Non esattamente un vino del ‘900 ma sicuramente frutto dell’anarchia enologica di un produttore che sa essere custode della viticultura di quell’epoca e che sa fare grandissimi vini rossi.
A circa un mese dall’anteprima del Merano Wine Festival e dopo il grande successo della prima edizione della Creative Cocktail & Drink Competition è ufficiale: a novembre verrà eletto il miglior bartender ed il miglior locale d’Italia.
la metafora del tempo che scorre così come il vino fluisce nel calice è calzante, soprattutto quando la nostra visione umana non è incentrata sull’inesorabilità del primo né sulla fretta di stappare il secondo bensì sul diritto all’attesa, per volontaria o casuale che sia.
Salvatore Mare è un marittimo carottese, diplomato macchinista nel luglio dell‘81 presso l’Istituto Tecnico Nautico “Nino Bixio” di Piano di Sorrento ed è da sempre interessato alle tematiche ambientali, del mare e delle criticità che riguardano chi per mare ci lavora.
Ci sono due cose fondamentali a qualificare un territorio e sono esattamente chi lo abita e ciò che esso contiene. Se chi abita una terra ha consapevolezza di ciò che essa offre probabilmente non resterà indifferente alla sua bellezza, alla sua storia ed alle sue tradizioni, anzi: condividendo il valore territoriale innanzitutto con le persone che vi vivono si andranno ad alimentare sia il culto di quella terra che la memoria collettiva la quale, nella profondità delle radici in cui affonda il passato, diventa memoria storica.
Fondata nel 1950 dal padre di Silvano Ferlat, questa piccola realtà ha iniziato la produzione di vino sfuso svolgendo attività agricola e di allevamento di bestiame al contempo, successivamente l’Azienda Agricola Ferlat ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla viticultura ed il suo profilo ha cominciato a smussarsi e delinearsi nel tempo fino a diventare quello di un’autentica cantina a conduzione familiare.
I popoli del Mediterraneo conobbero il riso dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno e Teofrasto, contemporaneo del condottiero, il quale è stato il primo a dare descrizione della pianta nei suoi trattati, parlandone come di un cereale che cresceva in acqua dopo lungo tempo ed i cui semi erano particolarmente idonei ad essere bolliti onde soddisfare il fabbisogno alimentari dei popoli asiatici. Aristobolo, compagno di Alessandro in diverse campagne militari e durante le spedizioni in Asia, ci dà addirittura notizie più dettagliate: il riso era una pianta che poteva raggiungere i quattro piedi di altezza, aveva abbondanti spighe, era ricca di semi, coltivata in aiuole chiuse e ben irrigate.
L’Estasi in Ascesa Moscato di Trani del 2018 ondeggia nel calice come velluto liquido dal biondo dorato, lasciando tracce di buona densità. I suoi profumi ammalianti danno aspettativa di dolcezza nelle sue note di uva spina e fiori di arancio, albicocca matura, mela champagne e guayaba con rintocchi di salvia essiccata ed una scia finale di crema pasticcera, ma al palato giunge da subito il disinganno: una tensione sapida che primeggia sulla freschezza, quest’ultima a rendere succoso il sorso, avviluppate in voluttuosa rotondità.
Editore dinamico del webzine e del relativo press network è il Team 5 Hats, già partner di Gourmet’s International per il progetto WineHunter Tour e quindi co-organizzatore dell’evento altoatesino, la cui anteprima quest’anno si terrà dal 18 al 20 giugno in concomitanza con il Merano Flower Festival. Inedito per l’edizione vera e propria che si terrà in novembre, il Merano Wine Festival aprirà le porte ai visitatori ed agli operatori di settori con Naturae et Purae, evento nell’evento che si incerniera sulla sostenibilità e consistente in un percorso sensoriale che abbina la purezza del Vino agli aromi ed ai profumi di Madre Natura, per un pubblico selezionato di 250 persone per ogni sessione in programmazione.
