Diritti dei bambini
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E’ stata inaugurata qualche giorno fa la mostra sui Diritti dei bambini a Dolianova. Il progetto, intitolato “la Valigia dei Diritti, è un’idea delle insegnanti della scuola dell’infanzia cittadina, plesso viale Europa, e nasce per suscitare nei bambini e negli adulti la coscienza e il rispetto dei propri diritti sanciti dalla convenzione Onu nel 1989.
Le maestre hanno esposto nell’edifico storico la Torre dell’Acqua (oggi divenuto spazio espositivo), i pensieri e gli elaborati artistici che i piccoli, con la loro guida, hanno svolto durante l’anno scolastico.

L’evento, però, è iniziato prima e al di fuori del museo. “Mai come in questo progetto abbiamo sentito l’esigenza di aprirci al territorio”, dicono le insegnanti. Sette variopinte locandine, create dai piccoli, ciascuna per ogni diritto, hanno dato il via alla “Strada del Diritto”, per invitare i cittadini a visitare la mostra. Non solo: le aziende del paese e i privati hanno potuto “adottare un diritto”, ovvero pubblicizzarlo e sostenere il progetto.
Sono sette i diritti affidati ai colori e alle forme delle creazioni dei bambini: il diritto alla Famiglia, alla Vita, ad avere una Scuola, al Gioco, ad avere una Casa, a Non essere Maltrattati, all’Uguaglianza.
E’ nel segno della libertà espressiva che si è dato vita alla mostra: i piccoli hanno lasciato volare la fantasia e creatività, sperimentando un’ampia scelta di materiali, dal cartone, al cartoncino, ai ciocchi di legno, la tempera, il carboncino, il fango.

Ad animare e narrare le storie la Maga Diritto, un personaggio bizzarro che ha reso accattivante l’apprendimento e la riflessione.
Il cartellone di un areo che sfreccia nel cielo ha dato il benvenuto ai visitatori. “Dove andate? Chiede un’ape, “Stiamo andando verso un mondo diritto, venite anche voi?”.
Il percorso espositivo è lungo e variegato. A illuminare il tragitto i colori del sole. Ogni bambino ha disegnato il suo, perché “Siamo il sole della terra, rispettate i nostri diritti”.
Volti in bianco e nero o dipinti e di svariate forme e dimensioni tappezzano un’ampia parete, per affermare il diritto all’ uguaglianza: “I bambini sono uguali e diversi e sempre speciali”.
“Quando eri nella pancia di mamma cercammo un nome per te…”. Appesi a un filo sventolano su fogli di carta le storie scritte dai genitori sul nome che hanno dato al proprio figlio.
Nell’intimità dell’edificio ecco l’angolo delle emozioni: “Io sono, io sento…”. A ciascuna emozione il suo colore e omino. “I nostri alunni”, spiegano le insegnanti, ”hanno scoperto che è un loro diritto esprimere emozioni e opinioni, un loro diritto non essere maltrattati, che è un diritto essere ascoltati e poter vivere in una scuola che li accoglie”.

La parola famiglia in lingua awaiana si dice “Ohana” per indicare che nessuno viene abbandonato o dimenticato. Ritratti di mamma e papà, sorelle e fratelli, dipinti sui cartoni della pizza, ricoprono un’altra parete per dichiarare il diritto di tutti i bambini ad avere una famiglia. E poco distante, al centro della scena, in quella che oramai è diventata la Casa dei Diritti, sfilano numerosi e variopinti i ciocchi di legno raffiguranti il profilo di mamma. Perché essere protetti e curati da una famiglia non è così scontato ed è un diritto di tutti i bambini.

“Io chiedo il diritto di essere un bambino, di essere speranza di un mondo migliore”. Si legge su un cartellone al centro di luminosi autoritratti, per non dimenticare il diritto all’identità.
La scuola dei sogni. “La mia scuola dei sogni è una scuola fatta di fiori, e i bambini giocano nel giardino e le maestre giocano con noi”. I pensieri dei piccoli volteggiano su una nuvoletta accanto al disegno di come vorrebbero che fosse la propria scuola: c’è chi la immagina con le ali, chi galleggiante come una fetta di formaggio in mezzo al mare. Ma ora tutti sanno che hanno il diritto ad averne una e a ricevere un’istruzione.

Il diritto di giocare. “I giochi dei bambini non sono giochi, bisogna considerarli come le loro azioni più grandi”, si legge su una paletta di cartone. Il gioco è il loro lavoro, non una concessione da parte degli adulti. E’ con questo spirito che si è dato vita alla mostra.
C’è una casa speciale. Una grande casa di cartone che i bambini si sono divertiti a dipingere in libertà e all’interno della quale si possono rannicchiare e godere della compagnia di numerose stelle fosforescenti. “Bambino o bambina che io sia, ho diritto a casa mia…”.
Svolazzano come foglie al vento i loro pensieri. Uno fra i tanti: “I bambini devono avere una famiglia per le coccole e gli abbracci, una casa per non bagnarsi quando piove e una scuola per giocare con i compagni e imparare le cose”.

“I diritti si sono messi in mostra per parlare alla mente e al cuore di tutti noi”, concludono le insegnanti.

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