Jarash
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Tra le città del Mediterraneo, mare di urbanizzazione e scambi millenari, occupano un posto particolare quelle che si sono spopolate e spente poco a poco lungo il cammino del tempo.
Si tratta di piccoli e grandi siti archeologici che rievocano un passato lontano ed affascinante; antiche città oggi fatte di rovine, ai margini delle quali in alcuni casi si sono sviluppati nuovi centri urbani. Disseminate da una sponda mediterranea all’altra, esse rappresentano ciò che resta di potenti imperi i cui fasti si sono ormai dissolti come nebbia al sole della storia.

Nel nord della Giordania si trova Jarash, l’antica Gerasa di epoca romana, che può essere annoverata a buon diritto in questa categoria.
Seppure molto meno famosa rispetto a Petra, a cui corre inevitabilmente il pensiero quando si parla del piccolo regno del Vicino Oriente, Jarash si presenta come uno dei luoghi più suggestivi di tutto il Paese ed incanta il visitatore per la sua straordinaria bellezza.
Situata ad una cinquantina di km a nord della capitale ‘Amman, alla quale è ben collegata, essa è oggi anche un moderno agglomerato urbano che si è sviluppato notevolmente negli ultimi decenni grazie al turismo attratto nella regione settentrionale proprio dai resti spettacolari della città antica; accanto a quest’ultima il nuovo centro urbano è sorto apparentemente in perfetta sintonia e molti dei suoi abitanti gravitano sul sito archeologico con le proprie attività economiche, a partire dagli stessi bambini che vendono cartoline a buon mercato ai turisti.

Le rovine, molto ben conservate e custodite con orgoglio dalle autorità giordane, danno una chiara idea della struttura delle città provinciali romane dell’area vicino-orientale e lasciano letteralmente senza fiato sin dai primi passi all’interno del posto.
All’ingresso, sul lato sud, chi arriva viene accolto dal maestoso Arco di Trionfo di Adriano, costruito per commemorare la visita dell’imperatore nell’anno 129 d.C.; proprio a partire da quell’epoca, fino agli inizi del III secolo, Jarash conobbe il suo periodo di massimo splendore, arrivando ad ospitare una popolazione superiore ai ventimila abitanti.
Segue l’ippodromo, utilizzato dai romani per le gare di atletica e per le corse dei cavalli; la capienza totale era di oltre 10 mila spettatori. Ora viene organizzata quasi quotidianamente una corsa di bighe, in genere durante la mattinata, con tanto di figuranti vestiti da legionari romani e altri abbigliati invece da gladiatori che concludono lo spettacolo simulando combattimenti a suon di tridenti e varie armi antiche.
Poco dopo aver superato la Porta Sud, in cui avviene il controllo effettivo dei biglietti di ingresso, si apre lo splendido scenario del Foro incorniciato da una cinquantina di colonne in stile ionico: si tratta di una vasta piazza dalla forma ovale la cui funzione era quella di punto d’incontro della città, nonché di zona di mercato.
Là accanto spiccano il Tempio di Zeus, risalente al 162 d.C., ed il grande Teatro Sud, databile ad un periodo ancora più antico, che in passato poteva ospitare fino a cinquemila spettatori.

Immediatamente dopo il Foro si apre la Strada Colonnata, l’arteria principale nota anche con il nome di Cardo Maximus, la quale si estende per circa 800 metri fino alla Porta Nord.
Percorrerla, tra le colonne che la fiancheggiano (in passato ben 500!), dà l’impressione di fare un viaggio nel tempo, respirando un’atmosfera particolarmente suggestiva; la pavimentazione è quella originale ed è pressoché impossibile non notare i solchi lasciati dai carri che vi hanno transitato nel corso dei secoli. Continuando il percorso, si ammirano templi e altre costruzioni riccamente decorate davanti a cui si finisce per soffermarsi passo dopo passo.
E intanto si giunge nella zona settentrionale dove l’attenzione viene catturata dalla presenza imponente del Teatro Nord: nonostante risulti più piccolo rispetto a quello presente nella parte meridionale, esso è tuttavia di un fascino unico ed ammirare il suo interno dall’alto delle ripide gradinate dà quasi il senso della magnificenza del luogo. Più che per ospitare rappresentazioni teatrali, questo gioiello, restaurato peraltro in modo superbo, veniva utilizzato per riunioni di tipo politico.

Nel sito, inoltre, circondato da quel che sopravvive delle antica mura, sono state ritrovati anche i resti di diverse chiese cristiane risalenti ad un periodo compreso tra il IV e il V secolo.
Quando si ritorna indietro, ci si rende conto che sono trascorse oltre tre ore dall’inizio della visita e per un attimo si ha la sensazione che il nostro tempo, sempre così fugace, sia stato come meravigliosamente rapito da quello di Jarash, fermatosi ormai da tanto tra quelle rovine silenziose e cariche di storia.

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