Dario Fo
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La scomparsa di Dario Fo, tra i grandi del teatro e della letteratura mondiale a noi contemporanei, colpisce il Teatro Bonci in una delle sue radici culturali recenti, oltre che tutti gli appassionati, gli spettatori, i lettori.

Durante le recenti commemorazioni del 170esimo anniversario dell’inaugurazione del Teatro Comunale di Cesena, nel corso di questo 2016 più volte è stato ricordato Dario Fo, anche insieme a Franca Rame: alcune sezioni della mostra estiva al Bonci “170 anni: Una storia per immagini” erano dedicate ai suoi lavori.

Proprio ai primi d’ottobre, nel corso della Festa del Teatro i docenti del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna avevano presentato i propri studi di acustica sul Teatro Bonci. Con riscontri scientifici essi dimostrarono la straordinaria qualità acustica del Teatro, considerato un modello di riferimento internazionale: secondo gli stessi studiosi tali risultati sono oggi ancora possibili anche grazie alla permanenza delle sedie di legno in Teatro. Esse sono state mantenute proprio per un’accalorata argomentazione di Dario Fo che nel 1989 sostenne l’assoluta necessità di non cambiare quell’allestimento storico.

Ma naturalmente ricordiamo Fo per i suoi spettacoli al Bonci che vennero programmati già durante la gestione ETI negli anni Sessanta, quando come autore ad ogni stagione proponeva una sua commedia di costume, ironica e sarcastica, quelle stesse opere che poi gli valsero il maggiore tra i Premi letterari, il Nobel per la letteratura: tra le altre, da “Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri” nel 1961 a “Chi ruba un piede è fortunato in amore” dello stesso anno, da “La colpa è sempre del diavolo” del 1966 a “La signora è da buttare” del 1968, che portarono a lui e a Franca Rame premi e riconoscimenti, tra cui il “Gallo rampante”, il Premio del pubblico organizzato dal Circolo Goliardico Cesenate.

A questo periodo interno ai Teatri segui l’uscita dai luoghi deputati che portò il suo teatro e i suoi spettacoli nella fabbriche, nelle case del popolo, nelle piazze: come Fo ha sempre ricordato, questa scelta iniziò e si concretizzò proprio a Cesena. La Comune e la Compagnia di Fo-Rame nacquero nella Casa del Popolo Jardin Club di Sant’Egidio dove nell’ottobre 1968 venne rappresentato “Ci ragioni e canto”, come documentato dalla mostra permanente nel Loggione del Teatro Bonci intitolata “Il ’68 e il teatro a Cesena. Dario Fo e gli altri”, con le foto di Renzo Ravegnani.

Di quel periodo straordinario di impegno politico e culturale, Cesena presentò nel 1972 le opere principali: il capolavoro “Mistero buffo” e gli spettacoli di lotta “Morte accidentale di un anarchico” e “Morte e resurrezione di un pupazzo”, al termine del quale, il 21 marzo 1972 Fo attraversò il palcoscenico con un tubo Innocenti sulle spalle, per ricordare l’editore Feltrinelli, il cui corpo era stato trovato straziato pochi giorni prima su un traliccio vicino a Milano.

Lo stesso impegno di denuncia sociale e politica troviamo in altri spettacoli successivi a Cesena come “Sesso e Mistero buffo” del 1997 che segnò il ritorno di Dario Fo e Franco Rame al Bonci dopo “Il papa e la strega”, una commedia nello stile iniziale che esaurì il Teatro in ordine per sei serate nel 1989: nell’occasione i due artisti ricordarono la vicenda di Adriano Sofri e invitarono ad appoggiare con Soccorso Rosso un’azione in suo sostegno e difesa.

Più volte nell’ultimo decennio Dario Fo fu presente al Bonci con alcuni dei suoi spettacoli di informazione e divulgazione, in cui riprendeva quello stile narrativo e discorsivo che aveva caratterizzato alcuni dei suoi lavori più noti, a cominciare da Mistero Buffo, nei quali il colloquio con il pubblico era fondamentale, essenziale al funzionamento dello spettacolo. La bellezza poi delle sue opere artistiche, delle sue pitture faceva il resto: ricordiamo “Giotto o non Giotto” del 2009 ma anche naturalmente “In fuga dal Senato”, un testo e uno spettacolo scritto dopo la morte dell’amata moglie e compagna di lavoro e di arte, France Rame.

Per ricordare Dario, nell’immediatezza della sua scomparsa, intanto il Teatro aprirà il Loggione nei pomeriggi di venerdì 14, sabato 15 ottobre e domenica 16 ottobre dalle 16.30 alle 19 per visite straordinarie alla mostra “Il ’68 e il teatro a Cesena. Dario Fo e gli altri” e nell’occasione sarà possibile ascoltare nella Sala della Musica, al piano terra del Teatro, la voce di Dario Fo aprendo l’apposito cassetto del baule dei “Cassetti della memoria”, accanto a quello di Franca Rame e di tanti altri protagonisti della vita artistica del Teatro Bonci.

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