Il vino PepeRosso, assaggiato per essere proposto ai lettori di Mediterranea Online, è esposto al Museo degli Artisti Contemporanei del Terzo Millennio, sito nel comune di Policastro Bussentino, nella sezione di tecnica, arte della conoscenza, del sapere e della tradizione. In etichetta “L’Attesa” del maestro Antonio Balbi da Roccagloriosa, a ricordare la campagna vitivinicola del 2017 caratterizzata da gelate primaverili e da un lungo periodo di siccità.
Il Lacrymanera è un uvaggio di Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico coniugati a seconda dell’annata e tradotti in un modello enologico sostenibile e che intende riproporre, attraverso la conoscenza e l’attenzione verso tutti i processi produttivi, un vino artigianale e di grande aderenza al territorio. Fermentazione spontanea con l’uso del pied de cuve e macerazione per circa un mese, poi un anno in vasca d’acciaio, decantazione per gravità e imbottigliamento.
La Facoltà di Agraria di Portici, distaccamento dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha festeggiato 150 anni di attività e si attesta tra le eccellenze italiane in quanto a polo Agritech ed Agrifood.
Mosaico per Procida sarà presentato presso il prestigioso Istituto Enologico “De Sanctis” grazie alla lungimiranza ed alla cortese disponibilità del suo dirigente scolastico, Pietro Caterini, ed alla sinergia tra Identità Mediterranea e l’Associazione Italiana Sommelier, sempre presente durante le manifestazioni organizzate da Gaetano Cataldo al fine di narrare la significativa esperienza a sostegno dell’isola partenopea ed a vantaggio della Campania dell’enogastronomia, regione che ha saputo rivelare il suo lato creativo, passionale, coesivo e di radicamento al territorio.
L’incontro che è avvenuto ieri 29 giugno presso l’Istituto Enologico “Francesco De Sanctis” di Avellino, dal titolo “Taurasi, the king of Southern Italy”, ed organizzato dal Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia, ha avuto successo, ha ricevuto un largo consenso ed ha visto la partecipazione di numerose cantine presenti al convegno, non solo della Verde, associazioni del territorio, stampa ed istituzioni.
Da sempre impegnata in progetti di valore su tutto il territorio nazionale, dando altresì sostegno alle amministrazioni locali ed alle comunità rurali, Città del Vino, storica Associazione nata nell’87 a Siena, ha da sempre avuto un ruolo attivo nel rinascimento del vino e nella valorizzazione dei territori e, con l’iniziativa “Divinamente Abili”, ha voluto dar vita ad un progetto sperimentale finalizzato a costituire un percorso attuativo esemplare e, al tempo stesso, intercettare nuove risorse per il territorio, oltre che costruire un ponte ideale tra riabilitazione, inclusione sociale e lavorativa dei soggetti con disabilità, nel settore vitivinicolo e in quello agricolo in generale.
Accarezzati dal lungo e turbolento soffio dell’Oceano Atlantico i vitigni utilizzati in questa annata, i quali si trovano su suoli di argilla e scisto, sono stati l’Alicante Bouschet, la Periquita, la Trincadeira e l’Aragonez, poi vinificati separatamente in acciaio inox con macerazione e fermentazione variabile in durata dai 7 ai 15 giorni, per poi affinare in barrique di rovere francese per un anno.
Vi state chiedendo come mai soltanto quattro? Lasciate perdere chi non ci ha creduto o si è defilato all’ultimo minuto. Invece queste fierissime aziende sannite sanno cosa sia il fair play, hanno la capacità di sognare e da sole reggerebbero l’Arco di Traiano, simbolo della città capoluogo.
Il territorio felittese è piacevole ed un vero e proprio contenitore di gusto e cultura, ma la scelta coraggiosa di Francesca Fiasco rende questa terra ancora più luminosa. Questa è la descrizione del suo Difesa Igt Paestum del 2016.
Il 28 ed il 29 gennaio si è tenuta una manifestazione diffusa sul territorio aversano alla scoperta della storia e delle tradizioni legate all’Asprinio. Tra gli attori principali di Aversa Wine il giovane Nicola Numeroso, da sempre impegnato nella lotta per la preservazione di questo vitigno e di tutta la comunità che vi ruota attorno.
Da un’idea di Roberto Cipresso, winemaker e scrittore cult di fama internazionale, nasce l’idea di una bottiglia celebrativa che possa dare un senso di coesione e di appartenenza ai produttori di vino in Campania e renderli attivamente partecipi a questo grande evento.
