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Di Maria Francesca Carboni

Inizierà a giugno 2020 l’avventura di Sushi Drop, il drone sottomarino progettato per studiare la biodiversità del Mar Adriatico.

Sarà un team italo-croato ad occuparsi della sua costruzione nei prossimi mesi, grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla Commissione Europea. Il drone navigherà in autonomia raggiungendo i 270 metri di profondità. Monitorerà gli ecosistemi marini sfruttando la tecnica dei sonar multibeam, un sistema di propagazione delle onde acustiche in acqua. Si tratta della tecnologia attualmente più precisa per individuare le distanze, le profondità e la morfologia degli ambienti, nonché la presenza di particolari specie marine. A differenza dell’ecoscandaglio (single-beam), consentirà l’acquisizione dettagliata di dati coprendo una fascia di fondale molto ampia con una elevata risoluzione.

Sushi Drop è un progetto innovativo che applica la robotica allo studio della biologia marina e mira alla creazione di una piattaforma di raccolta dati open source per favorire le buone pratiche della pesca nel pieno rispetto della biodiversità delle acque adriatiche.

Per la difficoltà di arrivare ai fondali si conosce ancora poco del mare, dello stato di salute delle acque e dei suoi abitanti. La pesca è uno dei metodi più diretti per trarre informazioni preziose al riguardo. è un’attività difficile da realizzare in prossimità di coste frastagliate ed è un metodo estremamente invasivo perché modifica l’habitat naturale.

Il team di lavoro italo-croato a capo del progetto europeo Sushi Drop si è chiesto quale tecnologia potesse consentire il monitoraggio dello stato di salute dei mari senza alterare l’equilibrio di quell’ecosistema. Il gruppo di ricerca ha pensato che la risposta al problema fosse un drone, uno strumento innovativo applicato allo studio della biologia marina.

Il dispositivo sarà in grado di immergersi nelle profondità del Mar Adriatico, un bacino di estremo interesse, per via della sua caratteristica biodiversità. Una vera e propria nursery per numerosissime specie. Il drone scandaglierà profondità ancora inesplorate, alla ricerca di specie marine poco note. Mapperà gli spostamenti, studierà i comportamenti e infine traccerà le abitudini, i ritmi e gli stili di vita degli animali marini.

Al centro dell’Adriatico, la fossa del Pomo in particolar modo ospita differenti specie, il nasello, lo scampo, il diavolo di mare e inoltre il cosiddetto vitello di mare. Un habitat interessante inoltre per la presenza di molte varietà di corallo come la Scleractinia l’Actiniaria.

Di grande interesse sono le zone più settentrionali, caratterizzate da fondali sabbiosi, piante da fiore tipiche delle aree marine, le cosiddette erbe da mare, e affioramenti rocciosi unici, le trezze. È inoltre presente un numero elevato di specie animali, fra questi i delfini dal naso a bottiglia, le tartarughe marine, lo squalo blu, lo squalo grigio, le alici.

L’idea nasce a Fano, nelle Marche, nel laboratorio di Pesca e Biologia marina dell’Università di Bologna. Qui per anni il prof. Corrado Piccinetti si è occupato di studiare il rapporto fra la biologia caratteristica dei mari dell’Adriatico e le attività ittiche svolte in quei luoghi.

Non c’è incompatibilità: pesca e salvaguardia dell’ecosistema possono coesistere, a patto che di quegli ambienti si conoscano bene le caratteristiche. Il beneficio è reciproco: consentire da un lato la pesca, un introito importante per tutte le regioni adriatiche e al contempo implementare le politiche di protezione, stabilendo quindi dei limiti sulle specie pescabili.

Nella fase di ideazione del programma Sushi Drop, il team è stato guidato dall’Università di Bologna, sotto la supervisione di Luca De Marchi, ricercatore dell’Alma Mater oltre che coordinatore del progetto.

Analizzare i fondali del Mar Adriatico e classificare le specie ancora poco note è il primo obiettivo. A questo fine sono state scartate le metodologie più invasive, come la pesca e il lancio delle reti, attività difficili in zone costiere molto frastagliate come quelle adriatiche. Per dedicarsi alla costruzione della nuova tecnologia di monitoraggio dei fondali, l’équipe bolognese si è rivolta al gruppo di ricerca robotica del CNR di Genova.

I droni fino ad ora sono stati utilizzati soprattutto in campo militare e petrolifero. Ma attualmente la loro applicazione interessa anche lo studio delle aree oceaniche. Nel contesto del Mar Mediterraneo le profondità sono basse. Questa caratteristica permetterà a Sushi Drop di raggiungere i fondali e qui analizzarne le peculiarità a partire dall’Adriatico.
Per i ricercatori sarebbe interessante tracciare i movimenti di molte specie. Di queste alcune provengono da lontano, addirittura dal Mar dei Sargassi, fra le Antille e le Azzorre nell’Oceano Atlantico, come le anguille adriatiche che scelgono i mari atlantici per riprodursi.

Mappare il mare con Sushi Drop chiarirebbe inoltre le relazioni tra prede e predatori, mettendo in luce gli equilibri che caratterizzano le reti alimentari. Ogni animale infatti rappresenta un nodo della rete e in quanto tale è fonte di sostentamento per altri componenti dell’ecosistema.

Il sonar di rilevamento delle frequenze acustiche di cui il drone è dotato consentirà di spingere le analisi a distanze elevate, anche a centinaia di metri da Sushi Drop, per localizzare le specie marine, per tracciarne la presenza e la posizione. A differenza invece dei dispositivi muniti di telecamere, meno funzionali questi ultimi per le indagini sottomarine. La chiarezza delle immagini in questi casi potrebbe essere solo prossimale e inoltre risente della torbidità delle acque o dell’assenza di luce a certe profondità.

Sushi Drop è l’abbreviazione di SUstainable fiSHeries wIth DROnes data Processing e si inserisce nel Programma Europeo di Cooperazione Interregionale 2014-2020 avviato fra Italia e Croazia, nell’ambito dell’Asse Prioritario 3 Environment and Cultural Heritage.

Oltre all’Università di Bologna, coordinatrice del progetto, sono coinvolti altri cinque partner: la regione Marche, il FLAG Costa dei Trabocchi e infine con base a Spalato, l’Institute of Oceanography and Fisheries, l’Association For Nature, Enviroment And Sustainable Development e la Contea di Split e Dalmazia.
Si tratta di un programma che stimola l’interazione tra associazioni ambientaliste, di ricerca biomarina e operatori dell’industria ittica, a partire dall’idea che non vi sia un contrasto fra la conoscenza degli habitat del Mar Adriatico e le attività di pesca condotte dall’uomo in queste zone.

Per questo il progetto Sushi Drop non è indirizzato alla sola costruzione del drone marino. Ulteriore obiettivo sarà la messa a punto di una piattaforma opensource. I dati sulla biodiversità delle acque adriatiche raccolti dal drone subacqueo verranno divulgati e liberamente condivisi con tutti i portatori di interesse della zona, nel settore dell’economia ittica.

Sushi Drop dunque favorirà pratiche di pesca attente e responsabili. Sosterrà la blue economy e un turismo ittico intelligente, volto alla conoscenza delle peculiarità del pescato e di tutti gli elementi che ruotano attorno a una ricchezza ambientale da preservare.

1 thought on “Con Sushi Drop la mappa della biodiversità del Mar Adriatico

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