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“Vivere con meno, sarà il nuovo rinascimento” . Tra i più potenti veicoli sociali e culturali che svolge  al meglio il compito di raccontare e sensibilizzare le grandi masse vi è sicuramente il Cinema.
Preservare il pianeta in cui viviamo, conservare e valorizzare le nostre radici culturali attraverso e soprattutto una produzione alimentare sostenibile,promuovendo il ritorno di sistemi agricoli ecocompatibili, divulgando tematiche legate al cibo e le problematiche economiche ed ecologiche ad esso correlate, è  da decenni, volontà primaria di cineasti, produttori, sceneggiatori.
Con una poetica riconoscibile, il maestro del cinema mondiale Ermanno Olmi, abbandonato il cinema di finzione, realizza nel 2009, quasi a sorpresa, il documentario “Terra Madre”, in Collaborazione con l’ideatore del Meeting Slow Food Carlo Petrini, la fotografia di Fabio Olmi (figlio del maestro) e con la sceneggiatura di Mario e Franco Piavoli.

Torino, 2006. Il regista riprende il fermento dell’omonimo evento, organizzato dall’associazione Slow Food. Ogni due anni a Torino si ritrovano migliaia di “rappresentanti” e cultori del cibo nelle forme più svariate. Pescatori, agricoltori, contadini, studiosi, si incontrano, dall’America all’Asia, passando per qualsiasi altra parte del mondo, per un reciproco scambio di progetti, intenzioni, e una comune volontà di promuovere una nuova etica produttiva e di consumo. Da qui parte Olmi, per costruire un racconto poetico, un film sulla terra, un progetto cinematografico d’inchiesta. 78 minuti del suo riconoscibile cinema, riassunti e snodati in tre parti in cui colpisce la storia vera, estrema per alcuni versi, di un contadino che, lontano dalla civiltà ha costruito e concretizzato la propria vita completamente isolato, rinunciando volontariamente a tutte le comodità conquistate, per vivere in un mondo radicalmente diverso, arcaico. Quando ancora, Olmi ci ricorda che qualcuno, nel nord del nostro continente ha creato una sorta di giardino ghiacciato in cui vengono conservati dei semi, destinati altrimenti a scomparire definitivamente. Non necessariamente una visione nostalgica di un mondo allo sfascio… ma la  volontà di persone realmente motivate a trovare un’armonia con la natura senza per forza  venir sopraffatti dall’impotenza e dalla necessità di delegare tutto alle istituzioni o alla politica se non prima di averci provato, da soli. Un messaggio moderno. sono passati sei anni, sembra ieri ed è gia Oggi…
Non voglio svelare tutto di questo piccolo capolavoro, (tesoro) dalla stupenda fotografia, un film per tutti, un film accurato sul mondo contadino, sul  nostro pianeta, e regala forse, senza troppe pretese il segreto  per convivere consapevolmente in seno a questa “Madre Terra.”

Cinema,cortometraggi, documentari e lungometraggi .
Ermanno Olmi nasce nella provincia di Bergamo nel 1931.
Fortemente influenzato dalle proprie origini semplici, conquisterà il pubblico e la critica per oltre 50 anni, narrando l’amore per le piccole cose, per il mondo rurale e contadino al quale resta legato indissolubilmente. Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1978 con “l’albero degli zoccoli” considerato il suo capolavoro assoluto.
Ermanno Olmi è uno dei volti di Ambassador per expo Milano 2015.

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