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Al Caesar Hotel, in un evento organizzato dai Club Rotary di Cagliari e Quartu S.E., il dr. Alessandro Cardini, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ha tenuto una conferenza sulla partecipazione dei ricercatori sardi alle attività di ricerca svolte al CERN, il più grande laboratorio di ricerca del mondo.

Nel suo intervento il dr. Cardini ha esordito elencando alcune delle domande alle quali gli scienziati di oggi stanno cercando di dare una risposta, come ad esempio del perché si sia potuto creare il nostro Universo e di dove sia finita tutta l’antimateria prodotta al momento del Big-Bang, e di come gli esperimenti, molti dei quali svolti al CERN, stiano cercando le risposte.

Il CERN, l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, è il più grande laboratorio di ricerca del mondo. E situato al confine franco-svizzero nei pressi della città di Ginevra, e comprende, oltre a laboratori d’avanguardia, anche il sistema di acceleratori di particelle più potente al mondo, tra cui il Large Hadron Collider (LHC), noto per aver permesso alcuni anni fa la scoperta del Bosone di Higgs.

I ricercatori sardi lavorano a due dei grandi esperimenti all’LHC, ALICE e LHCb. Il dr. Cardini, che coordina il gruppo LHCb dell’INFN e Università di Cagliari che partecipa a questo esperimento fin dalla fine degli anni 90, ha ricoperto importanti ruoli di responsabilità in questa collaborazione internazionale ed è stato coordinatore nazionale di LHCb fino all’estate di quest’anno. Nel suo racconto ha ricordato le attività del suo gruppo di ricerca e di come negli anni, qui in Sardegna, siano maturate le competenze che hanno permesso la partecipazione di altissimo livello a tutte le fasi dell’esperimento: la sua progettazione, la costruzione e messa in opera, e il suo funzionamento e l’analisi dei dati raccolti, e l’attuale fase di miglioramento dell’apparato sperimentale.

Il CERN, oltre alla ricerca fondamentale, è noto per aver fornito molte innovazioni tecnologiche che tutti utilizziamo, come il World-Wide Web, progetto nato nei primi del 1990 per la condivisione delle informazioni nei gruppi di lavoro, e i touch-screen, utilizzati fin dalla fine degli anni 70 per il controllo del Super-Proton Synchrotron, il più grande acceleratore di quegli anni.

Il dr. Cardini ha concluso il suo intervento raccontando come le competenze scientifiche e tecnologiche svilupate anche al CERN possano poi ritornare sulla nostra isola, raccontando di due progetti chiamati ARIA ed ET. Il progetto ARIA, in corso di installazione presso il sito minerario di Seruci a Nuraxi-Figus, utilizza uno dei pozzi della miniera per realizzare una colonna di distillazione criogenica per i gas di 350 metri di altezza. Questa infrastruttura verrà utilizzata per purificare il gas Argon che verrà utilizzato in un esperimento per la ricerca della materia oscura che verrà realizzato presso i Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, e permetterà di raggiungere dei limiti di sensibilità mai visti finora.

Un altro progetto che potrebbe essere realizzato sul nostro territorio è il futuro rivelatore di onde gravitazionali chiamato Einstein Telescope (ET). Il sito minerario di Sos Enattos, nel territorio di Lula (NU), presenta delle caratteristiche ideali che lo rendono unico in tutta Europa. Infatti, per la bassa sismicità del territorio sardo, per le caratteristiche geologiche del sito e per la bassa antropizzazione del territorio vengono a crearsi delle condizioni ideali dove poter operare uno strumento così sensibile come un interferometro per la ricerca di onde gravitazionali. Il sito di Lula è in competizione con un sito olandese, e fra qualche anno verrà effettuata la scelta su dove verrà costruita questa infrastruttura di ricerca d’avanguardia.

Contatto: Antonio De Giudici Segretario Rotary Club Quartu Sant’Elena Telefono: 328 7242112


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