Basso Salento - 01-11-2020 - Copyright Ines Macchiarola
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Dopo il cambio di passo legislativo segnato da Regione Puglia con il nuovo Piano di azione di contenimento e monitoraggio di Xylella, che ha introdotto l’obbligatorietà su tutto il territorio regionale della lotta agli stadi giovanili del vettore sputacchina, la Commissione agricoltura, presieduta da Francesco Paolicelli, entra nel merito di complesse questioni tese a perfezionare e semplificare il quadro normativo di riferimento.

Per quanto è possibile apprendere dalle comunicazioni ufficiali dell’Agenzia di stampa del Consiglio regionale, su richiesta del consigliere regionale Fabiano Amati (PD), sono stati convocati in audizione l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, il direttore del Dipartimento agricoltura Gianluca Nardone, i componenti del Comitato Tecnico Scientifico Donato Boscia e Franco Nigro, le Associazioni di categoria rappresentative (CIA Puglia, Coldiretti, Copagri, Confagricoltura, Confcooperative) e il presidente del Comitato regionale “No Xylella, Sì Produttività” Paolo Leoci, con l’obiettivo di portare all’attenzione della Commissione le obiezioni di merito sul Piano di azione per il contenimento e monitoraggio della Xylella, sollevate dagli agricoltori e organizzazioni di categoria.

Sulla questione – si puntualizza nella nota politico-istituzionale -, è stato presentato un documento a firma dai rappresentanti di “No Xylella, Sì produttività”, condiviso dalle associazioni agricole, in cui sono stati evidenziati i punti di criticità relativi al Piano di azione elaborato secondo le direttive della Comunità europea, secondo cui non si assicura un monitoraggio degno del significato per le fasce di contenimento.

Le richieste giunte al tavolo riguardano la necessità di un’attività di monitoraggio più intensa, che preveda delle misurazioni più larghe rispetto ai cinque chilometri indicati dall’EFSA, sulla base di una letteratura scientifica.

Per quanto riguarda, invece, i contenuti del Piano d’azione, i massimi rappresentanti del Comitato tecnico scientifico, i Professori Donato Boscia e Franco Nigro, hanno rilevato che in fase di approvazione, da parte loro è stato espresso un parare accompagnato da proposte e suggerimenti che in parte sono stati recepiti.

In particolare, è stato previsto il monitoraggio dei siti di focolai dell’anno precedente nell’ampiezza di 15 chilometri. È stato ribadito che il Piano nasce nella stretta via di quella che è la normativa europea, che bisogna rispettare, pur ammettendo che maggiore è la distanza da sottoporre a monitoraggio, maggiore è la tutela a garanzia di difesa della zona cuscinetto. Ma da parte loro, son giunti dei suggerimenti che vanno nella direzione di investire attraverso lo sviluppo di nuove progettualità di ricerca, per poter cominciare un nuovo cammino.

Il Professore Boscia ha suggerito l’applicazione di una semplificazione della procedura da seguire per fare gli innesti soprattutto per le zone da tutelare e salvaguardare, come la Piana degli ulivi ed investire in modo particolare sulla comunicazione, visto che manca un team specifico per farlo e che quanto è stato fatto finora è imbarazzante.

Per il Professore Nigro sarebbero opportuni altri interventi che potrebbero essere le attività specifiche tecnologiche di monitoraggio da remoto. Il piano elaborato è perfettibile ma è necessario avere delle risorse a disposizione. Rassicurazioni sulle azioni di monitoraggio nella zona della Piana degli ulivi, sono giunte dal direttore del Dipartimento agricoltura Gianluca Nardone, il quale ha affermato che è tutelata per legge e che quindi c’è l’obbligo per tutelarla, ma che non essendoci una verità assoluta si lavora sugli algoritmi statistici prima ancora che il sintomo si manifesta. Quanto alla possibilità di ricorrere agli innesti, Nardone ha evidenziato che la misura messa a bando non ha avuto molto successo e che sono stati erogati solo 500 mila euro su 5 milioni stanziati. Sarà quindi riproposto in maniera più appetibile, nonostante i 140 euro a pianta previsti. Per la fase di ricostruzione del territorio colpito dal patogeno, il direttore ha annunciato che si sta lavorando al fine di sbloccare le procedure per il reimpianto con altri tipi di piante arboree. Finora nel Salento sono state 740 mila le piante sostituite e ci sono richieste pari a 3,2 milioni di sostituzioni di alberi, per le quali le risorse necessarie sarebbero pari a duecento milioni di euro. Quindi per far fronte alla sostituzione di sei milioni di alberi solo nella provincia di Lecce servirebbero 400 milioni di euro. Quanto alla campagna di comunicazione ha ammesso che è un fronte da irrobustire.

L’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia si è detto pronto a modificare il Piano d’azione e di contrasto qualora la scienza dia il suo supporto, ma fondamentale resta l’obbligo di far eseguire le pratiche previste, da parte di ogni singolo agricoltore.

Ulteriori info:

1 – http://www.consiglio.puglia.it

2 – http://www.infoxylella.it/

4 – “Via libera agli impianti di agrumeti e alberi da frutto” https://www.regione.puglia.it/web/press-regione.it

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