A completamento del trittico mediterraneo e dunque a chiusura di un ciclo sui pilastri culturali su cui poggia l’alimentazione che accomuna i Popoli del Mare Nostrum, Francesco Terrone, ingegnere ed imprenditore, poeta e letterato di fede mariana recentemente insignito del titolo di cavaliere della Repubblica, ci offre la sua prospettiva ed i suoi sentimenti rivolti al grano.
Il Prosecco è un fenomeno nazionalpopolare ed in quanto tale dovrebbe poter essere valorizzato e protetto in tutte le espressioni che lo rendono degno di essere bevuto e contemplarlo fieramente tra le eccellenze del Made in Italy… a partire dagli italiani stessi s’intende!
La Lardiata coi Tacchi a Spillo… un abitino rosso fiammante per i mezzanelli, quelli rigati però, brioso e sbarazzino, proprio come quelle donne che ne indossano uno e che ispirano da subito leggiadria e finezza.
La piccola cittadina di Tiràn, così si scrive in dialetto valtellinese, conta quasi 9 mila anime oggigiorno e fu abitata già nella preistoria, come testimoniano i pugnali del XVIII secolo a.C., le incisioni rupestri e la stele dell’Età del Rame esposta presso l’Antiquarium Tellino. Dapprima vi furono gli Etruschi ed i Celti poi, in Età Imperiale, furono gli Antichi Romani a stanziarvisi, dando origine al nucleo abitativo presso il pendio di Roncaiola e quindi assegnarle il nome: l’etimo sembra derivi da inter amnes, ossia tra i fiumi, ed in effetti Tirano si trova proprio tra l’Adda e il Poschiavino
Delite, il nome dato a questa piccola cantina, nasce dall’acronimo composto dal cognome di suo nonno, dal nome di sua nonna Italia ed appunto da Emanuele, e rappresenta la promessa di questo giovane vignaiolo di mantenere salda la linea congiungente tra il passato, il presente e l’innovazione necessaria a mantenere il carattere austero ed elegante, frutto di un lavoro di una viticultura pedemontana di grande pregio.
Una bella costruzione enologica, ammaliante e disorientante per certi versi, tanto che mai nome fu tanto indovinato per un vino: infatti quando lo si assaggia si pensa a tutto fuorché alla Campania ed ai suoi grandi vitigni autoctoni.
Non ci sta niente da fare, per fare ristorazione ci vogliono sicuramente tanti requisiti, e saper cucinare oltre che trafficare tra i tavoli è importante, ma tra i primi c’è che le persone bisogna amarle, bisogna saperle prenderle ciascuna per il verso suo, ci vuole insomma una grande empatia ed una grande umanità.
Il coinvolgimento e l’importanza strategica dell’Italia nello shipping cluster è indiscutibile tanto quanto l’importanza del nostro Paese di avere una flotta efficiente e degli Equipaggi Marittimi costantemente addestrati, questo perché la nostra economia vive di trasformazione e terziario, che la necessità di superare due gap incidenti e negativi: l’inadeguatezza burocratico-strutturale dei nostri porti e la mancanza di rispetto del Marittimo.
Il Mondo Vino è un complesso apparato fluidodinamico costantemente in evoluzione, esigente e cangiante. Chi vi opera deve avere una grande vocazione, deve avere una profonda conoscenza della materia ed una forte volontà ad aggiornarsi costantemente e non soltanto in ambito vitivinicolo poiché, indipendentemente dalla propria specializzazione professionale, occorre essere dei bravi sensorialisti, conoscere il mercato ed il trend di consumo, la comunicazione ed i fondamenti del neuromarketing, la conoscenza delle lingue straniere, delle strategie di vendita e della più ampia cultura generale poiché il Vino è materia multidisciplinare in sé.
