DAVIDE FERRARI, direttore artistico Festival musicale del Mediterraneo di Genova
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Inizia giovedì 3 settembre la 29sima edizione del Festival Musicale del Mediterraneo di Genova, eccellenza a livello internazionale.
Si comincia con una doppia replica, alle ore 19.30 e alle 21, dello spettacolo inaugurale “Minimalia, omaggio a Philip Glass” presso il Salone del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale, evento che sarà trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook del Festival.

Un’edizione a prova di Covid che si terrà dal 3 al 17 settembre all’insegna dell’incontro tra culture musicali diverse, quest’anno dedicata alle “Eurameriche”. Un progetto quanto mai significativo in tempo di migrazioni e diaspore, per ricordare quanto la musica possa essere strumento universale di dialogo fra i popoli e di interscambio plurietnico e multiculturale.

29sima edizione del Festival Musicale del Mediterraneo di Genova

“Il Festival, che si avvia a festeggiare il trentennale – spiega a Mediterranea il direttore artistico Davide Ferrari – partendo dal Mediterraneo, abbraccia tutte le connessioni intercontinentali. Occupandosi di culture musicali del mondo, il fatto che abbia sede nella città di Genova acquista una valenza simbolica. Genova è sempre stata molto accogliente dal punto di vista dell’immigrazione – continua – pensiamo al centro storico modello kasbah, impegnata nell’integrazione delle culture in arrivo con la cultura genovese e italiana. Il Festival Musicale del Mediterraneo fa sua questa visione di valorizzazione di stili, culture, strumenti e aspetti terapeutici di musiche provenienti da Paesi e continenti diversi. Del resto la Storia della musica ci insegna che la musica è sempre stata un veicolo di scambio, che si muove nello spazio e smuove pensieri, emozioni, identità”.

Cosa vi ha spinto a non rinunciare al Festival nonostante le difficoltà dovute alla pandemia?

“Una delle motivazioni principali è che la musica ha nella sua natura una valenza collegata al benessere fisico, mentale ed emotivo dell’individuo, quindi privare le persone di questa opportunità ritengo che sarebbe stato un po’ crudele, soprattutto in un momento in cui il trauma collettivo dovuto alla pandemia, al lockdown e al distanziamento sociale non è una cosa semplice da metabolizzare, un trauma latente che ci porteremo dentro nel tempo, con danni peggiori per le nuove generazioni. In questo senso la musica può essere uno splendido contenitore ideale dentro il quale far stare le persone anche senza toccarsi, mantenere la distanza di protezione e allo stesso tempo vivere un’esperienza totalizzante. Il benessere che deriva dal fare, ascoltare e scoprire la musica insieme è l’obiettivo primario del Festival, realizzato attraverso la proposta di musiche inedite o non molto note, ospitando artisti che arrivano da Paesi lontani come l’Amazzonia o la Lituania, o da luoghi ancora più remoti. Questa è la storia e la vocazione del Festival”.

Riguardo alle proposte artistiche, sarà possibile coniugare gli scambi interculturali con le esigenze sanitarie?

Staff e direttore artistico del Festival musicale del Mediterraneo di Genova

“Il programma, che quest’anno ha come tema le Euroameriche, a completamento di un triennio dedicato nei due anni precedenti a “Eurasia” e “Eurafrica”, avrà, a causa delle difficoltà degli spostamenti, una prevalenza europea, che ci consente di valorizzare anche artisti italiani, come il grande bluesman genovese Paolo Bonfanti, che rappresenta l’“Euroamerica” in maniera perfetta. Verranno proposti inoltre omaggi alla tradizione ma con un taglio contemporaneo, come per esempio il progetto tra musica e danza dedicato a Philip Glass, il maestro del minimalismo, ricordando che il minimalismo americano, con la sua essenzialità melodica, la reiterazione e gli ostinati ritmici, nasce dagli studi della musica indiana e di quella balinese. Non si tratta quindi di musiche contemporanee tout cout, ma rimane sempre vivo il collegamento con la tradizione. Si tratta di una produzione in prima nazionale che unisce la danza contemporanea della Compagnia DEOS – Danse Ensemble Opera Studio, con la formazione de La Banda di Piazza in versione al femminile e da camera”.

