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Il Concorso Mondiale di Bruxelles giunge alla sua ventottesima edizione e si attesta quale circuito più importante al mondo, vista la qualità degli assaggiatori ed il numero di bottiglie in rassegna, per l’assegnazione di premi di prestigio nel mondo del vino, una via da percorrere da parte di quelle aziende che hanno saputo evolversi nella qualità della loro linea enologica e che intendono elevare l’asticella della loro reputazione a livello internazionale ed accrescere le possibilità di penetrazione di mercato globale. Creato da Louis Havaux, la competizione enologica si è tenuta per la prima volta a Bruges in Belgio nell’aprile del 1994, esordendo poi all’estero per la prima volta nel 2006 sfiorando tappe come Lisbona, Maastricht, Bordeaux, Valencia, Palermo, Lussemburgo, Guimarães, Bratislava, Jesolo, Plovdiv e Valladolid e non a caso è stata definita l’olimpiade dell’enologia mondiale. Ad ospitare l’evento di quest’anno, (altro…)
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Fondata nel 1950 dal padre di Silvano Ferlat, questa piccola realtà ha iniziato la produzione di vino sfuso svolgendo attività agricola e di allevamento di bestiame al contempo, successivamente l’Azienda Agricola Ferlat ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla viticultura ed il suo profilo ha cominciato a smussarsi e delinearsi nel tempo fino a diventare quello di un’autentica cantina a conduzione familiare. Ubicata in provincia di Gorizia nel comune di Cormons, la cantina conta ben 7,5 ettari di vigneto in bilico geologicamente tra la tessitura del terreno tipico del Collio, con presenza di argilla, sabbia e marna, e quello caratteristico dell’areale di Isonzo, più ghiaioso, con presenza di argille rosse e ciottoli fluviali. Nei suoli della pianura friulana, specialmente in questa zona, domina il Flysch di Cormons, un’alternanza di arenarie e ponca come vien qui definita la marna, che conferisce (altro…)
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La città di Trani è particolarmente famosa per la cattedrale romanica, i cui lavori hanno avuto inizio nel 1099 ed hanno avuto fine nel 1200, il suo castello svevo, edificato nel 1233 per volere di Federico II di Svevia, la roccia sedimentaria detta appunto pietra di Trani con le sue cave estrattive ed il Moscato di Trani. La storia e la cultura che hanno attraversato questo superbo borgo e che tutt’ora intridono le sue mura assieme alla salsedine del Mare Adriatico ci porta in epoche lontane: Trani deve il suo nome, almeno a partire dal IV secolo, a Tirreno, figlio di Diomede e suo fondatore ed indicata successivamente col nome di Turenum nella Tavola Peutingeriana. Trani era uno dei più importanti porti della Puglia sin dal Medioevo ed ancor prima crocevia di genti e culture mediterranee, considerata una città cerniera (altro…)
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La cantina di Marco Cecchini è ubicata in un territorio in bilico tra Udine e Slovenia in Friuli Venezia Giulia. Siamo infatti a Faedis, una cittadina posta nella vallata del torrente Grivò, a ridosso delle Prealpi Giulie e che conta meno di tremila abitanti. Grazie alle tracce rinvenute nella Grotta “Çondar des Paganis“, tra Faedis e Attimis, è possibile stabilire che questo territorio è stato abitato almeno dal 2000 a.C., mentre il rinvenimento di reperti numismatici e diversi manufatti testimoniano il passaggio degli Antichi Romani i quali hanno lasciato sulla piccola collina di Colvillano una piccola villa rustica ed un tempietto votivo, proprio dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria Assunta a Faedis. L’etimologia del nome di questa città vien fatto risalire alla parola di origine latina “fagetum“, poi diventata in friulano “faêt“, che significa bosco di faggi; il (altro…)
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In effetti non se ne parla mai abbasta e dunque è bene che la comunicazione accenda il focus sui vini rosati, sulla loro qualità enologica e sulla straordinaria capacità di abbinamento. Ben venga dunque l’iniziativa curata da Chiara Giorleo e da Adele Elisabetta Granieri dedicata ai vini fermi ed alle bollicine in rosa: 50 Top Italy Rosè, guida online al suo esordio quest’anno. Dopo mesi di preparazione ed un’attenta selezione delle etichette, segnalate da squadre capillari sul territorio e quindi degustate dalle curatrici, sono stati rivelati i risultati durante la cerimonia di premiazione condotta da Chiara Giannotti di Vino.tv, cerimonia che ha avuto luogo appena due giorni fa attraverso una diretta streaming sui canali social dei partner organizzatori che ha avuto come scenario la splendida isola di Procida, capitale della cultura europea del 2022. La prima edizione del 2021 ha (altro…)
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È davvero entusiasmante poter vedere che un team di giovani talentuosi, professionali e sinergici metta a segno, specialmente in tempi come questi in cui abbiamo bisogno di belle notizie, collaborazioni importanti ad eventi di prestigio. Infatti è recentissima la notizia che il The Whynery Journal, voce innovativa nel panorama della comunicazione turistica, culturale ed enogastronomica, narrante esperienze positive sul territorio, sia diventato media partner del Merano Wine Festival. Editore dinamico del webzine e del relativo press network è il Team 5 Hats, già partner di Gourmet’s International per il progetto WineHunter Tour e quindi co-organizzatore dell’evento altoatesino, la cui anteprima quest’anno si terrà dal 18 al 20 giugno in concomitanza con il Merano Flower Festival. Inedito per l’edizione vera e propria che si terrà in novembre, il Merano Wine Festival aprirà le porte ai visitatori ed agli operatori di settori (altro…)
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Il Prosecco è un fenomeno nazionalpopolare ed in quanto tale dovrebbe poter essere valorizzato e protetto in tutte le espressioni che lo rendono degno di essere bevuto e contemplarlo fieramente tra le eccellenze del Made in Italy… a partire dagli italiani stessi s’intende! Si pensi che, stando ai dati forniti da Google Trends, in cima alla classifica dei prodotti enogastronomici nostrani più digitati sui motori di ricerca, il Prosecco svetta assieme a mozzarella, pizza, parmigiano reggiano e tanti altri, a dimostrazione che le bollicine del trevigiano sono very pop anche oltre gli italici confini e talvolta prese in maggior considerazione. Il Prosecco è mediamente alla portata delle tasche di tutti ma possiede intrinsecamente l’inestimabile valore del territorio da cui proviene e, naturalmente, quello che c’è dietro il lavoro in vigna ed in cantina, oltre a quello rispondente allo sforzo costante (altro…)
