Max Tempia
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Articolo di Veronica Paniccia

Roma (ITALIA)

Un gran bravo animale da palcoscenico nonché esperto programmatore di strumenti elettronici. Dell’eclettico Max Tempia e del suo ultimo lavoro – Alter Ego 2.1 – composto in collaborazione con Massimo Serra, si può parlare di rigurgito sonoro tradizionalmente pulito, quasi essenziale, con sfumature poliedriche e versatili.
Figlio dei Mass Media e dello spettacolo ha saputo confermarsi innanzitutto uguale a sé stesso. Originalmente innovativo, riconosce i limiti della matematica musicale. Senza varcarli vi si muove sperimentando all’interno.
E così, col sollazzo tra le dita tesse le sue trame sonore innovative al grado esatto, perché prima che il Nuovo, a noi, sembra ricercare il gusto dell’originale Puro: sullo strumento quanto sulla scelta ‘acustica’, regala all’orecchio un divertissement poggiato sul proprio emporio di ascoltatore prima che ‘ musichiere ‘.
E come il platinato si diverte ad inventare nel rigore del senso, anche noi giochiamo con le parole e tentiamo di fermarlo in queste poche righe, mentre con la levità, involucro di un contenuto riccamente ri-costruito e ( r)interpretato, tende ad espandersi e quasi a ‘ fugare ‘. Ad essere, come il colore che è solo colore da vedere et indescrivibile in altro modo, Musica che è solo Musica.

Buona Musica da ascoltare.

Di cotanto musicista e delle collaborazioni di cui si avvale (la Morselli Band, le sigle di numerosi spot et altro) è stato scritto già, noi ci limiteremo a consigliarvi un ascolto: assai più valido e piacevole di una trasfigurazione parolifera del suo ultimo disco.
‘Alter Ego 2.1’ è, di fatto, un altro Ego, un Io – in aggiunta- che viaggia sui binari della tradizione jazzistica: da Gillespie a Davis, al rivoluzionario ”Bird” Parker, passando per le note blu ed R&B di Morganfield (per i musicofili conosciuto con il nome di Muddy Waters ) e si risolve in sé.
Un ciclo che si apre perfetto dalla prima traccia ‘Anatroll’ figlia di manine attentaMente veloci et impassibili sulla tastiera, leggere ma calibrate sull’ intensità del tocco oltre che del suono, e chiude con ‘Blu Rondo alla Turk’ di Dave Brubeck richiamandone l’estro giocoso e l’intenzione ALTERnativa, improvvisativa.
Disco riconoscibile. A mio modesto parere indi ottimo disco, all’interno di un orizzonte musicale, quello italiano, che pare offrire davvero pochi prodotti validi al momento. ‘Alter ego’ trascende il panorama geografico e si dà in pasto al buon ascoltatore con goliardica serietà.

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