Il Costacielo Bianco Igt Campania 2019 è brioso nella sua veste giallo dorata, viva e luminosa che, fluttuante al calice lascia orli di buona consistenza.
Fondata nel 1950 dal padre di Silvano Ferlat, questa piccola realtà ha iniziato la produzione di vino sfuso svolgendo attività agricola e di allevamento di bestiame al contempo, successivamente l’Azienda Agricola Ferlat ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla viticultura ed il suo profilo ha cominciato a smussarsi e delinearsi nel tempo fino a diventare quello di un’autentica cantina a conduzione familiare.
L’Estasi in Ascesa Moscato di Trani del 2018 ondeggia nel calice come velluto liquido dal biondo dorato, lasciando tracce di buona densità. I suoi profumi ammalianti danno aspettativa di dolcezza nelle sue note di uva spina e fiori di arancio, albicocca matura, mela champagne e guayaba con rintocchi di salvia essiccata ed una scia finale di crema pasticcera, ma al palato giunge da subito il disinganno: una tensione sapida che primeggia sulla freschezza, quest’ultima a rendere succoso il sorso, avviluppate in voluttuosa rotondità.
Le viti di Pinot Grigio si trovano su terreni marnoso-arenacei, la tipica ponca per intenderci, posti ad un’altitudine media di 300 metri, guardano al Mar Adriatico e trovano alle loro spalle la protezione dei rilievi prealpini, condizioni queste che assieme al clima fresco e piovoso sono caratterizzanti per questo terroir.
Il Prosecco è un fenomeno nazionalpopolare ed in quanto tale dovrebbe poter essere valorizzato e protetto in tutte le espressioni che lo rendono degno di essere bevuto e contemplarlo fieramente tra le eccellenze del Made in Italy… a partire dagli italiani stessi s’intende!
Delite, il nome dato a questa piccola cantina, nasce dall’acronimo composto dal cognome di suo nonno, dal nome di sua nonna Italia ed appunto da Emanuele, e rappresenta la promessa di questo giovane vignaiolo di mantenere salda la linea congiungente tra il passato, il presente e l’innovazione necessaria a mantenere il carattere austero ed elegante, frutto di un lavoro di una viticultura pedemontana di grande pregio.
Il Mondo Vino è un complesso apparato fluidodinamico costantemente in evoluzione, esigente e cangiante. Chi vi opera deve avere una grande vocazione, deve avere una profonda conoscenza della materia ed una forte volontà ad aggiornarsi costantemente e non soltanto in ambito vitivinicolo poiché, indipendentemente dalla propria specializzazione professionale, occorre essere dei bravi sensorialisti, conoscere il mercato ed il trend di consumo, la comunicazione ed i fondamenti del neuromarketing, la conoscenza delle lingue straniere, delle strategie di vendita e della più ampia cultura generale poiché il Vino è materia multidisciplinare in sé.
Il Made in Italy è attraente ed ha tantissimi ammiratori nel mondo, a dimostrazione che il nostro Paese piace ed all’Estero piace ciò che a noi italiani piace bere e mangiare. Per quanto si possa immaginare al Made in Italy come al frutto di una strepitosa campagna di marketing strategico, come quelle che il genio di Dino Villani sapeva condurre con successo, creando dal nulla San Valentino, la Festa della Mamma e la Colomba Pasquale, superbe macchinette dei soldi quasi alla pari con l’aspetto più laicamente consumista e sprecone del Natale, non è così
La cantina di Euro Parovel è stata fondata nel 1898 dal suo trisavolo Pietro Parovel, anno in cui vennero impiantati i vigneti e gli oliveti che in buona parte si possono ammirare anche oggi, tutti nel comune di San Dorligo della Valle sulle colline del Rio Ospo.
Il vino, oggetto del desiderio e fonte di piacere allo stesso tempo, diventava elemento di fusione tra la gioia di banchettare e quella dell’amoreggiare se non addirittura l’innesco delle pulsioni che esplodevano in orge collettive tra cibi raffinati e corpi sinuosi.
Coltura biologica, cultura del vino è il core value dell’azienda vinicola Corte d’Aibo, nata nel 1989 grazie alla passione di Antonio Capelli e Mario Pirondini. L’azienda, consistente in 35 ettari, si trova proprio nel cuore del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio e vanta un paesaggio di intatta armonia tra caseggiati dal tipico rosso bolognese, distese di grano e vigneti a perdita d’occhio.