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Aveva ventinove anni Pietro Plozza quando decise di lasciare il lavoro presso la Ferrovia Retica per dedicarsi al commercio di prodotti agroalimentari, scommettendo sulla qualità e la selezione delle materie prime e cominciando ad imbottigliare vino in anni in cui si vendeva soltanto lo sfuso. Era il 1919, si trovava a Brusio in Svizzera, poco lontano da Tirano in Valtellina ed ebbe la lungimiranza di acquistare delle vigne impiantate sui terrazzamenti retici, costruendo una cantina proprio in quell’area in provincia di Sondrio; quei vigneti erano vitati con uve nebbiolo e nel ’46 lui ebbe il merito di essere il primo a vinificare lo Sfursat da esse ottenuto. Da allora è passato più di un secolo e la Cantina Plozza si è evoluta in Plozza Wine Group, formato da altre quattro aziende, mantenendo però lo stesso immutato amore per il nebbiolo (altro…)
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La prima cosa che si scorge, senza necessariamente conoscere il suo iter studiorum, è che nel cuore di Nicolò Grippaldi, classe ‘86 e vignaiolo biodinamico, c’è una visione kantiana della vita e della vigna: il cielo stellato sopra le sue vigne riflesso in un suo personale ed intimo codice interiore che a poco a poco esce dalle sue mani e si traduce in ostinato lavoro ed in una carezza per ogni grappolo amorevolmente portato a maturazione. Nativo di Gagliano Castelferrato in provincia di Enna, Nicolò è un sognatore, ama la scrittura creativa e quella musicale, vista la sua passione per la chitarra classica, non guarda la tv ma adora i film di Robert De Niro e tutta la trilogia de “Il Padrino”; tra i libri che più lo ispirano c’è il “Manuale del Guerriero della Luce” di Paulo Coelho, un (altro…)
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Le terre irpine vocate alla produzione di uve Aglianico, destinato alla produzione del Taurasi, notoriamente fratello maggiore del Barolo, esprimono un concetto plurimo di terroir e quindi di espressività, conferendo profili sensoriali e caratteri ben distinti a questo grande vino del Sud. In tutti e diciassette comuni del distretto del Taurasi, inquadrati dal disciplinare, le uve maturano piuttosto tardi, si presentano complicate tanto da coltivare che da vinificare ed hanno un carattere brusco che si trasferisce di conseguenza nel vino, vino che possibilmente vien più difficile a prodursi nel territorio montemaranese e che presenta in media tratti di austerità più evidenti. Il piccolo borgo di Montemarano è abitato da meno di 3000 abitanti, sorge alle propaggini del Massiccio del Tuoro, verso la riva sinistra del fiume Calore, vicinissimo al torrente Chionzano, e rientra nell’area sismica dell’Irpinia. Si narra che la (altro…)
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La città di Marano di Napoli è molto popolosa, è ubicato in parte sulla bellissima collina dei Camaldoli e rientra nel comprensorio dell’agro giuglianese, corrispondente all’area storico-geografica dei Campi Leborini o Liburia, la parte più fertile della Campania felix. Il territorio, relativamente giovane, si è formato durante l’ultimo periodo geologico dell’area flegrea, è pressoché pianeggiante ed è situato ad un’altitudine che generalmente non supera i 150 metri sul livello del mare, baciato dal clima mediterraneo. Il territorio maranese ha visto le prime tracce antropologiche in età neolitica e a testimonianza di ciò sono stati ritrovati insediamenti databili all’incirca 8.000 anni fa lungo l’asse Marano-San Rocco. Si notato tutt’oggi, nella zona di Masseria Spinosa, Vallesana e Monteleone, tre strade ancora percorribili verso Cupa dei Cani, Pendine e Cupa Orlando, testimonianze del periodo Osco-Sannita. Naturalmente la città campana vedrà la sua epoca (altro…)
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Attraversando un paesaggio stupendo ed incontaminato, fatto di campagne, querceti e boschi di castagno si arriva a Ceppaloni, antico borgo non molto lontano dalla città di Benevento. La cittadina sannita si erge su una dorsale collinare che domina la valle sottostante, posta tra il torrente Serretelle ad ovest ed il fiume Sabato a Est che nel suo corso millenario ha creato quel piccolo canyon di suggestiva bellezza che è lo stretto di Barba dove, contrariamente a quel che dicono gli storici, gli Antichi Romani avrebbero qualcosa da dimenticare. Dai bastioni del castello normanno, risalente almeno al XII secolo, è tutt’ora possibile controllare il passaggio lungo la via Antiqua Maiore, tratta strategica che da sempre mette in collegamento il beneventano col territorio avellinese, passando proprio per l’angusto stretto di Barba; è proprio per la sia posizione che Ceppaloni è stata teatro (altro…)
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Il Mondo Vino è un complesso apparato fluidodinamico costantemente in evoluzione, esigente e cangiante. Chi vi opera deve avere una grande vocazione, deve avere una profonda conoscenza della materia ed una forte volontà ad aggiornarsi costantemente e non soltanto in ambito vitivinicolo poiché, indipendentemente dalla propria specializzazione professionale, occorre essere dei bravi sensorialisti, conoscere il mercato ed il trend di consumo, la comunicazione ed i fondamenti del neuromarketing, la conoscenza delle lingue straniere, delle strategie di vendita e della più ampia cultura generale poiché il Vino è materia multidisciplinare in sé. Ambizione, task-oriented mindset, doti manageriali ed organizzative, certo! Ma occorre tanta sensibilità, umiltà e voglia di stare in mezzo alla gente perché più di ogni altra cosa il Vino ha bisogno di persone che si innamorino e facciano innamorare di lui. Chiara Giorleo è una specialista del vino che (altro…)
