo particolare ha reso l’evento ancora più speciale.

Il contesto che accoglieva l’evento è uno spazio magico, in particolare con la bellissima luna piena che la notte sovrastava il colle. Sarà che l’emozione di sedersi e guardare uno spettacolo dove centinaia di anni fa qualcun altro guardava e godeva di altri spettacoli e di un panorama spettacolare, è molto forte. Tutto questo, forse, crea un’atmosfera speciale.

Questo tipo di situazione è la stessa in molti Paesi del Mediterraneo, in tutti quelli dove l’impero romano ha costruito e lasciato ai posteri la sua cultura. Noi, come loro, amiamo l’arte, e l’amiamo di più se la bellezza dell’ambiente naturale accompagna la bellezza dello spettacolo.

Comincia Stefano Bollani, puntuale come i milanesi, con un’orchestra fantastica, assolutamente all’altezza del talentuoso pianista. Bollani presenta “Carioca” il suo disco dedicato alle sonorità brasiliane, ai ritmi carioca per l’appunto. Fa un lavoro che riceve per ben due volte i complimenti di Caetano Veloso, lo chiama “angelo del pianoforte”. Bollani, pianista che ha portato la musica classica ai massimi gradimenti. Un periodo d’oro per la musica “classica”, che vede una rinascita in Italia e in Europa.

Bollani viene aiutato in questa impresa dal suo antagonista Giovanni Allevi, anch’esso giovane talento e trascinatore di folle. L’uno eclettico, simpatico, ironico che collabora con giganti della musica Jazz come Enrico Rava o con importanti artisti stranieri. L’altro timido e riservato ma non senza una personale ironia quando parla con il suo pubblico ai concerti. La critica e il mercato insomma, hanno accettato la rinascita del pianoforte. I pianisti, non più rinchiusi dentro gli schemi rigidi degli spartiti del secolo scorso, ma aperti a contaminazioni di ogni genere, come dimostra il bellissimo concerto di Bollani.

Caetano, come lo chiamano in patria, o ancora il poeta di Salvador de Bahia, il filosofo della musica samba. Il rivoluzionario, il creatore del movimento musicale e culturale del tropicalismo, fondato negli anni della dittatura brasiliana a cui si opponeva, insieme alla sorella Maria Bethania, Gilberto Gil e Tom Zé. Un movimento che ha spaziato in diversi generi musicali, tra le quali bossa nova, rock and roll, Bahia, folk, musica africana e fado. Tutto questo ha portato il gruppo a dover soffrire l’esilio. Sono passati molti anni, veramente tanti. Caetano però non li sente. Sembrava un ragazzo dentro la sua dimensione preferita, si divertiva. La musica è la sua casa, dove abita comodamente e con sempre più tranquilla benevolenza mondiale.

Il pubblico del concerto cagliaritano era molto eterogeneo, si andava dai 20 anni ai 60, e anche più. Il repertorio ha accontentato tutti, dai classici come Sozinho a Você é linda, Paloma, Sampa, la stupenda O leãozinho, o la meravigliosa Terra, canzone che esprime l’amore per il nostro pianeta, descrivendolo come se fosse una donna. Una poesia in musica, un testo che di per se esprime la musicalità. In Caetano Veloso la musica, a volte, è solo accompagnamento del testo, la canzone è perfettamente sostenuta dalle parole, e l’equilibrio che si produce crea capolavori come Terra.

Caetano fa anche un omaggio alla tradizione brasiliana di Ary Barroso (quello di Acuarela do Brazil per intenderci), “un grandissimo compositore brasiliano degli anni 30 che amava molto Bahia, ma che proveniva da Minas Gerais” , così Caetano lo descrive. L’appartenenza ad una città in Brasile è fondamentale per capire il genere e la poesia delle canzoni. Ogni città ha il suo stile, ma Ary Barroso amava Bahia e cantava come i bahiani.

Di seguito una canzone inedita che ha dedicato al pubblico di Cagliari, che ringrazia calorosamente. Lui vorrebbe rispondere, comunicare, ma ci divide la lingua. Si chiede allora “e todas as pessoas que nao falam portugues, como vao ficar!” (tutte le persone che non parlano portoghese, come possono fare?). Qualcuno dal pubblico capisce e intona un “Viva il Brasile”. Caetano tenta ancora un avvicinamento al pubblico, e ragionando a voce alta pensa che i sardi probabilmente capiscono di più quando parla in portoghese che non in italiano. Si cerca il dialogo e si trova, alla fine anche senza parlarsi…

Serata meravigliosa che ancora, dopo giorni fa cantare i ritornelli di un cantautore in splendida forma, una persona che ti fa sentire a tuo agio, che ti fa sorridere insieme a lui.

Un poeta che canta la strada, molte dei testi delle canzoni del concerto parlavano di storie di strada. Di fatti e di emozioni che solo le strade di Bahia possono accogliere. Ricorda anche alcuni testi del grandissimo scrittore Jorge Amado. Le atmosfere dolci e allo stesso tempo tristi, allegre con Saudade. Tutto questo parlando di una Rua San João dove sembra accadano molte cose.

Il Brasile descritto dalla voce stupenda di Caetano è vicino e lontano al Mediterraneo. E’ portoghese nella lingua, ma è universale nella sostanza. Una forte e lunga melodia, che ancora ci accompagna…

 

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