Il senso dell’olfatto, tutt’oggi il più sottovalutato tra i cinque sensi, è quello che forse incide di più sull’inconscio, il quale elabora e raccoglie un’infinità di informazioni al di là della nostra volontà ed immaginazione. È grazie all’olfatto, tra l’altro il senso più collegato alla vista ed al tatto, che riusciamo a rievocare dalla dimensione inconscia un evento o un’esperienza passata dopo aver sentito un determinato odore e per estensione, potremmo dire, dopo aver percepito un determinato sapore.
Un italiano dovrebbe perdere temporaneamente la memoria per qualche giorno, così, giusto per ritrovarsi in una città d’arte, dentro una pinacoteca, nel bel mezzo di un paesaggio o di un sito archeologico del suo Paese per poter ricevere la benedizione di un grande dono: poter guardare tutto ciò con gli occhi di un bambino o di uno straniero al fine di provare lo stesso rapimento che gli animi sensibili provano quando vengono colpiti dalla sindrome di Stendhal, atterriti dalla magnificente bellezza di cui sono circondati…
Tra le più tipiche espressioni dolciarie della tradizione natalizia partenopea vi sono le sapienze, cioè si scrivono sapienze ma si pronunciano susamielli e si mangiano come si pronunciano.
Dopo che qualcuno ha alluso ad un’operazione ad orologeria mirata ad una presunta “passerella natalizia” da parte del governo i nostri politici staranno temporeggiando nel risolvere anche questa questione al fine di far salire l’asticella dei consensi per Capodanno o cosa?
Tempi durissimi per i Marittimi d’Italia e dopo le speranze nutrite dall’intera Categoria, tutte riposte nel documento redatto a più mani da esponenti della Gente di Mare e consegnato a Montecitorio circa due anni fa, ci si chiede perché ancora oggi non siano arrivate risposte significative da parte delle istituzioni. Soprattutto ci si chiede come mai, dopo aver espresso puntualmente tutte le criticità sul lavoro marittimo, e le plausibili risoluzioni, alla commissione interministeriale il 5 febbraio del 2019, non arrivano risposte dai tanti esponenti del Movimento 5 Stelle che oggi occupano ruoli strategici presso i dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, dei Trasporti Marittimi e della Pubblica Istruzione.
Nel film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino il protagonista Jep Gambardella, alla domanda “che cosa ti piace di più veramente nella vita?”, rispondeva molto serenamente e senza sentirsi in dovere di conformarsi all’andazzo generale “l’odore delle case dei vecchi”.
La cantina di Euro Parovel è stata fondata nel 1898 dal suo trisavolo Pietro Parovel, anno in cui vennero impiantati i vigneti e gli oliveti che in buona parte si possono ammirare anche oggi, tutti nel comune di San Dorligo della Valle sulle colline del Rio Ospo.
Negli ultimi anni sembra che in Campania e più in generale nel Sud Italia, manco il tempo che arrivi il Natale, tutti vogliono il panettone… dai consulenti finanziari ai pescivendoli, dagli avvocati ai gommisti, fino agli imprenditori della ristorazione, sembra che nessuno, persino in piena ondata covid, intenda rinunciare ad avere il suo bel panettone artigianale.
Il vino, oggetto del desiderio e fonte di piacere allo stesso tempo, diventava elemento di fusione tra la gioia di banchettare e quella dell’amoreggiare se non addirittura l’innesco delle pulsioni che esplodevano in orge collettive tra cibi raffinati e corpi sinuosi.
Il salame di Mugnano rappresenta ancora oggi il salume delle feste, quelle che pur riunendo talvolta il sacro col profano continuano ad essere feste concrete, fatte di valori familiari e gioia, pertanto un rosso frizzante della Penisola Sorrentina Doc come il Gragnano sarebbe un abbinamento ideale grazie al brio ed all’eleganza contadina che entrambi sono capaci di evocare con la loro genuina rusticità.