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Per quanto la famiglia del Refosco sia composta da diversi vitigni non si può dire che il Refosco dal Peduncolo Rosso sia strettamente associabile a loro: infatti durante gli anni ’80 e ’90 sono state effettuate diverse ricerche su questo varietale e fatte verifiche ampelografiche, isoenzimatiche e molecolari, persino comparazioni con altri cultivar viticoli, i cui risultati hanno dimostrato non solo che il Refosco per antonomasia è appunto quello dal peduncolo rosso ma persino che questo vitigno sia più prossimo alla Corvina, al Pinot Nero, al Piculit Neri ed al Primitivo che non agli altri cosiddetti refoschi; d’altronde negli anni addietro numerosi studiosi quali Lodovico Bertoli, il primo ad associarlo al Pinot borgognone, Gottardo Canciani e Guido Poggi davano maggiore rilievo a questo vitigno, rispetto alle altre tipologie, esaltandone le caratteristiche sia dal punto di vista agronomico che enologico. Le (altro…)
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Potremmo stupirvi con effetti speciali principiando questo pezzo col raccontarvi dello scontatissimo doppio senso che si cela dietro al termine ambubaia, di origine persiana e poi rientrato nella lingua latina, sino ad analizzare il perché della trasmutazione delle orecchie di Monica Samille Lewinsky in maniglie dell’amore da parte di Bill Clinton, un simpatico jazzista dal sax facile, pervenendo comunque alla conclusione che in entrambi i casi trattasi, musicalmente e non, di blowjob per certi versi… …ma a costo di dover sopportare la vista di qualcuno di voi allibito e a bocca aperta alla stregua di quei romani quando videro certi affreschi ateniesi raffigurare la fellatio, restando come degli allocchi nello scoprire che pure quello si poteva fare, giuro che lo faremo e senza dover arrivare fino alla Casa Bianca o passare necessariamente per neologismi volgarucci come sala orale e via (altro…)
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Il vitigno Famoso ha diversi sinonimi quali Rambèla o Rambella, Famoso di Cesena, Valpiese o Valdoppiese e si presume provenga dalla Val di Pesa in Toscana, per quanto abbia maggior diffusione presso i borghi delle alte colline in provincia di Forlì, come Castrocaro Terme, Dovadola, Predappio e Rocca San Casciano, e sia allevato anche nella pianura di Ravenna, nonché sulle coste adriatiche verso Pesaro. Al tempo in cui quest’uva veniva impiegata per il consumo a tavola il termine Famoso sottintendeva sia il Cesenate, più simile all’Albana, che il Pesarese o Riminese, dalle caratteristiche prossime a quelle del Trebbiano, oggi praticamente scomparse, di fatto però il vitigno è menzionato già nel 1825 da Norberto Marzotto oltre che in numerosi bollettini ampelografici dello stesso secolo, citazioni che aiutano moltissimo a non confonderne l’identikit. Il vitigno Famoso viene ammesso nel Registro Nazionale delle (altro…)
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Coltura biologica, cultura del vino è il core value dell’azienda vinicola Corte d’Aibo, nata nel 1989 grazie alla passione di Antonio Capelli e Mario Pirondini. L’azienda, consistente in 35 ettari, si trova proprio nel cuore del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio e vanta un paesaggio di intatta armonia tra caseggiati dal tipico rosso bolognese, distese di grano e vigneti a perdita d’occhio. È proprio sul versante est del Monte Morello, tra il pianoro di Bazzano e Monteveglio, che prende forma un progetto basato sulla volontà di fare non solo un vino che racconti il territorio ma anche al ritorno stesso dell’uomo ad una dimensione rurale, ad un recupero delle proprie radici ed a prendersi amorevolmente cura di quelle assetate di riscoperta e che tanto narrano di questa terra. L’area ha visto insediamenti etruschi sin dall’antichità, come attestano i rinvenimenti archeologici (altro…)
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Pur fondata nel 2004 la Cantina Rizzo è sinonimo di viticultura cilentana e parte integrante del paesaggio felittese in quanto le vigne impiantate da lunghissimo tempo accompagnano da sempre la vista del visitatore che desidera raggiungere il rio Calore e le sue gole lungo i percorsi boschivi oppure in canoa. Il paese di Felitto è tra quelli che hanno visto una significativa diminuzione demografica già a partire dagli anni ’60, un fenomeno che anteriormente si è registrato per ragioni socio-economiche ed ambientali anche nella vicina Roscigno, definita la “Pompei del ‘900”, e che oggi si configura nel numero esiguo della popolazione; per fortuna la posizione geografica del piccolo bordo, la quale mette in comunicazione il versante cilentano con quello del Vallo di Diano, mette in condizione il turista di visitare diversi luoghi d’attrazione e godere nel frattempo della bellezza rurale (altro…)
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La provincia di Salerno è la prima in Campania per superficie e numero di comuni e, sempre in rapporto alla superficie, è la decima d’Italia per un’estensione che si misura nella profondità artistica, storica e culturale, nonché attraverso il paesaggio decisamente incantevole ed eterogeneo. Si pensi che la città di Salerno vanta da sola una serie di innumerevoli primati: a partire dall’anno 851, a seguito della decadenza del Principato di Benevento, divenne la capitale dello stesso che ne portò il nome e che arrivò ad inglobare verso l’anno 1000 tutto il Mezzogiorno d’Italia, assumendo di fatto il ruolo di prima città di quello che verrà chiamato Regno delle Due Sicilie ben prima di Napoli; vi ha avuto sede la Scuola Medica Salernitana , famosa non soltanto per essere stata la prima vera istituzione europea in fatto di scienza medica, bensì (altro…)
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Maschito è un comune molto caratteristico della Basilicata, si trova in provincia di Potenza ed appartiene, come Barile, San Costantino Albanese, Ginestra e San Paolo Albanese, al distretto dei paesi arbëreshë, abitati da una minoranza etnico linguistica culturale proveniente dall’Epiro, dall’Attica e dalla Morea, riconosciuta come comunità degli albanesi d’Italia, stanziatasi in queste terre tra il XV e il XVIII secolo. Maschito, ossia Mashqiti in arbëreshë e Maschìte in dialetto lucano, conta circa 1600 abitanti e l’etimo incerto del suo nome è dovuto probabilmente ad una delle seguenti ragioni: il ratto delle donne venosine da parte dei profughi, in gran parte di sesso maschile, immigrati dall’Epiro nel XV secolo, il termine di origine latina “masculetum“, traducibile come terra di viti maschie in riferimento alla virilità dell’Aglianico ed infine l’omonimia tra questo paesino del Vulture ed un borgo balcanico al quale (altro…)