Altre anticipazioni del programma?

“Ospiteremo a seguire il vocal ensemble femminile Black Voices che celebra, attraverso il canto, le tradizioni orali patrimonio dell’Africa, dei Caraibi e inglesi, la band Merope formata da musicisti provenienti da Paesi diversi ma con origini e base creativa in Lituania, il sound sudamericano dei Surealistas e delle Flor de Aire, il duo Paolo Bonfanti e Martino Coppo, nella sua versione europea delle tradizioni folk, blues e country americano, il bandoneon di Daniele Di Bonaventura con un omaggio a Piazzolla impreziosito dalla coppia di ballerini italo-argentini Irene Trenzas Natalie e Ezequiel “El Tigre” Sabella, e ancora la nuova voce trobadora di Sorah Rionda da l’Havana. Infine il nostro viaggio parte e approda nel Mediterraneo con “Paesaggi Mediterranei – Il ritmo del Mare”, musiche spagnole antiche e della tradizione sefardita con il Collegium Pro Musica, la storia d’America e le sue migrazioni elaborate dall’Orchestra da Tre Soldi. Concluderemo con un omaggio agli Indios dell’Amazzonia da parte della cantante Virginia Cambuci”.

Quali le location scelte per questa edizione?

“Il Festival si svolge solitamente in location storiche e naturalistiche della città, come i chiostri, i Musei, i palazzi storici del centro storico. Quest’anno abbiamo privilegiato gli spazi all’aperto per rispettare la necessità del distanziamento e per garantire al pubblico la massima sicurezza. I concerti si sposteranno da Palazzo Ducale al Castello D’Albertis, dal Forte Begato alle isole delle Chiatte del Porto Antico, fino a giungere a Villa Bombrini, luoghi che saranno ancora più suggestivi in quanto i concerti si svolgeranno alle luci dell’alba e del tramonto”.

E’ prevista parte della programmazione in streaming?

L’evento di apertura di oggi sarà fruibile anche in streaming, mentre l’evento di chiusura, dedicato al “Treno de la muerte” chiamato La Bestia, mezzo usato per la migrazione della speranza che attraversa il Messico per giungere in America e che unisce tradizione e contemporaneità messicana, si terrà esclusivamente in streaming. La sezione streaming è stata prevista per ovviare alle difficoltà determinate dal virus, tuttavia credo che lo streaming debba rimanere una soluzione di emergenza, sia pure funzionale. Non si può rischiare di perdere la dimensione sociale e rituale della musica come espressione della vita di un popolo. Occorre uscire da una dimensione eurocentrica e ricordare che nel mondo tutt’oggi ci sono popoli che vivono in condizioni radicalmente diverse dalla nostra, in cui la musica racconta la pioggia, il raccolto del campo, la nascita e la morte. Pensiamo al samba per i brasiliani, al tango per gli argentini, al flamenco per gli spagnoli o al canto a tenore per i sardi, o alle danze sufi del Medio Oriente o la musica indiana. Sono dimensioni talmente intense e profonde che la sostituzione con lo streaming raderebbe al suolo buona parte della storia dell’umanità.

Crede che con la pandemia sia cambiato qualcosa nella considerazione degli artisti nei piani alti della politica?

Mi auguro che il sistema governativo si sia reso conto che il comparto cultura, arte e spettacolo rappresenta una grande opportunità economica per la nazione, come accade in altri Paesi come Francia, Germania, Svizzera e Inghilterra, dove il sistema economico è molto più legato alle produzioni artistiche a tutti i livelli quantitativi e qualitativi, non solo con le grandi mostre o i grandi eventi. Ma credo che anche il mondo artistico debba fare una riflessione importante, è ancora troppo frammentato e caotico. Bisognerebbe rinnovare il sistema della regolamentazione per trovare un’omogeneità, perché non è concepibile che ci siano artisti, anche se di grande spessore, che pretendano delle cifre esorbitanti, e artisti spesso di pari valore che stentano persino ad ottenere un rimborso spese. In questo senso la pandemia può rappresentare un’opportunità di riflessione dell’intero comparto.

Il programma dettagliato del Festival Musicale del Mediterraneo al link:

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