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Ma chi l’avrebbe mai detto?
Io no.
Perché diciamocelo: quando uno sente “ictus”, pensa subito a due cose – uno: roba da vecchi. Due: fine dei giochi. E di sicuro NON pensa che una persona che ne è uscita viva possa anche solo lontanamente scrivere un libro. Un libro vero, non una di quelle paginacce piene di pietismo, buonismo, retorica da ospedale e lacrimucce. E invece Tempo-col mio amante stronzo è un pugno in faccia. Di quelli che servono. È rock, picchia duro.

Il protagonista – che poi è l’autore – è uno che aveva tutto: cinquanta anni portati da Dio, un lavoro solido, una moglie da amare e una figlia da idolatrare. E proprio quando tutto gira, zac! Il buio. Un ictus secco, bastardo, che lo prende di sorpresa come un tradimento. Non può più mangiare. Né leggere. Né parlare. Non può deglutire, camminare, dire “ti amo” o “ciao amore” alla figlia. Il mondo, il suo mondo, si scompone come cellule impazzite dentro un cervello bombardato. E lì, nel buio totale, arrivano i pensieri peggiori: la morte, il suicidio, il panico puro.

E ora? Cosa succede a un uomo così? Che ne è del matrimonio? Degli amici? Della vita vera? Fine della storia? Macché.

Perché Tempo-col mio amante stronzo è il libro che ti urla in faccia che NO, non è finita finché non lo decidi tu. L’autore, da lì, risale. Come un leone ferito che si fa strada a morsi nella giungla della riabilitazione. E che fa? Scrive. Scrive questo libro. Corre. Fa sport. Parla. Vive. Ama. Fa l’amore, eccome se lo fa. E si butta col progetto libro e pure allo Strega Saggistica, che io al posto suo starei ancora a guardare Netflix col pannolone e a frignare col moccio al naso. Sono tre anni che provo a scrivere il mio libro e ancora non trovo il tempo, la voglia, l’occasione e altre bugie.

E invece no, Raffaele è una super star! Lui gira l’Italia, racconta, spiega, EMOZIONA. Dimostra che c’è una vita anche dopo la disfatta. E che, se hai coraggio, quella vita può essere la più figa che tu abbia mai vissuto. Altro che fine: Tempo-col mio amante stronzo è l’inizio di una rivoluzione interiore.

Ps: complimenti all’editore Nino Bozzi per la copertina. 

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