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La Vernaccia Nera è tra le uve più rappresentative delle Marche, così ben radicata nel suo areale da essere poco incline all’adattamento in contesti territoriali diversi e già famosa nel 1877 da essere considerata da Giuseppe di Rovasenda, autore del Saggio di Ampelografia Universale, una varietà molto pregiata; iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970, generalmente quest’uva vede maggior concentrazione nell’area preappenninica nel maceratese ed il suo nome si fa derivare, come per tutte le vernacce in effetti, dal termine latino vernaculum, ossia di ciò che appartiene al luogo. Per essere più precisi siamo a Civitanova Alta, un paesino tra i Monti Azzurri ed il Mare Adriatico, ed è qui che la cantina Fontezoppa ha sede dal 1999, anno della sua fondazione. Questa realtà vitivinicola deve il suo nome ad un’antica sorgente d’acqua posta proprio al crocevia (altro…)
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Il Gruppo Campari e Tannico si alleano per la crescita del canale e-commerce Campari è un classico contemporaneo e carismatico che ha mantenuto nel corso degli anni la sua formula originale. Il suo colore rosso vibrante, l’aroma intenso e il caratteristico gusto amaro lo rendono un simbolo. Noto in tutto il mondo, come un’icona di stile ed eccellenza italiana. 36039
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La storia della Vitis Silvestris differisce da quella della viticultura tanto da perdersi nella notte dei tempi e da risalire, nell’area mediterranea e del Caucaso, Armenia, Turkestan e Georgia, attorno ai 60 milioni di anni fa, mentre nella sola Europa pare sia iniziata a crescere a partire dal Miocene. In realtà la vite era diffusa su tutto il globo già in epoche ancor più remote e coincidenti alla comparsa dei primi mammiferi, in zone quali l’America settentrionale, terra della Vitis Labrusca, quindi in Messico ed i Caraibi ed anche in Asia orientale; la Vitis primordiale affrontò nel corso dei millenni le avversità con la stessa ostinazione con cui selvaggiamente si inerpicava sui grandi alberi preistorici, ma per quanto coriacea e selvaggia la Vitis Silvestris dovette cedere alla moderna glaciazione, iniziata 40 milioni di anni fa con la propagazione della calotta (altro…)
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Si terrà a Torchiara l’11 luglio presso il Palazzo Baronale De Conciliis la V Edizione di Aglianicone Vinum Nostrum, kermesse legata alla valorizzazione del vitigno autoctono cilentano. A lungo tempo confuso dagli ampelografi per una delle variazioni clonali dell’Aglianico e citato per l prima volta nel 1825 da Giuseppe Acerbi, bisognerà attendere fino al 1971 per poter vedere l’Aglianicone iscritto presso il Registro Nazionale delle Varietà di Vite e fino al 2004 perché le evidenze delle analisi genetiche effettuate da Manna Crespan ne legittimassimo il titolo di cultivar a sé stante. Grazie all’organizzazione di questo evento l’associazione Terre dell’Aglianicone ed il suo presidente Ciro Macellaro intende rinnovare il suo impegno per la valorizzazione e la divulgazione di tutto quel che attiene a questa varietà ampelografica, recuperata solo grazie al senso di appartenenza per il territorio, la passione e la lungimiranza (altro…)
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Il piccolo paese di Felitto è una delle perle dell’entroterra cilentano, conta meno di 1300 abitanti ed è la sede amministrativa dell’unione dei comuni dell’Alto Calore. Questo borgo vede come centri abitati più vicini il comune di Castel San Lorenzo e quello di Roccadaspide, è diviso da Magliano Vetere da una costa montuosa frastagliata ed è separato dal torrente Ripiti, affluente del Fasanella, da Bellosguardo, perfettamente incastonato tra il Monte Chianiello, il Monte Ceglie ed il Monte Cerzito. 35066
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Chimica, barrique nuove, enologo di grido ed espianto di viti storiche… più o meno questa l’equazione propinata attraverso l’evangelizzazione delle guide fino a ieri l’altro. Poi arriva lui fresco fresco, e come pochi a quei tempi, ha avuto la “presunzione” di appiccicare l’etichetta alla bottiglia che si faceva a casa per autoconsumo senza ricorrere alla consulenza tecnico-scientifica, con apprezzamenti immediati da parte del pubblico di consumatori e della critica, rendendo accattivante e provocatoria la bottiglia semplicemente facendo questo: citare in retro etichetta tutto quello che non si è mai sognato di mettere nel vino, cosa che oggigiorno è diventata più una cosa figa ed una faccenda di marketing che sana e genuina concretezza. Ah, nel frattempo ha restituito lo spirito contadino al vino irpino così come quasi non ce lo ricordavamo più e nobilitarlo come pochi. Lui è Luigi Tecce, (altro…)
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Fondata grazie alla passione ed alla determinazione di Gianvito Capozzoli nel 2004 la Cantina Rizzo è frutto di una lunga vocazione familiare per la viticultura a carattere artigianale; immersa nelle verdi pendici del Monte Chianiello nel comune di Felitto l’azienda è situata proprio nei pressi della viuzza che conduce alle Gole del Calore, fiancheggiata dai vigneti che digradano fino al letto del fiume. È dai tenimenti nel piccolo comune di Laurino che provengono le uve Fiano utili alla vinificazione del Grappolo d’Oro in una zona davvero incontaminata del Parco Nazionale del Cilento. Laurino, che geologicamente sorge su roccia calcarea bianco- grigiastra contenente foramifere eoceniche, è abbarbicato su una collina a 531 metri slm che domina il paesaggio sovrastante al fiume Calore Salernitano; del piccolo borgo si hanno tracce storiche a partire dal 932 grazie alla citazione del Castellum de Lauri (altro…)
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La storia della Basilicata costituisce un intreccio di genti che a partire dal Paleolitico si insediarono in questo territorio dando vita alle prime comunità indigene in prossimità di zone lacustri e fluviali, di cui evidenti tracce sono affiorate a Venosa e, successivamente, in altri siti preistorici nei pressi di Fiumicello di Maratea, Latronico e nella Murgia Materana, risalienti al Neolitico ed all’Età del Bronzo. Stiamo parlando insomma delle popolazioni che avviarono la viticultura incentrandola sulla tecnica tradizionale del sostegno mediante gli “oynotron”, ossia i pali di vite, termine che assieme al nome di Enotro, figlio di Licaone, costituisce l’etimo di Enotria e tutta una serie di tesi sul periodo in cui ebbero effettivamente inizio le colonizzazioni elleniche. Di fatto i greci trovarono già in Enotria, territorio comprendente Calabria, Lucania e gran parte della Campania, una viticultura fiorente e le più (altro…)