L’area di provenienza delle uve impiegate per il vino Rambëla è proprio quella di Boncellino di Bagnacavallo nel ravennate, lo stesso paesino in cui Antonio Longanesi acquistò nel 1913 la proprietà che oggi costituisce l’odierna Azienda Agricola Longanesi Daniele, costituita dalla stessa famiglia di vignaioli che al tempo scoprirono la vite che oggi porta il loro nome attuandone la diffusione.
la triangolazione tra tipo di farina, tecnica di impasto ed ingredienti utilizzati sulla pizza è un’ottima strategia per stabilire l’abbinamento ideale col sake in cui la carta vincente resta sempre la voglia di scoprire nuove sensazioni gustative
Coltura biologica, cultura del vino è il core value dell’azienda vinicola Corte d’Aibo, nata nel 1989 grazie alla passione di Antonio Capelli e Mario Pirondini. L’azienda, consistente in 35 ettari, si trova proprio nel cuore del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio e vanta un paesaggio di intatta armonia tra caseggiati dal tipico rosso bolognese, distese di grano e vigneti a perdita d’occhio.
La passione di Gerardo Di Dato per l’arte pasticcera è radicata nella terra che lo ha visto crescere, nelle giornate vissute col padre Salvatore nei frutteti di famiglia e dallo stupore che provò per la prima volta a tredici anni quando andò in visita nel laboratorio di pasticceria di suo zio Franco.
Pur fondata nel 2004 la Cantina Rizzo è sinonimo di viticultura cilentana e parte integrante del paesaggio felittese in quanto le vigne impiantate da lunghissimo tempo accompagnano da sempre la vista del visitatore che desidera raggiungere il rio Calore e le sue gole lungo i percorsi boschivi oppure in canoa
Per facilitare il passaggio tra i banchi di scuola e le navi il prof. Domenico di Prisco ha redatto un manuale sulle comunicazioni marittime ed il relativo Glossary dello S.M.C.P. dell’IMO, ad uso dello studente e dei futuri Ufficiali di Navigazione nella fase di preparazione agli Esami per Patenti e Patentini di Ufficiale di Guardia
Investito ufficialmente del ruolo di delegato nel marzo del 2010, ed oggi al suo IV mandato, Nevio guida la comunità dei sommelier salernitani da buon padre di famiglia, abbracciando, oltre alla città di Salerno, un territorio che si estende da Scafati fino ad Eboli, che si estende quindi dall’Agro Sarnese Nocerino fino alla Valle dell’Irno.
Il chorizo è tra i salumi più famosi di Spagna, condiviso col Portogallo e presente in tutti quei paesi influenzati dall’ispanica cultura che hanno contribuito a renderlo internazionalmente diffuso tanto da essere apprezzato persino in Italia
La Bottaia è fatta da Aglianico in purezza proveniente da terreni collinari tra i 450 ed i 600 metri sul livello del mare, le cui viti sono impiantate in terreni di origine vulcanica e di matrice tufaceo-argillosa e vengono allevate a Guyot
Quando parliamo di coronavirus e di storia dei tre setacci mi viene pensare che non conosciamo le due cose a partire dalla loro origine, e da ciò che le configura in quanto esistenti. Soprattutto mi viene da pensare che non siamo né virologi né filosofi, per quanto i virus circolino liberamente nell’atmosfera e la filosofia faccia parte della nostra esistenza… in alcuni come minuti capillari ed in altri come invadenti vene varicose, come amava sostenere Friedhelm Moser, buonanima.
La Vernaccia Nera è tra le uve più rappresentative delle Marche, così ben radicata nel suo areale da essere poco incline all’adattamento in contesti territoriali diversi e già famosa nel 1877 da essere considerata da Giuseppe di Rovasenda, autore del Saggio di Ampelografia Universale, una varietà molto pregiata; iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970, generalmente quest’uva vede maggior concentrazione nell’area preappenninica nel maceratese ed il suo nome si fa derivare, come per tutte le vernacce in effetti, dal termine latino vernaculum, ossia di ciò che appartiene al luogo.
