È del 7 agosto scorso un ulteriore intervento di Gaetano Cataldo, in forza a Mediterranea Online ormai dal 2010, presso l’Istituto Agrario “Francesco De Sanctis” di Avellino nell’egida di Ricreazione al Vigneto, programmazione di ampio respiro che, tra dibattiti, spettacoli e rassegne gastronomiche, riunisce il mondo della scuola con la cittadinanza irpina.
Infatti, dopo aver affrontato il tema “Territorio, Educazione Diffusa ed Innovazione: prospettive di comunicazione del brand” il nostro redattore si è letteralmente immerso in uno dei racconti a lui più congeniali: il Vino e il Mare, racconto di mestieri e passioni che si intrecciano e che hanno dato vita ad un fortunato articolo pubblicato qui sulla nostra testata giornalistica e successivamente richiesto anche su Vitae, la rivista ufficiale dell’Associazione Italiana Sommelier.
Tutto parte infatti dalle due passioni liquide di Gaetano, passioni che si sono riversate nella professione del navigante e del sommelier appunto. Partendo dalle esperienze fatte in giro per il mondo tra navi da carico, velieri, imbarcazioni da diporto e navi da crociera, è stato spiegato a beneficio degli studenti che ne vedranno il video quanto la relazione tra il Vino e il Mare sia decisamente molto forte e perduri da millenni.
“Seguite idealmente la scia delle navi e se non riuscite ad immaginarle prima che le acque si richiudessero su sé stesse, inseguite le tracce più evidenti, le prove più inequivocabili: le anfore”. Così Gaetano ha parlato introducendo non solo l’importanza dell’archeologia subacquea a dimostrazione della sua tesi ma introducendo al pubblico alcuni versi del Gilgamesh di Uruk, fino a ripercorrere le rotte ideali di navigatori ancestrali quali sono stati i Fenici, gli Shardan, i Greci e tutte quelle Popolazioni Pelasgiche che hanno contribuito a creare la Civiltà Mediterranea e la diffusione della vite nei paesi del Mare Nostrum.
Nel proseguire dando alcuni spunti di ampelografia, Gaetano ha sollecitato l’interesse degli ascoltatori facendo osservare che il Mare, grazie all’assenza di luce a partire da una certa profondità, all’evidente parametro igroscopico ed alla temperatura giusta e costante, costituisce per il Vino la cantina ideale, come dimostra il nettare dionisiaco trovato ancora intatto nelle anfore depositate sui fondali marini. Per mantenere viva la curiosità si è parlato della compressione dell’ossigeno nei sub che scendono di diverse atmosfere sott’acqua e quanto le leggi fisiche a riguardo inficino l’affinamento degli spumanti che vengono affidati agli abissi marini. Oltretutto è stato interessante sfiorare l’effetto meteomarino capace di smussare i tannini nei grappoli che crescono nei vigneti rivieraschi e di come il clima mediterraneo abbia un benefico effetto sulla viticultura anche a centinaia di miglia dalla costa.
Dunque Buon Vento al nostro marinaio per la sua navigazione tra ristorazione e vigneti che lo vede sempre più partecipe agli eventi sulla terraferma e soprattutto ai futuri protagonisti dell’Enologia che si formeranno in questa storica scuola.