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Tra i vitigni più emblematici dell’Emilia Romagna L’Albana è noto fin dai tempi dell’antica Roma ed i primi a darne testimonianza, grazie alle loro opere letterarie, furono Catone, Varrone, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, tramandandoci il gran pregio dei vini che se ne producevano già allora; plausibile che l’etimologia del nome di quest’uva derivi dal latino albus che, secondo alcune tesi, pare abbia avuto origine dai Monti Albani, area geografica dalla quale si reputa i Romani prelevarono le barbatelle per avviare la coltivazione dell’Albana nei territori circostanti al fiume Rubicone. Di altro avviso sono alcuni studiosi tedeschi che sostengono il nome provenga da Albuele, riconducibile a Elbling, vitigno anticamente allevato nella Valle del Reno, comunque di origine italica e diffuso in Germania dai Romani attorno al IV secolo. Il vino ottenuto dall’Albana non perse la sua fama neanche (altro…)
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Anche se l’azienda agricola di Luigi Tecce è stata fondata nel 2003 può vantare almeno quattro generazioni di viticoltori in una delle aree più vocate alla produzione del famoso Taurasi, vino tra i più emblematici del Sud Italia. Era il ’97 quando Luigi decise di fare ritorno alla terra, una terra martoriata dal terremoto del 23 Novembre dell’80, iniziando la coltivazione di poco più di un ettaro. Ubicata nel comune di Paternopoli, dal greco “città del padre”, e più precisamente in Contrada Trinità, la cantina avellinese oggi vanta 5 ettari di proprietà, tutte esposte a Sud ad un’altitudine media di 550 metri, di cui l’impianto iniziale è costituito da viti secolari, allevate in buona parte a raggiera avellinese. In questa area del versante Sud-Est del comprensorio irpino i parametri vendemmiali sono diversi dalle altre zone della docg Taurasi: forti escursioni (altro…)
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Il paesaggio che si riesce ad ammirare nei pressi di Sennori, piccolo paesino nella regione storica della Romangia di poco più di 7000 abitanti, è davvero incantevole, colmo di bellezze naturalistiche e di rilevanti testimonianze storiche: macchia mediterranea a perdita d’occhio, frutteti, oliveti e vigne costituiscono la cornice all’azzurro del Golfo dell’Asinara in una zona in cui non mancano ruderi nuragici, castra romani e resti di insediamenti medievali, giudicali ed aragonesi in una delle aree più floride del Logudoro, vasto territorio centro-settentrionale della Sardegna, che un tempo corrispondeva all’antico Giudicato di Torres; l’antropizzazione che si è stratificata e susseguita nel tempo ha lasciato in questo paesaggio ondulato tesori inestimabili quali il Nuraghe di Badde Margherita ed il Nuraghe di Badde Puttu, la Tomba dei Giganti di Badde Nigolosu, la Domus de Janas dell’orto del Beneficio Parrocchiale e le chiese dedicate (altro…)
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Quando si accarezza l’idea di bere un vino il pensiero non può che andare al produttore che amorevolmente ne ha seguito i processi dalla vigna alla cantina, sino all’imbottigliamento, un pensiero veicolato e sorretto da un ricordo, purtroppo triste in questo caso, che affiora come un automatismo: la scomparsa di Domenico Clerico avvenuta lo scorso luglio. È facile lasciarsi andare ad elogi che commemorano il ricordo di Domenico Clerico ma in effetti non ne aveva bisogno in vita e non ne ha certo bisogno adesso, non soltanto perché saprebbero fare bene quanti lo hanno conosciuto e quanti lo conoscevano benissimo, ma semplicemente perché, vista la sua esistenza, se li è guadagnati da soli, giorno dopo giorno, vivendo di lavoro onesto, di umiltà, di coerenza e di risultati concreti. Nato da uve provenienti dai vigneti di Monforte d’Alba e Monchiero con (altro…)
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Furono le Popolazioni Pelasgiche provenienti presumibilmente da una città della Tessaglia di nome Aminaios ad importare il vitigno Greco e a diffonderne l’allevamento in Campania. 31831
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Riccafana è il nome dell’area da cui la cantina, fondata da Giovanni Fratus sul finire degli anni ’60, prende nome e dimora nel comune di Cologne. Al suo ritorno in quegli anni dalla Svizzera e dalla Germania Giovanni si rimbocca da subito le maniche per recuperare i vigneti di un cascinale diroccato del ‘400, intuendo da subito le potenzialità del luogo e la necessità di unire le sue capacità e la sua esperienza a quella di altri vignaioli nel distretto di Franciacorta. Dopo un duro e costante lavoro i 10 ettari di vigneto, ubicati a ridosso delle pendici meridionali del Monte Orfano, vengono convertiti in biologico a partire dal 2002 grazie alla lungimiranza di Riccardo, figlio di Giovanni, il quale decide di lasciare inviolata la filosofia aziendale e di ampliare tanto la cantina che la visione d’insieme, tesa sempre verso (altro…)
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Nella mattinata del 21 gennaio presso l’Istituto “Francesco De Gennaro” di Vico Equense, polo d’eccellenza dell’istruzione alberghiera, si è tenuto l’Open Day organizzato al fine di orientare gli studenti nella difficile scelta di stabilire se proseguire il triennio tra i percorsi di sala & bar, accoglienza e cucina; una scelta fondamentale per il futuro degli studenti che diventeranno, in Italia e nel mondo, professionisti dell’industria alberghiera. Al fine di aiutare gli studenti a qualificare al meglio una decisione così importante per le loro carriere la direzione dell’Istituto ha organizzato un incontro con specialisti dell’Hospitality Industry e, soprattutto, con i vertici del Consorzio per Il Mezzogiorno nelle persone del dott. Antonio Caserta e della dottoressa Annamaria Caso, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’ente nato per favorire la crescita dei valori del territorio e le imprese del Sud Italia. A moderare il dibattito (altro…)