Si è stimato che un ulteriore fermo delle attività produttive impattanti per l’ambiente per un periodo di 45 giorni eviterebbe nei soli paesi membri della comunità europea ben 145 milioni di emissioni, corrispondenti ad un calo annuo del 5%. Tutto questo ha oltretutto dimostrato che nella sola Cina il miglioramento dell’atmosfera ha evitato le morti di 4000 bambini e 73 mila anziani, grazie alla drastica riduzione degli agenti inquinanti: numeri che fanno non poco riflettere sulle principali cause di mortalità a livello mondiale, soprattutto se si considera che, rispetto alle vittime del coronavirus, il numero di persone salvate è 20 volte superiore.
Anche il sake, inconfutabilmente bevanda colta ed elegante per le origini e rifermenti storico-culturali, possiede un’anima pop come quella dei salumi, capace di flettersi ed adattarsi a spuntini informali piuttosto che a taglieri pregiati per squisitissimi abbinamenti.
La vite dunque divenne in questo arco temporale coetanea dell’uomo nell’agricoltura, così come al vino spettò il ruolo di fedele compagno di viaggio della società primordiale attraverso la storia, la letteratura e il progresso, una vera e propria onnipresente testimone dell’umana civiltà
Quando un progetto è, prim’ancora che un’operazione commerciale, un progetto che avvalora la terra, la materia prima e gli uomini coinvolti, lo si nota a prima vista: due distinte realtà della pasticceria campana e due territori che si abbracciano idealmente: come affermare il contrario?
Si terrà a Torchiara l’11 luglio presso il Palazzo Baronale De Conciliis la V Edizione di Aglianicone Vinum Nostrum, kermesse legata alla valorizzazione del vitigno autoctono cilentano.
Il rosato della Cantina Rizzo è figlio di una promessa d’amore, quella che Gianvito Capozzoli, proprietario, enologo ed agronomo dell’azienda, fece alla moglie Angela quando erano ancora fidanzati e che pertanto ne porta il nome.
Spesso ed erroneamente ritenuta un ricettacolo di terminologie astruse e desuete, nonché bollata come la cugina sfigata del nostro italico idioma, di cui è inequivocabilmente parte integrante, la lingua marinaresca resta purtroppo appannaggio quasi esclusivo nel costume orale e scritto di quel Popolo che si muove lungo le acque…
La storia del formaggio ha origini antichissime e questo grande prodotto ha da sempre costituito nel metodo di lavorazione il miglior criterio per concentrare e preservare il grande patrimonio di nutrienti apportati dal latte.
Lui è Luigi Tecce, classe del ’71. Non crede in Dio ma ad una prima occhiata pare sappia campare molto meglio di chi lo fa e vive i suoi tempi col distacco tipico di chi ha subito il fascino ed il successivo disincanto dai grandi ideali, facendolo da pragmatico e anche con una sottile vena da nostalgico sognatore, ma non ditelo a nessuno sennò finisce che perde la sua aria di strafottente.
Lo chef Mario De Pisapia, classe del ’62, è una vera e propria istituzione a Cava de’ Tirreni e non solo. Oltre a vantare un prestigio di livello nazionale, contribuendo alla formazione professionale di chef altrettanto famosi, è tra i primissimi e più attivi ambasciatori della Dieta Mediterranea nel mondo.
Il Grappolo d’Oro dimostra quanto il Fiano possa trovare degna dimora anche fuori dal contesto irpino e quanto riesca a dare emozioni diverse per una esperienza di beva che ben caratterizza il complesso quadro geomorfologico cilentano. Indicatissimo per un ricchissimo fish & fruit estivo.
Elena è una persona cordiale ed i suoi modi hanno tutta la gentilezza acqua e sapone della ragazza della porta accanto ma possiede la tipica determinazione di un ariete con una metodicità nel fare le cose in perfetto stile virgo; il suo modus operandi si riassume nella parola precisione, quella che non le impedisce di essere pratici al momento opportuno e che la contraddistingue in ogni fase del suo lavoro, dalla campagna alla preparazione dei pallet, senza accettare le mezze misure, così come ha sempre fatto sin dall’inizio con il suo Titolo: un vino solo e fatto bene.