Pur fondata nel 2004 la Cantina Rizzo è sinonimo di viticultura cilentana e parte integrante del paesaggio felittese in quanto le vigne impiantate da lunghissimo tempo accompagnano da sempre la vista del visitatore che desidera raggiungere il rio Calore e le sue gole lungo i percorsi boschivi oppure in canoa
La vite dunque divenne in questo arco temporale coetanea dell’uomo nell’agricoltura, così come al vino spettò il ruolo di fedele compagno di viaggio della società primordiale attraverso la storia, la letteratura e il progresso, una vera e propria onnipresente testimone dell’umana civiltà
Lui è Luigi Tecce, classe del ’71. Non crede in Dio ma ad una prima occhiata pare sappia campare molto meglio di chi lo fa e vive i suoi tempi col distacco tipico di chi ha subito il fascino ed il successivo disincanto dai grandi ideali, facendolo da pragmatico e anche con una sottile vena da nostalgico sognatore, ma non ditelo a nessuno sennò finisce che perde la sua aria di strafottente.
Il Grappolo d’Oro dimostra quanto il Fiano possa trovare degna dimora anche fuori dal contesto irpino e quanto riesca a dare emozioni diverse per una esperienza di beva che ben caratterizza il complesso quadro geomorfologico cilentano. Indicatissimo per un ricchissimo fish & fruit estivo.
Elena è una persona cordiale ed i suoi modi hanno tutta la gentilezza acqua e sapone della ragazza della porta accanto ma possiede la tipica determinazione di un ariete con una metodicità nel fare le cose in perfetto stile virgo; il suo modus operandi si riassume nella parola precisione, quella che non le impedisce di essere pratici al momento opportuno e che la contraddistingue in ogni fase del suo lavoro, dalla campagna alla preparazione dei pallet, senza accettare le mezze misure, così come ha sempre fatto sin dall’inizio con il suo Titolo: un vino solo e fatto bene.
Tra i vitigni più emblematici dell’Emilia Romagna L’Albana è noto fin dai tempi dell’antica Roma ed i primi a darne testimonianza, grazie alle loro opere letterarie, furono Catone, Varrone, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, tramandandoci il gran pregio dei vini che se ne producevano già allora.
Il Satyricon è un vino che per quanto sia degno di ogni lode non si spiega ma si beve, come probabilmente direbbe il suo autore tagliando corto, e si contempla bevendo e ridendo con gli amici, magari ascoltando che coss’è l’amor di Capossela, canzone mai troppo scontata davanti a dei fumanti fusilli avellinese col ragù misto nel tegamino.
si capisce benissimo quanto il progetto di Cascina degli Ulivi, comprendente il vino, l’agricoltura e l’allevamento, sia un progetto molto più ampio, improntato sul legame tra l’uomo e la terra e sul rapporto tra la salute dell’uomo e quella dell’ambiente stesso.
L’Humus Curtimenta 2017 potrebbe rientrare nel disciplinare della denominazione di origine Óbidos, ma volutamente Rodrigo preferisce restare in quella dei vinhos regionais de Lisboa, fino al 2009 denominati vinhos regionais de Estremadura; per questo vino bianco la fermentazione si innesca spontaneamente in un range di 5 o 6 giorni in botti usate, per macerare sulle bucce per ben tre mesi, senza trattamenti né filtraggi di alcun genere. Un vino davvero molto creativo se si pensa che, oltre ad essere un blend di Arinto, detta anche Pederna, e Sauvignon Blanc, vede l’aggiunta di Touriga Nacional appena pressata e dunque vinificata in bianco.
Le Cantine Antonio Caggiano rappresentano uno dei punti di riferimento più importanti per chi voglia approfondire la conoscenza della viticultura e del vino in provincia di Avellino grazie ad una produzione di qualità e dal grande appeal territoriale.
Il Litrotto Rosso è un Vino appartenente alla Categoria dei Triple A, figlio di un territorio cerniera tra le Terre di Gravina e la Murgia Materanese.
Si è svolto presso l’Istituto Agrario “De Sanctis” di Avellino un importante seminario sulle tecniche di vinificazione in bianco.
Lo stato di salute dell’economia vitivinicola irpina è riscontrabile anche dal fatto che le stesse cantine stiano facendo continue richieste per ottenere personale enotecnico altamente specializzato al De Sanctis che non può altro che andare fiero di questa costante fiducia rinnovata nell’essere istituto di formazione enologica di eccellenza tra i primissimi in Italia.