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Non è il rispettabilissimo Costera, un signor Cannonau per tutte le stagioni, e neanche il Korem, stessa uva ma dal gusto androgino e che più si confà ai palati cosmopoliti piuttosto che ad un pubblico internazionale, semplicemente il Senes di Argiolas è il Cannonau che si pone al di sopra sui suoi fratelli minori per saggezza ed esperienza acquisita, è il Cannonau che racchiude la gioventù della maturità che sboccia lentamente, con prudenza e senza adolescenziali irruenze, pensando con affetto, dolcezza e melanconia al ricordo di Antonio Argiolas ed a tutti i centenari sardi a cui è dedicato, senza doversi dare troppa pena di attendere un invecchiamento proprio perché maturo nella sua gioventù, vino compiuto nel suo progetto. Ottenuto dai vitigni più vecchi allevati sulle colline di Siurgus Donigala presso le tenute di Sisini, nella subregione del Trexenta, i quali (altro…)
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L’estensione degli ettari vitati di proprietà dell’Azienda Agricola Bellaria e la loro diversificata ubicazione nel territorio avellinese è una dimostrazione di quanto le cantine della famiglia Maffei, con sede a Montefalcione, abbiano a cuore i concetti di zonazione e di vocazionalità del terreno a seconda dei vitigni di riferimento. Sospesi nella storica area irpina a confine col beneventano ad un’altitudine media di 430 metri sul livello del mare, le uve Falanghina provengono dal comune di Roccabascerana, proprio il paese di origine dei Maffei. Denominata nel Medioevo dapprima Quascierana ed in seguito Rocca de Guasserana, Roccabascerana deve l’etimologia del suo nome al termine germanico gwass, ossia vassallo; l’antico borgo appartenne, durante la denominazione sveva, al normanno Giovanni Moscabruno, capitano di re Manfredi e, con l’avvento di Carlo I d’Angiò, dopo la sconfitta di Manfredi a Benevento e di Corradino a Tagliacozzo, (altro…)
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Risale al 1898 l’apertura della prima vineria a Trecastagni in provincia di Catania, un paesino alle pendici orientali dell’Etna; il proprietario Francesco Nicosia aveva già tracciato inconsapevolmente la rotta per i suoi discendenti, puntando tutto sulla grande personalità dei vini di quel territorio, già riconosciuti ed apprezzati da mezza Europa. Dalla fortunata scelta di aprire una bottega in un piccolo borgo a gettare le basi per un’azienda radicata sul territorio ormai da 5 generazioni, il passo è stato breve; a consolidarne il futuro sono state proprio l’esperienza, le tradizioni e la conoscenza che il bisnonno Francesco ha tramandato alla sua famiglia agli inizi del ‘900 ed oggi affidate al suo pronipote Carmelo, attuale patron delle cantine. Infatti dopo la creazione di una cantina più moderna, la ricostruzione e l’ampliamento dei vigneti di proprietà, avvenuti alle porte del 2000, Carmelo è (altro…)
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Di Cascina degli Ulivi a Novi Ligure basterebbe dire semplicemente che appartiene alla famiglia Bellotti dal 1930, che la sua produzione di vini naturali risale al ’77, cioè da quando Stefano Bellotti iniziò ad occuparsi di agricoltura, e che tutti gli additivi sono stati banditi dal 1984, cedendo spazio alla conduzione di una viticultura ed a pratiche enologiche improntate sui concetti della biodinamica. E naturale viene anche di parlare di Stefano, senza grosse descrizioni o impalcature di alcun genere, poiché anche qui bastano le sue parole… “Il contadino, per me, è la persona più libera che ci sia, perché vive all’aria aperta e ha a che fare con le piante, con il cielo, con le piogge, con la neve. Quale uomo può sentirsi più libero di un contadino?”. …le parole di una persona che ricordava con affetto dei suoi diciott’anni, (altro…)
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Il Moscato di Trani è tra i vini più rinomati di Puglia già dal Medioevo, apprezzato tanto dai commercianti veneziani che dai nobili e regnanti del Regno delle Due Sicilie; definito nel ‘500 “tanto eccellente ch’è cosa molto delicata da gustare” da Fra’ Leandro Alberti nel suo “Descrittione di tutta l’Italia” il vino otterrà la Denominazione di Origine Controllata nel 1974 e Franco Di Filippo, vignaiolo scrupoloso della vecchia guardia, ne è fedele interprete. Il Moscato Bianco per ottenere il Passito Liberty matura nei vigneti di proprietà sotto il caldo sole di agosto ma viene raccolto manualmente nella seconda decade di ottobre quando i grappoli sono al loro massimo grado di appassimento ed al raggiungimento della concentrazione e persistenza aromatica ideale per ottenere il Passito Liberty, senza ostacolare il lento e paziente lavoro di Madre Natura che continua il suo (altro…)
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Col suo progetto UVA (Unione Vignaioli Associati) Mario Mazzitelli dimostra da diversi anni quanto sua abnegazione per lo splendido terroir dei Monti Piacentini e la passione per la viticultura sostenibile siano i tratti più distintivi della sua attività produttiva e culturale allo stesso tempo, recuperando vigne incolte o abbandonate col fine di valorizzare la tradizione vinicola che, assieme alle nocciole, ha da sempre caratterizzato l’area giffonese; restituendo tanto ai vignaioli quanto agli enoappassionati la possibilità di reinventarsi produttori o di adottare uno di questi vigneti, seguendone tutti i processi produttivi, dalla vendemmia all’assaggio, il progetto UVA è riuscito sino ad oggi a catalizzare una grande attenzione fino a procreare ben oltre 300 bottiglie personalizzate, avvicinando un pubblico di persone eterogenee alla terra, facendo maturare in loro la vera idea di fatica richiesta e che oggi si vedono imbottigliare con grande (altro…)
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Ubicata tra il Parco del Monte Partenio e le valli del Sabato e del Calore, l’Azienda Agricola Bellaria si trova a Montefalcione e rappresenta una realtà imprenditoriale altamente dinamica che affonda le radici nella tradizione vitivinicola irpina; infatti la famiglia Maffei, originaria di Roccabascerana, abita da secoli nel borgo più antico di Montefalcione, sposandone da subito il simbolo tanto da farne l’emblema della cantina: il tiglio centenario che si erge fiero e maestoso al centro del paesino. Biologici per coerenza e territorialità i proprietari conducono virtuosamente i terreni di famiglia tramandati da diverse generazioni con l’aiuto di Antonio Pepe, che segue con zelo tutte le dinamiche amministrative dell’azienda e non solo, e di Raffaele Noviello a cui è affidata la condotta enologica assieme a Luca Zirpoli. Le vigne da cui provengono le uve di cui è fatto il Senso Passito (altro…)
