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E’ arrivato anche a Cagliari, presso la Boutique DEV in Piazza Costituzione 12, il nuovo tour di HOGAN “In love with… my sneakers”. L’evento, organizzato da Glamour Italia, il mensile femminile di Condé Nast, e Hogan, rinomato brand del casual luxury, eccellenza della moda italiana.

La musica di sottofondo a cura di Brina Knauss, modella e dj apprezzata a livello internazionale

La serata cagliaritana del 27 aprile è stata un successo. L’affluenza di pubblico e l’atmosfera di festa confermano la formula vincente, che vede il felice matrimonio tra due grandi aziende: Glamour, il più importante giornale di moda in Italia e Hogan, uno dei brand più apprezzati a livello nazionale e internazionale.

Paola Bonazzi e Simone Guidarelli

Abbiamo incontrato Paola Bonazzi, vicedirettore moda di Glamour Italia per parlare dell’iniziativa ma soprattutto del suo mondo, di come la moda entra nella vita delle persone.

Ci racconti questa serata?

La serata di oggi fa parte di un progetto che promuove un marchio importante del made in Italy, in città chiave su tutto il tessuto nazionale. Un momento importante di promozione e visibilità reciproca per due realtà imprenditoriali che si somigliano per l’attenzione assoluta verso la qualità e importanza reale nel mercato della moda. Una grande festa per la testata giornalistica, che abbandona la redazione per scendere in strada, confrontarsi con l’esterno e cercare di capire i gusti che cambiano o ritornano. E’ sempre utile cercare di allargare il nostro punto di vista, aprire la mente a quello che succede fuori dagli uffici.

Glamour Italia è una storia di successo, ha festeggiato da poco i suoi primi 25 anni e sembra sempre nuova. Ha continuato a vendere nonostante la forte contrazione che ha colpito il settore editoriale, qual è la formula magica?

E’ una storia di successo, coronata da tante soddisfazioni. E’ la rivista di moda più venduta in Italia, conserva una fascia di lettorato che va dai 20 ai 50 anni, anche se oggi è difficile fissare una volta per tutte il trend del lettore tipico. E’ verosimilmente una lettrice di 30 anni, che ha un rapporto di fiducia con noi e Glamour cerca di mantenere sempre vivo questo rapporto.

Dalle pagine del sito e dai social si apprezza il vostro speciale modo di comunicare, non costruite distanze siderali con i lettori. Diciamo che visitando le pagine online ci si sente quasi in famiglia. Tantissimi anche i contributi dei blogger e degli appassionati.

Una delle chiavi del successo del mensile, oltre alle scelte editoriali di grande lungimiranza e modernità, a partire dalla rivoluzione del formato pocket che permise di triplicare le vendite (idea del presidente Giampaolo Grandi negli anni novanta), fino all’attuale formato di grande freschezza ed eleganza inaugurato da Cristina Lucchini, è la sua squadra. Il lavoro di squadra è ciò che ci permette di costruire un prodotto unico. Il lavoro è svolto interamente in casa, per tutte le fasi di lavorazione. La dinamicità, l’estrema passione e dedizione a questo bellissimo lavoro ci permette di raggiungere risultati eccellenti. Riusciamo da sempre ad intercettare e tradurre le tendenze, di fare da guida allo shopping, di coinvolgere a 360 gradi le lettrici.

Non si può, per fortuna, fare a meno della moda. Il settore può contare su una posizione di tutto rispetto nell’industria del Made in Italy. Quanto vale il settore oggi e quali sono le professioni che gravitano intorno al prodotto finito?

Non saprei dare una risposta precisa sul primo quesito, ma si parla di una buona fetta del Pil nazionale. Il mondo della moda coinvolge tantissime professionalità, dagli stilisti ai sarti, e più vicino a noi, i fotografi, grafici, giornalisti e fashion stylist. Alcuni mestieri, nonostante la tecnologia più spinta, stanno tornando ad essere utili, come la sartoria artigianale in cui l’Italia è un’eccellenza assoluta.

Le aziende italiane sono capaci di creare pezzi unici. Anche se i materiali a volte non sono tutti nazionali, il prodotto finito è qualcosa di inimitabile.

Si, è vero. Dobbiamo riprendere ad essere orgogliosi del nostro lavoro, il made in Italy ha un peso enorme nel resto del mondo, a volte siamo noi a non accorgercene. Il circuito della moda lavora sempre con lo spirito di sempre, ossia creare bellezza. Dare ad ognuno la possibilità di sentirsi a proprio agio negli abiti che indossa. Si è chiuso definitivamente il periodo della moda imposta dall’alto, in qualche modo oggi si è più liberi di crearsi un proprio stile.

Una tendenza che viene da lontano, da più di vent’anni gli stilisti cercano di intercettare il gusto del pubblico, e non viceversa imporlo come diktat assoluto.

Penso che anche la rivoluzione della moda low cost abbia portato dei benefici ai grandi marchi. Sono stati costretti a sperimentare nuove strade, rimettersi in gioco e creare una moda in continuo divenire, forse meno elitaria e partecipata. Il nostro giornale è riuscito in un quarto di secolo ad intercettare i cambiamenti, e fare da tramite tra il mondo della moda e il pubblico, sempre più esigente ed attento.

Il vostro è un lavoro molto ambito dai ragazzi che si vogliono affacciare al mestiere. Quali sono le strade o i consigli che si sente di dare ad un esordiente.

Ci sono diversi esempi di successo in questo senso. Sicuramente internet da la possibilità alle giovani blogger, le nostre Beauty Reporter di farsi notare. Il nostro direttore è molto attento e disponibile a dare una possibilità, poi sta alle persone giocarsi bene la carta! La carriera nel mondo della moda inizia sempre dal primo gradino, non ci sono scorciatoie.

Ho letto che eri iscritta in medicina, come hai iniziato a lavorare in questo mondo?

Eh, un puro caso. E’ vero, avrei voluto fare il medico, ma sono sicura non avrei saputo resistere. Oggi sono felicissima della mia scelta di vita, continuo a divertirmi molto nonostante il lavoro non abbia orari e comporti molti sacrifici.

Ho iniziato per caso come segretaria di redazione, e piano piano ho sperimentato vari ruoli all’interno della redazione, fino al mio attuale di fashion director. Ho cambiato testate un paio di volte, ma sono sempre tornata qui. Lo stile, l’atmosfera, il gusto per il lavoro è quello che mi fa sentire realizzata.

Ti ringrazio e buon lavoro.

Grazie a te! Ne approfitto per rinnovare l’invito alla serata romana del 4 maggio, presso la Boutique HOGAN in Via del Babuino 110.

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