
Dalla Dea Madre alla supremazia maschile
Di Anna Cantagallo
Pepe Rodriguez in Dio è nato donna e Riane Eisler in Il Calice e la spada, seppur da punti di vista diversi, concordano sull’importanza del ruolo femminile nell’Europa e nel mediterraneo antico.
In un periodo storico come il neolitico (8000-3500 a.c.) ancora privo della lingua scritta e, quindi, della sua documentazione oggettiva e trasmissibile nel tempo, la rappresentazione divina ha avuto le sembianze femminili. Questa costatazione è confermata da molti archeologi che hanno trovato minuscole sculture disseminate in un’ampia area geografica che va dai Balcani a vari siti nei pressi di Vienna e dei Pirenei: statuette con fianchi larghi, lombi accentuati, mammelle gonfie e ventri pregni. Sono le cosiddette Veneri steatopige, immagini dove esplode visivamente la potenza della capacità generatrice femminile.
Indubbiamente per i nostri progenitori, agli albori dei primi pensieri astratti, l’associazione tra il potere di donare e sostenere la vita era collegato imprescindibilmente con la donna. Osservando il ciclo della natura e quello degli animali erano arrivati alla consapevolezza che la vita ha origine da un corpo femminile dando il via al culto della Dea Madre, culto riconoscibile anche nei millenni successivi nella dea Iside (Egitto), Demetra (Grecia), Cibele (Roma) fino a Maria, madre di Dio (Cristianesimo). La Dea Madre incarnava anche l’associazione della femminilità con la giustizia (la dea Maat), la saggezza (dea Iside), l’intelligenza (Atena), la predizione del futuro (la Pizia di Delfi), ma anche la capacità di guarire (dea Hator). L’alto livello di considerazione della donna è ancora riscontrabile nella civiltà minoica (2700-1400 a.c.). In quella civiltà l’abbigliamento cretese lasciava alle donne libertà di movimento con effetto estetico (seni liberi e visibili) visibili nella statuetta della cosiddetta La parigina (museo di Cnosso).
Uomini e donne partecipavano liberamente all’esercizio fisico e alla taurocatapsia (caccia al toro e gare di salti acrobatici sulle corna) come visibile negli affreschi del palazzo di Cnosso.
Secondo l’archeologa Jacquetta Hawkes potrebbe essere donna la Dea del palazzo di Cnosso, una regina sacerdotessa, convinzione basata sulla costante presenza femminile nelle cerimonie religiose e sulla mancanza di ritratti maschili di tipo reale. Anche nei pregevoli manufatti ritrovati, come alcune spade, sono assenti immagini esaltanti la guerra anzi sono più simili alla zappa per dissodare la terra.
Dai reperti e immagini gli studiosi reputano che in tale civiltà il ruolo della donna nella vita civile fosse paritario a quello dell’uomo in una pacifica e produttiva convivenza, come riportato da Marjia Gimbutas in The Goddses and the Gods of Old Europe. In quella civiltà era presente la giliania intesa come organizzazione sociale basata sull’uguaglianza tra i due sessi.
Circa 3000 anni orsono, cambiamenti geologici dominati da eruzioni, terremoti e maremoti devastarono l’Europa. A questi si associarono ondate di invasioni barbariche indoeuropee (Ariani, Ittiti, Kurgan, Luvi, Dori) che posero fine al culto delle Dea Madre, che durava da 30.000 anni, cambiando il suo ruolo da principale a comprimario come consorte o madre dei nuovi dei maschili.
Iniziarono una serie di guerre di conquiste dove avrebbe prevalso la Spada e non il Calice, per citare la Eisler. La conoscenza e l’uso della metallurgia cambiarono totalmente la società. Friedrich Engels in L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato fu uno dei primi intellettuali a ipotizzare la comparsa delle gerarchie, basata sulla proprietà privata, dopo l’introduzione delle armi di metallo con il dominio maschile sulla donna. Le donne furono confinate nell’oscurità e costrette lottare tra loro per ottenere i favori di un uomo che le potesse mantenere.
Qualcosa, tuttavia, era rimasto nelle menti di alcune donne che hanno avuto il coraggio di cambiare il loro destino di sudditanza in qualcosa di unico e irripetibile. Il tratto che le accomunava era la consapevolezza di sé, una sorta di retaggio ancestrale di tutte le doti femminili legate al culto della Dea Madre.
Seppure potrebbe essere intuitivo che tale coscienza di sé possa essere stata presente in donne favorite per nascita (regine), o per l’accesso alla cultura all’epoca riservato solo a donne di alto rango (regine, nobili, religiose, badesse), altre meno graziate dalla sorte sono riuscite a sfuggire a un destino di sottomissione lasciando le tracce della loro vita nella Storia.
La regina Hascepsut, della XVIII dinastia egizia (1500 a.c.) assunse tutto il potere politico di faraone compresi i paramenti maschili (barba posticcia). Ella governò sapientemente usando principalmente la diplomazia al posto delle armi e riuscì a rendersi immortale creando il mito di se stessa, legato alla sua nascita divina.
Teodora (500-548), da prostituta quale era in gioventù, riuscì a diventare imperatrice di Bisanzio e in tale veste come intellettuale religiosa riuscì a salvare il trono al marito nel 532 dopo l’insurrezione di Nika.
Il caso più interessante è quello di Ildegarda di Bingen (1098 -1179). Nata in un paese della Renania, fu avviata alla vita monacale all’età di otto anni. Praticamente priva di un’istruzione formale ha lasciato saggi, scritti scientifici e molto altro. Nel 2012 è stata nominata dottore della chiesa da Papa Benedetto XVI.
Di Anna Cantagallo – Medico Umanista, Scrittrice
ANNA CATAGALLO
medico, ha scritto numerose opere teatrali regolarmente rappresentate. Il romanzo Arazzo familiare (Castelvecchi, 2021), il primo della saga, ha ricevuto consenso di pubblico e di critica. Il sole tramonta a mezzogiorno, secondo romanzo della saga, (Castelvecchi 2022) ha vinto il primo premio ai concorsi Milano International 2021 e Iplac – Voci di Roma 2023. Il libro di ricette antiche Come cibo per l’anima (Redaction, 2023), collegato ai due primi romanzi, ha vinto il secondo premio al concorso Mario Soldati 2023, settore gastronomia. Kintsugi (Castelvecchi), il terzo della saga, è risultato fi nalista come inedito al concorso Giorgione 2023.