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I prodotti di Marche e Toscana al centro di Roma per una serata all’insegna del buon vino e dell’olio di qualità. Grande successo di presenze ieri sera nell’elegante Enosteria Capo le Case dove si è svolto un winetasting di qualità con due aziende d’eccellenza: La Corte del Gusto che ha presentato alla stampa e al pubblico i vini made in Marche: Il Gelso e Il Moro e Il Merlo che ha presentato l’olio del territorio toscano. 31079
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Alvorninha è una delle dodici parrocchie del paese di Caldas de Rainha, non lontano dal villaggio medievale di Óbidos nel distretto di Leiria, a nord di Lisbona, da cui dista ad appena un’ora di macchina, nella regione dell’Estremadura. In una delle valli di Alvorninha, a circa 150 metri sul livello del mare, si trovano i tenimenti della famiglia Filipe, ben 20 ettari di terreno in bilico tra l’Oceano Atlantico e la catena montuosa della Sierra dos Candeeiros, dai fattori pedoclimatici e dalla vocazionalità dei terreni per la viticultura davvero speciali; infatti questa proprietà familiare chiamata Quinta do Paço, con la metà della sua estensione coltivata a vite, ha una tessitura del terreno a prevalenza calcarea e calcareo argillosa, vede i filari disposti in direzione Nord-Ovest con un buon fattore igrometrico, elementi determinanti per una più lunga maturazione e per una (altro…)
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Le Cantine Antonio Caggiano rappresentano uno dei punti di riferimento più importanti per chi voglia approfondire la conoscenza della viticultura e del vino in provincia di Avellino grazie ad una produzione di qualità e dal grande appeal territoriale. 30650
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Il Litrotto Rosso 2015 è il frutto di un blend composto da Susumaniello al 10%, Cabernet Sauvignon, Merlot e Primitivo al 20% ed infine dal Montepulciano al 30% le cui viti, impiantate su terreni pelitico-arenarici ricchi di humus, ghiaia e sabbia, sono frutto dell’orogenesi dello zonale dell’Alta Murgia, detto “fossa bradanica”, per lo più di origine carbonatica; allevate col sistema di controspalliera libera, in onore a “Filosofia della Libertà” di Rudolf Steiner,esse hanno un’età approssimativa di 22 anni, vengono rigorosamente coltivate a conduzione biologica certificata ICEA e coi dettami dell’agricoltura sinergica. 30445
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“Contro il riscaldamento globale servono idee fresche”: è questo il tema del bando lanciato dall’AssocalzaturificiItaliani, d’intesa con il M.I.U.R. (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Il concorso è rivolto alle Scuole statali e paritarie, Agenzie Formative post-diploma e/opost-laurea, FTS, Istituti di Istruzione Tecnica Superiore, ISIA. Obiettivo dell’iniziativa è far emergere quanto incide l’attività dei sistemi produttivi sui cambiamenti climatici, invitando a riflettere sulle azioni che si possono sviluppare per contrastarne gli effetti a partire da un modello produttivo in grado di rimettere in circolo e valorizzare materiali che altrimenti finirebbero in discarica o negli inceneritori. Con creatività e originalità, gli studenti dovranno scoprire modi per recuperare e riciclare materiali che compongono una calzatura, creando nuovi oggetti o nuove scarpe. Lo scopo è quello di cercare di mantenere “in uso” residui di materie prime o di lavorazione o materie riciclate, anche (altro…)
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Viaggi e vino. Vi piacciono i viaggi? Amate girare per il mondo? Ma cosa bisogna sapere prima di partire? Ammettiamolo, quanti di noi, quando organizzano un viaggio, scelgono un ristorante per la cena o semplicemente devono decidere quali attività svolgere consultano le recensioni di altre persone sui luoghi che intendono visitare? Tantissimi. 28884
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Il suo colore naturale è il giallo e viene prodotta a Orgosolo da centinaia di anni. Una specie di baco da seta, denominata razza Orgosolo, che, importata in Sardegna dai Gesuiti nella prima metà del sedicesimo secolo, trova casa nel paese barbaricino dove a prendersene cura sono le sue donne. 28809
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Sostieni il nostro lavoro [wpedon id=26680] Il vino è una bevanda antica quasi come la storia dell’uomo. Da sempre sulle nostre tavole, è infatti l’ideale accompagnamento del pasto. La scelta del giusto abbinamento cibo/vino offre il completamento perfetto per esaltare i sapori e rendere piacevoli i pasti, più allegri gli animi e speciale ogni ricorrenza. 27833
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Lo Sparkling Tour 2019, organizzato dall’Assoenologi Campania, ha avuto luogo alcuni giorni fa presso la più importante fucina di enologi ed enotecnici del Mezzogiorno d’Italia, il rinomato Istituto “Francesco De Sanctis” di Avellino, riscuotendo un grande successo di pubblico grazie alla partecipazione di affermati enologi, protagonisti del mondo vitivinicolo, studenti ed operatori di settore. Provenienti dalla Campania e da altre regioni quali il Lazio, la Basilicata, la Calabria, la Puglia e la Sicilia, gli enologi e gli enotecnici che hanno aderito all’iniziativa sono stati spinti dall’autorevole presenza del prof. Dominique Leboeuf, consulente enologico ed esperto di champagne di fama mondiale, oltre che testimonial d’eccezione di Oenofrance, e dall’importanza di maturare rilevanti crediti formativi in seno all’albo professionale in un contesto di grande rilievo per le innovazioni nelle tecniche di spumantizzazione ed il mondo del vino in generale. Durante l’importante manifestazione (altro…)
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Questo vino è il frutto di un progetto relativamente giovane avviato dall’azienda agricola Inama nel 2005 per valorizzare il vitigno Carmenere, presente nella zona dei Colli Berici da oltre un secolo; disegnata da Michela Coltro l’etichetta, dal gusto classicheggiante, raffigura un putto con in mano una cornucopia con grappoli d’uva, a dimostrazione del fatto che la bottiglia è l’ultima nata in azienda. Il Carmenere Più 2015 è un Igt Veneto proveniente, come già accennato, dall’area dei Colli Berici presso una proprietà acquistata da Inama verso la seconda metà degli anni ’90 nella parte Sud della provincia di Vicenza; tale area collinare è caratterizzata da una dorsale calcarea ricoperta da terra rossa creata per effetto del bradisismo ed in cui le piogge scarseggiano e le estati sono più torbide. Il Carmenere ed il Merlot, con rispettive quote del 70 e del (altro…)
