Natura
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di Laura Boi

Fare turismo, viaggiare, visitare, fare una vacanza, girare. Si usano abitualmente diversi modi di dire per esprimere gli spostamenti dal luogo in cui si vive e lavora ad altri dove, generalmente, si va a compiere altre attività. Spesso si ricerca lo svago, ma è un accezione del viaggio riduttiva.

Secondo la definizione ufficiale di turismo data dalla Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO)1, uno spostamento dal luogo in cui vive ad un altro, per essere definito viaggio, “deve essere superiore ad un giorno e inferiore ad un anno e avere uno scopo abituale diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese visitato”.

Come sappiamo nel dire comune si parla anche di “viaggi” di lavoro. In generale il turismo si può declinare in tanti modi – oggi infatti esistono i turismi – quante sono le motivazioni che spingono al viaggio. C’è chi viaggia per svago, riposo e vacanza; per visitare amici e parenti; per motivi di affari e professionali, per motivi di salute; per motivi religiosi/pellegrinaggio; per motivi di sport.

Ci sono poi ulteriori suddivisioni interne: c’è il turismo d’arte e il turismo archeologico, quello balneare e quello montano, enogastronomico, religioso, termale, congressuale, fieristico o incentive, per portare alcuni esempi.

Quanto più i gusti dei viaggiatori si frammentano e specializzano tanto più il turismo segue le tendenze e si specializza. Lo stesso modo di vendere i viaggi al turista si specializza, forte di un cambiamento dei canali di vendita del viaggio/vacanza. Parlo dell’influenza sul turismo portata dalla rivoluzione internet che ha coinvolto tutti i comportamenti umani, dal modo di relazionarsi e comunicare agli acquisti/vendite. Esistono portali generalisti che vendono alberghi, case, villaggi, pacchetti all inclusive e last minute, ma accanto sono nati un’infinità di siti tematici, specializzati sul singolo prodotto (agriturismo, bed and breakfast, casa vacanza) o sulle attrazioni, ovvero terme e benessere, sport, risorse naturali, o ancora su un tipo di turismo (turismo montano, cicloturismo, turismo in camper).

Se fino a poco tempo fa si parlava di turismo di massa in senso generale, come fenomeno contrapposto ai modi di viaggiare dei secoli precedenti, di conquista o conoscenza ma per pochi “eletti”, oggi questo non basta. Si è compiuto un passo avanti rispetto all idea di vacanza lunga e concentrata nella stagione estiva e al mare (tendenza dominante), spesso organizzata da terzi (agenzie di viaggio, tour operator), in strutture come case, hotel o villaggi vacanza, provviste di i tutti i comfort e gli svaghi al loro interno.

Oggi, nel XXI secolo, le cose sono cambiate e stanno cambiando. Come detto i turismi sono molteplici, ma non solo. Da un lato si assiste alla moltiplicazione e diversificazione dei viaggi dei viaggiatori odierni, con una riduzione dei tempi di permanenza nei luoghi. Dall’altro ci troviamo davanti a viaggiatori consapevoli e informati. Sono persone attente sicuramente al rapporto qualità/prezzo (vista la congiuntura economica sfavorevole), ma soprattutto sensibili nei confronti dell’ambiente, delle tipicità locali e di nuove forme di ricettività (alberghi diffusi, agriturismi, bed and breakfast).

Il comune denominatore è la nascita e la promozione di comportamenti attenti ai luoghi, ai loro abitanti, alla loro cultura e alle risorse in essi presenti, nell’ottica di preservarli affinché rimangano tali nel presente e nel futuro. Prende piede un modo di viaggiare alternativo rispetto quello tradizionale e si sente parlare di ecoturismo, turismo sostenibile o turismo responsabile2.

Il Mediterraneo ha una naturale vocazione al turismo, per la sua morfologia, il suo clima, la sua storia e le sue ricchezze, naturalistiche e artistiche. Risponde perfettamente alle tendenze attuali di diversificazione della domanda turistica con proposte che spaziano dagli itinerari enogastronomici, alla natura, alla montagna, al mare, agli sport. Rappresenta uno dei maggiori poli di attrazione mondiali di flussi turistici.

Se da una parte questo rappresenta un bene per le economie degli stati che vi si affacciano, dall’altra parte rischia di provocare un eccessivo consumo e un depauperamento delle sue variegate e preziose risorse. Proprio per questo credo meritino attenzione le esperienze che portano avanti istituzioni e operatori sensibili alla tutela e al rispetto delle risorse ambientali, consapevoli che la loro salvaguardia rappresenti una ricchezza.

Ne sono esempi esperienze come Ecoturismo Italia1 o Ecoworldhotel2, che propongono e incentivano un’ospitalità ecocompatibile, informano e promuovono comportamenti rispettosi dell’ambiente in cui viviamo. Ne sono un esempio la Regione Emilia Romagna, la Regione Toscana e la Provincia di Rimini che lo scorso Novembre hanno organizzato a Riccione (usuale destinazione del turismo di massa) una “CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL TURISMO SOSTENIBILE”3. Altro esempio è ancora la Regione Sardegna che ha lanciato un piano di salvaguardia delle coste e valorizzazione delle zone interne4.

La speranza è che quelle che oggi sono tendenze diventino consuetudine. È positiva la differenziazione dei turismi e la nascita di tante nicchie di turisti. Grazie a ciò si combatterà in parte la concentrazione di persone in poche aree e in limitati periodi dell’anno. È auspicabile che si diffonda inoltre la consapevolezza del valore e del rispetto delle risorse presenti, sia nel bacino Mediterraneo che nel resto del mondo, che devono essere fonti di ricchezza per i rispettivi Paesi, ma sempre compatibilmente con la loro esauribilità.

 


 

1. www.unwto.org

2. Una buona definizione si può trovare nel sito di ecoturismo Italia

3. www.ecoturismo-italia.it

4. www.ecoworldhotel.com

5. Promossa dalla Provincia di Rimini , dalla Regione Emilia-Romagna e con la partecipazione della Regione Toscana, la Conferenza si è incentrata su tre temi principali: sostenibilità, innovazione e valorizzazione dell’identità delle destinazioni turistiche di massa.

6. www.sardegnaambiente.it

 

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