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Come ogni anno l’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della Donna, prende il via una miriade di iniziative, che si estendono a tutto il mese che si tinge ormai interamente di rosa, volte a celebrare la figura femminile. Comunemente nota come “Festa della Donna”, il termine appare oggi controverso; si preferisce infatti, più che esaltare l’aspetto più frivolo o commerciale di questa ricorrenza, approfittare dell’occasione per ricordare le conquiste femminili sul piano sociale, economico e politico, e riflettere sulle discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. Una celebrazione che quest’anno l’ONU ha deciso di dedicare al tema Gender equality today for a sustainable tomorrow in sostegno del principio della parità di genere, per rendere omaggio al contributo femminile nelle sfide imposte dal cambiamento climatico, con la certezza che senza uguaglianza di genere, sia impossibile costruire un domani sostenibile ed equo. Si pensi che le donne costituiscono il 70% della popolazione mondiale in stato di povertà e l’80% tra profughi e sfollati per disastri umani e ambientali. Eppure, nel corso dei millenni, le donne hanno contribuito enormemente al benessere e allo sviluppo sostenibile delle loro comunità, così come al mantenimento degli ecosistemi del pianeta, della diversità biologica e delle risorse naturali.

Inoltre, in gran parte dei Paesi del mondo sono ancora forti le disuguaglianze di genere in fatto di diritti, status politico ed economico, condizioni abitative, esposizione alla violenza e, in molti Paesi in via di sviluppo, anche in termini di esclusione dall’istruzione e dai servizi sanitari. La recente pandemia ha esacerbato le disuguaglianze di genere e la marginalizzazione delle donne, comportando un aumento di violenza e isolamento, e un deciso decremento dei diritti, minando il loro benessere psicofisico e sociale. In particolare, ora che in Italia si afferma in maniera sempre più netta il modello sociale unifamiliare, le donne incontrano difficoltà maggiori, rispetto agli uomini, a condurre la loro vita da sole, benché siano decisamente più capaci di affrontare la solitudine e gestire la loro vita autonomamente. Ne parliamo con la psicologa e life coach Giuseppina Tratta.

La psicologa e life coach Giuseppina Tratta

Nella sua esperienza, le donne sono disilluse o perseguono ancora l’aspettativa del grande amore?

Ci sono tre livelli di pensiero in relazione a questo argomento: il primo e più ovvio è che la donna moderna non vive più nell’aspettativa del grande amore, se arriva bene, se non arriva va bene uguale. Il secondo che la donna moderna si è affrancata dal grande amore, troppo impegnativo, troppo romantico per essere perseguito. Il terzo, il più profondo, è che il grande amore dia un senso ad una vita moderna fatta di grande materialismo e poca spiritualità, amore inteso come senso della vita. Il grande segreto sotto il naso di tutti è che il grande amore, ogni donna, come ogni uomo del resto, dovrebbe provarlo per se stess*. Solo allora si diventa pronti per accogliere l’amore.

Perché le donne sembrano essere, rispetto agli uomini, maggiormente insoddisfatte delle relazioni?

Perché le donne sono in contatto con una gamma di emozioni molto più ampia rispetto agli uomini. La natura nella sua magnificenza le ha dotate di sensi più acuti, in modo da poter accudire un neonato quando non esisteva alcun artificio tecnologico. D’altro canto l’uomo si occupava della caccia per sfamare il nido e le emozioni erano un intralcio per questo compito. Meno emozioni = meno aspettative = relazioni più semplici. Quando vedi un magnifico paesaggio a 360 gradi non ti accontenti più di spiare dalla toppa. L’uomo vede solo la serratura ed ogni tanto sbircia nella toppa. Da qui la grande frustrazione delle donne. Devo però dire che negli ultimi anni anche gli uomini si stanno mettendo in contatto con il cervello emotivo (così prendono gli ansiolitici) e questo creerà nuovi equilibri, del resto non devono più cacciare i cerbiatti e quindi possono cominciare a permetterselo. Ci sono voluti giusto quei 100.000 anni.

Pensa che per le donne italiane ci siano le condizioni economiche per affrontare la vita da single?

Direi di no. Gli stipendi delle donne sono, a parità di competenze, in media il 30% inferiori rispetto a quelli degli uomini e lo stato non prevede aiuti consistenti per i genitori single. Inoltre non ci sono strutture per l’accudimento dei figli, soprattutto gli asili nido. Tenga presente che una donna nei primi tre anni di vita dei figli dorme circa la metà del tempo necessario per ristorarsi….

Pensa che le donne siano maggiormente in grado di affrontare la solitudine rispetto agli uomini?

Diciamo che le donne sopra i 40 anni sanno di certo affrontare la solitudine meglio degli uomini, perché le donne bastano a se stesse. Sanno muoversi in ambito tecnologico, finanziario e pratico. Hanno reti di alleanze più solide, la sorellanza è potentissima. Gli uomini al massimo fanno branco. Prima dei 40 invece c’è la spinta fisiologica alla procreazione e quindi rimanere sole è complicato: ossitocina ed estrogeni rendono la vita complicatissima.

Uno degli ostacoli a una vita indipendente delle donne è la sicurezza. Le nostre città non sono a misura di donna, e spesso le donne sono costrette a guardarsi le spalle, non crede?

Le nostre città non sono a misura di essere umano, le donne sono più fragili fisicamente ma stanno imparando ad attrezzarsi. Siamo più intuitive e siamo abituate da secoli a stare in allerta. Piuttosto le donne devono guardarsi le spalle all’interno delle quattro mura di casa, i rapporti vittima/carnefice sono sempre più numerosi e sono pericolosissimi.

Pensa che siamo concretamente in un cammino di parità che possa permettere in breve tempo di sanare il divario salariale e le possibilità di carriera fra uomini e donne?

Siamo agli inizi, c’è ancora moltissimo lavoro da fare. È iniziato il cammino ma è molto lungo, il potere è in mano agli uomini e di certo non saranno disposti a lasciarlo. La cosa veramente disgraziata è che il potere dovrebbe essere gestito da chi non lo ama, ma chi non lo ama non lo ambisce. Spesso le donne non hanno assolutamente il tempo per occuparsi del potere, gli uomini sì. I salari dovranno essere parificati in breve tempo perché ci saranno leggi, forse ci sono già, che definiranno la cosa, ma la carriera è un altro argomento. C’è una sorta di diffidenza nei confronti dell’affidabilità delle donne, perché hanno la pessima abitudine di avere figli, le mestruazioni, seguire la scuola/pediatri/sport eccetera: come possono essere concentrate sul lavoro? Immagini se gli uomini avessero le mestruazioni: un tracollo totale dell’economia.

Pensa che la società sia pronta per l’adozione per single?

La società è pronta, le istituzioni no. L’adozione è un calvario per le coppie, richiede tempi infiniti e disponibilità ingenti di denaro, se non si snellirà il tutto per un single sarà impossibile seguire tutta la prassi. E questo è molto triste

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