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Franco Di Filippo, uomo radicato alla sua terra, è fortemente legato a Trani tanto da dedicare un’intera esistenza al vero protagonista di questo straordinario terroir sospeso tra le vigne ed il Mare: il Moscato. La sua vocazione per questo storico vitigno è una decisione coerente ma non solo: Estasi in Sinfonia è il frutto di una scelta coraggiosa ed inedita: spumantizzare i grappoli appassiti di Moscato Reale col metodo classico. L’anno di sboccatura per questo millesimo 2013 è il 2017. Giallo oro carico e perlage generoso la sua veste, pera kaiser e salvia, lime e pompelmo rosa sono le fragranti profumazioni che lasciano spazio a ben più ammalianti sentori di mango, confettura di arance, albicocca disidratata e miele di acacia con un lieve sentore di zafferano. Avvolgente e setosa con la sua spuma cremosa si riconferma fragrante nelle note gusto (altro…)
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Dopo il fittissimo ciclo di appuntamenti didattici e seminari tecnici all’Istituto Agrario “De Sanctis” di Avellino che per la sua realizzazione e ricchezza di contenuti ha visto l’affiancamento dell’associazione Mater.ia, si chiude un anno scolastico impegnativo sia per gli studenti che per i docenti. A coronamento di questo percorso di qualità ed eccellenza nella divulgazione dei valori e della conoscenza vitivinicola si terrà presso la sede della scuola di enologia irpina lo Sparkling Tour Campania 2019. L’evento, organizzato dalla Assoenologi della sezione Campania con la partecipazione di Oenofrance e della Station Oenologique de Champagne, avrà inizio alle ore 17:00 con i saluti del prof. Pietro Caterini, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Agrario “De Sanctis” con l’introduzione di Roberto Di Meo, presidente dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani della regione Campania e del responsabile di commissione Carmine Santucci. Alle 17:15 Gianni Battista Montini, responsabile (altro…)
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I lavori di realizzazione di questa cantina cominciano agli inizi degli anni ’90, voluti da Antonio Caggiano, fotografo “globetrotter” e grande appassionato della sua Irpinia. Antonio fonda la cantina proprio a Contrada Sala, decisissimo a dar voce alla tradizione vitivinicola del borgo di Taurasi ed infatti quello che colpisce subito il visitatore è l’idea di trovarsi in una sorta di museo della civiltà contadina legata al culto della Vite, tra arnesi e cunicoli, sommerso dalle bottiglie poste nelle pareti di pietra incavate. Negli ultimi anni la conduzione agronomica ed enologica sono passate al figlio Giuseppe, comunque aiutato dal padre nel costante lavoro di interpretazione delle vendemmie e del territorio. Le uve Fiano impiegate per la vinificazione del Béchar sono frutto di viti ultraventennali allevate a cordone speronato, provenienti da diversi terreni collinari, tutti ricadenti nell’area prevista dal disciplinare, posti ad (altro…)
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Prosegue il ciclo di seminari didattici organizzato dal prestigioso istituto enologico “De Sanctis” in collaborazione con l’associazione Mater.ia: in data odierna ha avuto luogo infatti un seminario tecnico incentrato sulle principali tecniche di vinificazione in bianco rivolto ai giovani studenti della rinomata scuola agraria e con la partecipazione di alcuni operatori del settore. Ad introdurre il tema la prof. Costantina Glave, docente di chimica e biologia; a seguire il prof. Fabrizio Scotto di Vetta, docente di enologia presso lo stesso istituto, il quale ha da subito sottolineato la peculiarità dei vitigni campani per areale attraverso una breve e puntuale relazione sull’ampelografia regionale. Valentina Taccone, dell’associazione Mater.ia, è intervenuta con una disamina incentrata sui vitigni campani minori e la loro importanza nel dare rilievo all’identità territoriale, nel preservare il patrimonio vitivinicolo e la conseguente tradizione produttiva. Fulcro del seminario è stata (altro…)
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Molto, decisamente tantissimo tempo prima che termini anglofoni come “snack” e “breakfast” diventassero di uso comune nella nostra lingua, e venissero addentate certe stramberie, i panini col salame, col prosciutto e con la mortadella erano diventati già da un bel pezzo un’istituzione celebrata a colazione, a pranzo oppure durante spuntino mattutino o pomeridiano da tutti gli italiani di ogni generazione, a prescindere dalla posizione sociale, dalla professione o dalla latitudine di provenienza. 27537
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Di Sergio Massa, in collaborazione con l’Italian Food Academy www.italianfoodacademy.com La cantina Fraponti di Quartu Sant’Elena, gli occhi rivolti al futuro con i piedi ben ancorati nella storia familiare. 26964
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Donne e vino, un connubio perfetto tra eleganza e qualità. 26434
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Argiolas produce vini di qualità dal 1938, vini resi unici da un grande legame con la terra sarda con la quale si identificano per la grande espressività coi quali si esprimono attraverso le note organolettiche. Grazie ad una conduzione enologica virtuosa, competente ed appassionata questa azienda continua a perseguire alti standard di eccellenza ed innovazione vitivinicola, senza mai dimenticare l’esperienza e gli insegnamenti di una tradizione familiare che perdura da oltre 90 anni e si rinnova ad ogni vendemmia. Carignano e non più del 5% di Bovale sono le quote per questo uvaggio che vede la straordinaria materia prima allevata ad alberello su terreni a prevalenza sabbiosa, ricchi di argilla e calcare ed accarezzati dalla brezza marina. La fermentazione alcolica e la macerazione avvengono in acciaio, la malolattica in cemento e l’affinamento in botti di rovere francese per ben un (altro…)